1° novembre 2010, parte il Sistema Idrico Integrato di Lecco
Il primo novembre 2010, oltre alla annuale festività di Ognissanti, verrà ricordato come il giorno di avvio del Sistema Idrico Integrato (SII) della provincia di Lecco.
Dietro questa sigla c’è un modo nuovo di organizzare l’uso dell’acqua potabile, affinché si tuteli al meglio la risorsa naturale fondamentale dell’uomo, anche se poi la principale e immediata percezione che avrà il cittadino sarà quella di un generale aumento delle tariffe.
La materia è assai complicata ed è disciplinata da un insieme di norme, di frequente tra di loro in contraddizione, che partite dalle direttive dell’Unione Europea, arrivano nelle singole realtà comunali dopo essere passate dal Parlamento italiano, dai Consigli regionali e provinciali, da alcune sentenze della Corte Costituzionale, dall’Assemblea dell’A.ATO (organismo provinciale per la gestione dell’acqua, che rappresenta le amministrazioni di Provincia e Comuni, ma destinato a morire il 31 dicembre 2010 per volontà della legge finanziaria).
Aldilà dell’esito che avrà la legge quadro sulla materia attualmente in approvazione in Consiglio regionale della Lombardia, per decidere chi sostituirà l’A.ATO e per adeguarsi alle sentenze della Corte Costituzionale, pensiamo che ai nostri lettori interessi conoscere le novità che già da oggi riguardano il nostro territorio.
L’A.ATO di Lecco, prima di terminare le sue funzioni, ha assunto tre deliberazioni importanti.
Con la prima ha approvato il Piano d’Ambito, che è lo studio sullo stato del ciclo dell’acqua nel territorio provinciale, nonché le azioni programmatiche e progettuali per riorganizzare l’intero servizio: dalla captazione, alla distribuzione, alle fognature, alla depurazione, agli investimenti, ecc.
Con la seconda delibera ha affidato per due anni (inizio 1° novembre 2010) la gestione del SII della provincia di Lecco alla Società Idrolario S.r.l., società partecipata direttamente, interamente ed esclusivamente da Comuni ricompresi all’interno dell’Ambito Territoriale di riferimento. Con questa modalità cessano i rapporti che sino ad ora sono intercorsi tra le varie aziende di gestione di parti del ciclo idrico e i cittadini/utenti. D’ora in avanti le utenze sono direttamente gestite da Idrolario.
L’ultima decisione è stata quella di fissare le nuove tariffe per quanti sono allacciati all’acquedotto e alle fognature. Nei 90 comuni della provincia di Lecco c’erano tante tariffe quante erano le aziende e i soggetti che erogavano il servizio, ora tutto questo termina e ci sarà la tariffa unica del SII. Com’è intuibile, mediare una tariffa tra situazioni di partenza assai diverse (chi ha sorgenti e chi no, chi spende molto per pompare e chi no, chi ha reti malridotte e chi no, chi ha alti costi gestione di gestione e chi no, e via elencando) avrà come conseguenza un aumento generalizzato dei prezzi dell’acqua al consumo.
E qui arriviamo alla situazione di Monte Marenzo, che nel consiglio comunale di mercoledì 27 ha aderito alla società Idrolario, come indicato dalle norme sull’A.ATO, e che si trova in una condizione particolare.
La società Hidrogest, proprietaria e gestore dell’acquedotto del nostro comune, continuerà per ora a gestire il servizio, ma lo farà per conto di Idrolario, vendendo l’acqua che quest’ultima fatturerà direttamente agli utenti.
Il comune di Monte Marenzo, proprietario della rete di fognature (scarichi domestici, o assimilati) conferirà gli impianti all’Idrolario, o al soggetto che la Regione Lombardia nel frattempo indicherà con la legge in discussione. Comunque, da oggi 1° novembre, la gestione completa della fognatura è posta in carico a Idrolario. Così come in carico a questa azienda è la gestione del depuratore di Calolziocorte, proprio in questi giorni ultimato. Nell’impianto verranno confluiti gli scarichi di Monte Marenzo (appena completati i lavori di allaccio e ripristino della stazione di pompaggio, ferma da 15 anni), Calolziocorte, Torre de’ Busi, Carenno e Vercurago.
Ultima questione, non di poco conto, è l’aumento delle tariffe, che per i cittadini di Monte Marenzo sarà pesante, considerato che da noi l’acqua costava relativamente poco.
In questi giorni avrete visto i comunicati che l’A.ATO di Lecco ha diffuso con le tabelle dei nuovi costi e, certamente, qualcuno di voi si è già cimentato a calcolare gli incrementi. L’abbiamo fatto anche noi e possiamo confermare una decisa impennata dei prezzi.
Abbiamo fatto due simulazioni: la prima riguarda un edificio con otto utenti e un solo contatore, la seconda con una singola unità abitativa.
Il condominio con multiutenze nel primo semestre del 2010 ha consumato 1.003 mc. di acqua pari ad un costo fatturato da Hidrogest (IVA esclusa) di 789,30 €. Se nello stesso periodo e con il medesimo consumo avessimo applicato le nuove tariffe Idrolario l’importo sarebbe stato praticamente uguale, euro 784,22, solo perché è stata applicata la tariffa minima della depurazione (€ 0,07/mc. consumato), in quanto non ancora allacciati al nuovo depuratore. Se avessimo applicato la tariffa piena per la depurazione (€ 0,47/mc. consumato), come avverrà tra poco, avremmo avuto un costo complessivo di 1.185,42 euro, con un incremento di ben € 396,12, pari al 50,19%.
Non molto dissimile il costo per l’utenza singola – sempre utilizzando i parametri del primo semestre 2010 – per un consumo di 65 mc. ha pagato una fattura di € 51,81, mentre pagherebbe € 74,52 (con depurazione), pari ad un incremento del 43,83%.
Ovviamente gli incrementi non saranno uguali per tutti perché si differenzieranno a seconda se i consumi individuali riusciranno ad essere contenuti nelle fasce agevolate, oppure splafonare nei più costosi indici dei consumi definiti eccedenti.
Comunque l’aumento delle tariffe ci sarà e sarà sensibile. La nuova gestione del servizio necessita di essere verificato tra qualche tempo, quando l’intero sistema sarà a regime. In sostanza quando le norme legislative saranno finalmente certe e non continuamente modificate, quando i vari soggetti che concorrono alla realizzazione e gestione del Servizio Idrico Integrato avranno definito il loro ruolo, quando si potranno fare conti economici precisi sul rapporto costo/benefici, quando i cittadini avranno provato concretamente il ciclo integrato e fatte conoscere le loro opinioni.
Chiudiamo con una riflessione che trovate nell’ordine del giorno approvato in Consiglio comunale (sempre del 27 ottobre) che ha come oggetto il “Riconoscimento dell’acqua come bene pubblico”. In quel documento c’è l’impegno del Consiglio comunale di Monte Marenzo a considerare l’acqua non una merce per fare profitti, ma un bene pubblico, universale, privo di rilevanza economica, che deve essere garantito a tutti nel rispetto dei vincoli ambientali e al massimo livello di qualità, secondo principi di equità e solidarietà, e con criteri di sostenibilità per preservarne la qualità e la disponibilità per le future generazioni.
Carissima Luciana, la formazione delle tariffe non è poi così semplice (e ti pareva) , ma risponde ad una serie di parametri che concorrono ad un unico risultato stabilito dalla legge: il costo complessivo del servizio idrico integrato deve essere completamente pagato dall’utilizzatore finale, cioè, cittadino/utente.
Pertanto, bisogna mettere in conto il mantenimento della qualità della risorsa idrica, della qualità del servizio fornito, del costo delle opere di investimento per estendere le reti dell’intero ciclo (dalla captazione alla depurazione) e per sostituire gli impianti vetusti, del costo di gestione delle aree di salvaguardia dei corpi d’acqua, della remunerazione dei capitali investiti, dei costi di funzionamento dell’Autorità d’ambito (che sino al 31 dicembre è l’A.ATO e, con tutta probabilità, successivamente sarà la Provincia).
Non dimentichiamo che sino al 30 ottobre scorso, per esempio, altri soggetti istituzionali nei decenni scorsi avevano investito con risorse del proprio bilancio in opere per acquedotti, fognature e depurazione (comuni, province, regione, consorzi, ecc.), mentre ora è a carico della tariffa ogni euro speso sotto qualsiasi voce.
Infatti, l’Autorità d’ambito deve farsi carico di tutti i muti accesi dai comuni per il servizio idrico.
Quando il servizio sarà a regime (probabilmente entro due anni), le tariffe saranno per fortuna modulate in ragione ai carichi di famiglia (estensione delle fasce agevolate alle famiglie numerose). Mentre, sono convinto, con il progressivo aumento del costo dell’acqua si arriverà a tariffe differenziate secondo le capacità di reddito.
Comunque io non ti so dire se queste tariffe sono congrue, o eccessive. Una valutazione più puntuale sarà necessaria effettuarla dopo il periodo di assestamento.
Il tutto mi induce a due riflessioni:
a) mi chiedo quanto potrebbe lievitare il costo dell’acqua se nel caso di un gestore privato, oltre alle voci che ho ricordato precedentemente, si dovesse aggiungere l’utile d’impresa;
b) potrebbe essere che il caro-acqua sarà il deterrente più efficace per limitare i consumi non virtuosi di questo fondamentale elemento per la vita sulla terra?
Ciao, Angelo
Riassumendo, se ho capito bene: gli aumenti servono per creare e mantenere una nuova società che compra i servizi idrici dagli attuali gestori e li rivende agli utenti della provincia (noi) a prezzo maggiorato?
Se è così speriamo almeno che diano lavoro a qualche disoccupato.
oltre a chi legge il ns sito,non sarebbe utile diffondere?