Consigli di lettura per Maggio
“La storia di Iqbal” di Francesco D’Adamo. Una storia di coraggio e di lotta contro lo sfruttamento dei minori nel lavoro e nello soppressione dei diritti fondamentali.Un libro legato al lavoro nel nostro territorio è “Muratori della valle san Martino”, a cura di Angelo De Battista e Cristina Melazzi, Cattaneo Ed., 2009, con saggi di altri Autori, storici e ricercatori.
IL LAVORO “PRETESTUOSO”
“Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 € al mese” di Aldo Nove. Una grande inchiesta un docu-dramma italiano, un reportage delicato e struggente in cui le storie vere di giovani e non più giovani, si affianca ogni volta il commento di Aldo Nove
IL LAVORO DELLA PERSUASIONE
“Il padre dei nomi” di Paolo Teobaldi. Romanzo ironico sulla professione del pubblicitario, introdotta da noi con il Boom economico degli anni 60. Nomi da dare alle cose, per convincere e indurre. Scrittura fluida, scoppiettante a tratti irriverente per raccontare la storia d’Italia attraverso i nomi; da La macchina di Dante , titolo del primo capitolo, a Dantino… (da recuperare e leggere)
IL LAVORO CHE FA MORIRE DAL RIDERE
“Il paradiso degli orchi” e tutta la saga dei Malausséne di Daniel Pennac. Benjamin, protagonista del ciclo di romanzi come lavoro fa il capro espiatorio in un grande magazzino; è pagato per ascoltare, o meglio ricevere, insulti e lamentele dalla clientela insoddisfatta. Ma l’ironia e la sua serena bontà gli impediranno, ogni volta, l’epilogo del caprone biblico: giù dalla rupe appesantito dai peccati di un intero popolo.
IL LAVORO DEI LAVORATORI
“Metello” di Vasco Pratolini.
Il romanzo narra le vicende umane, amorose, politiche del muratore fiorentino socialista, Metello Salani, attivista e organizzatore del famoso sciopero degli edili che piegò la durezza degli industriali. E’ storia “contemporanea” di sfruttamento e morte sul lavoro
IL LAVORO DELL’ISOLA
“L’età dell’oro” di Edoardo Nesi. Romanzo forte e crudo, incisivo, realista e al contempo visionario, che narra degli anni ottanta a Prato, una delle isole felici e travolgenti del new-boom del made in Italy. Ma non solo…
IL LAVORO PESANTE DEL RICORDO
“Acciaio” di Silvia Avallone. Racconta la storia della profonda amicizia tra Francesca e Anna, due ragazzine di tredici anni che diventano donne in una provincia depressa popolata da operai siderurgici, adulti disillusi bruciati da troppe sconfitte e ragazzi che sognano la fuga.
IL LAVORO DELLA SCUOLA:
Cuore di Edmondo De Amicis
Proposto alla lettura per la sua attualità: perché la scuola è vita , maestra di vita e della società e De Amicis (giornalista e attento conoscitore dei suoi tempi) concepì Cuore come “impresa per sostenere l’unità morale e spirituale della nazione”.
Io invece vi segnalo due libri:
Un libro legato al lavoro nel nostro territorio è “Muratori della valle san Martino”, a cura di Angelo De Battista e Cristina Melazzi, Cattaneo Ed., 2009, con saggi di altri Autori, storici e ricercatori.
L’evoluzione storica, l’emigrazione, le condizioni sociali, il sapere professionale, la cultura dei muratori della Valle San Martino (nella parte della provincia di Lecco verso la bergamasca) sono i temi principali di questo volume, che dedica una sezione anche alla formazione dei giovani che oggi si avviano al mestiere del muratore. Fino a pochi decenni fa la maggior parte della manodopera maschile di questa valle era occupato in edilizia, eredità di una vicenda plurisecolare durante la quale mastri costruttori di diversa provenienza, hanno dato vita ad edifici civili e religiosi, ancora oggi presenti e funzionali.
Un insieme di storia, esperienze, capacità, senso di identità che si è manifestato anche in eventi di intensa partecipazione popolare, come quando all’inizio del Novecento gli abitanti di Carenno hanno costruito, con lavoro volontario, la nuova parrocchiale.
Nei paesi della valle è ancora viva la memoria di questa storia, che questo volume ricostruisce con documenti d’archivio, testimonianze dirette, fotografie, attrezzi da lavoro e anche grazie allo stretto legame con Ca’ Martì – Il Museo della Valle dei muratori, che ha guidato le ricerche e custodisce tutti gli attrezzi riprodotti nel libro.
Interessante anche la sezione sull’emigrazione della Valle San Martino tra Ottocento e Novecento. Nel libro appaiono molti dati e quelli che ci interessano di più sono quelli relativi all’emigrazione da Monte Marenzo. Scopriamo così che decine di lavoratori lasciarono il nostro paese per recarsi in nord Europa, spesso come “clandestini”, senza passaporto. Insomma, guardiamo come eravamo e facciamo un esame di coscienza su come la pensiamo sull’immigrazione di oggi dai paesi poveri.
Consigliamo ovviamente, oltre alla lettura del libro, una visita al museo Ca’ Martì (per informazioni vedi il sito http://www.museocamarti.it/), magari con la guida della nostra amica Upper Cristina Melazzi che è stata tra i curatori del recupero di Ca’ Martì e dell’allestimento museale.
E il lavoro oggi? Pensiamo ai giovani che continuano a lavorare per quattro, otto, o addirittura dieci anni nella stessa situazione di perenne incertezza, vivendo nell’ansia come se avessero una bomba ad orologeria in tasca che di tre mesi in tre mesi rischia di esplodere e invece all’ultimo istante, lo scoppio viene ritardato, ovvero il momento del licenziamento viene posticipato. Questa è la condizione che molti lavoratori di oggi, giovani e non più giovani si trovano a dover affrontare.
Un romanzo sul precariato è“Lotta di classe”, l’ultimo di Ascanio Celestini, ed. Einaudi,
Questa la quarta di Copertina:
«Io passo attraverso i muri. Attraverso le villette antiladro controllate dagli allarmi antizingaro, protette da inferriate antinegro con vernice antiruggine dove antipatici padroni antisemiti con crema antirughe fanno antipasti antiallergici in bunker antiatomici.
Attraverso le banche videosorvegliate. Attraverso i muri delle caserme, dei manicomi, delle galere.
E mi viene da ridere mentre una guardia prova a fermarmi, perché attraverso anche lei con la sua divisa. Lei che si girerà dicendo: – Brigadiere, che facciamo? Questa è stregoneria!
E io le risponderò: – No, questa è lotta di classe».
Un libro in cui perdersi. Un saliscendi di storie, su e giù per le scale di un condominio di periferia. Torrenti di voci che corrono verso un burrascoso racconto corale, una miscela irripetibile di affabulazione, politica e poesia.
E anche quelli che narrano le nuove professioni (“La badante. Un amore involontario” di Paolo Teobaldi, edizioni e/o…si parla anche di amore)…
Edoardo Nesi, pratese doc ed ex industriale tessile racconta la crisi, la storia economica europea dal crollo tedesco alle svalutazioni periodiche della lira effettuate da Carlo Azelio Ciampi, a cui i piccoli industriali dei distretti, Prato, Carpi, Montebelluna, devono gran parte delle loro “fortune”.
Ivo Barocciai, protagonista simbolo di un epopea fragile e grottesca, ci traghetta dallo smarrimento dei bei tempi andati, alla comicità lirica di una società senile, impudica e attiva nella ricerca del “perduto ma gagliardo sperma”.
Buona lettura. E buon Primo Maggio dalla redazione di Upper
A proposito di lavori: potrebbe essere classificato sotto “il lavoro del prete” l’ultimo libro di Luisito Bianchi che molti amici Upper hanno visto ieri nella trasmissione televisiva su RAI 3 “Le Storie diario italiano”, condotto da Corrado Augias.
Il “nostro” Don Luisito ha parlato di Gratuità del Ministero Sacerdotale come ha ampiamente scritto nel suo libro QUANDO SI PENSA CON I PIEDI E UN CANE TI TAGLIA LA STRADA, edito da L’Ancora del Mediterraneo, 2010.
Don Luisito non ha i tempi che vengono imposti dalla televisione e la trasmissione è risultata per lui troppo “stretta”.
Sicuramente ha suscitato interesse nei telespettatori il suo pensiero e la voglia di approfondire attraverso la lettura del libro, come ha caldamente consigliato lo stesso Augias.
Ho letto il libro appena uscito a marzo e ancora una volta (se ce ne fosse stato bisogno), ho apprezzato lo stile e il rigore di Don Luisito.
Un prete in Reebok e un cane trovatello di nome Doreàn (gratuità in greco). Un incontro fortuito e i ricordi di tutta una vita: dall’innocenza dell’infanzia alla maturità della Resistenza, la vocazione, le lotte da prete operaio, l’amore per la gratuità del ministero, il tradimento da parte della Chiesa.
Non a caso la trasmissione di Augias aveva come sottotitolo “fuori dal tempio”.
Tra il pubblico è intervenuto anche Pier Carlo Rizzi, autore de “L’eredità dello zio Guido” Ed. Garzanti, che ho presentato in biblioteca a Monte Marenzo quando uscì il libro (2005).
Insomma due Autori che a Monte Marenzo sono passati, lasciando il segno.
In occasione della festa della mamma mi permetto di suggerire due libri (non so se ci sono in biblioteca, ma se non ci sono e vi interessano ve li presto io volentieri).
Il primo è rivolto a chi mamma non è e desidera diventarlo, ma anche a chi è semplicemente donna.
Spiega che la donna vale in quanto persona e non in quanto madre e che la maternità non si realizza nella procreazione quanto nel dono libero di sé stesse agli altri. Assistiamo invece sempre più spesso e in tutti i campi a prese di posizioni, convinzioni, tradizioni, che vedono la donna realizzata, difesa e tutelata solo in quanto madre, finché non è tale del suo corpo e della sua dignità se ne fa scempio, disprezzando quelle che madri non sono, e “tentandole” a sottoporsi a ogni genere di “cure” che spesso sono vere e proprie violenze (nel libro definite: “tecnorapina del corpo femminile”), per ottenere il sospirato pancione.
Di fatto disprezzando, prima e dopo la maternità, le loro idee, la loro etica, la loro persona.
Il libro s’intitola “Madri selvagge”, le autirici sono Alessandra Di Pietro e Paola Tavella, ed. Einaudi.
Il secondo è invece un libro per genitori, più che per mamme soltanto, è una specie di manuale che insegna a distinguere tra le necessità dei bambini (0-6 anni circa) e i loro capricci, spiega cosa fare di fronte ai capricci, da dove sorgono e perché vanno corretti, con un sacco di esempi presi dal vissuto di tante famiglie. Il libro s’intitola “Il piccolo tiranno” (appunto), scritto da Jirina Prekop, edizioni red.
Buona lettura.
Purtroppo i disegni sulla bachicoltura si possono vedere solo se si è iscritti a facebook.
Siccome i disegni sono bellissimi vedremo di renderli disponibili in altro modo.
Gli originali sono in biblioteca.
Grazie Miriam per avecerli ricordati.
http://www.facebook.com/album.php?aid=2010245&id=1189061246&op=18
Il lavoro è una cosa seria e quindi anche i nostri consigli sono stati…come dire, serissimamente corposi. Oggi è il primo maggio, festa dei lavoratori e data, che nella vita contadina coincideva con l’avvio della bachicoltura, croce e delizia (molta croce, in verità)per tutti i contadini. A scuola, tempo fa i bimbi illustrarono con bellissimi disegni tempi e passaggi della lavorazione. Ho raccolto le immagini in un album fotografico pubblicato sulle mie pagine fb, ora vado a cercarlo e linko qui il riferimento. Grazie a tutti voi per questo magnifico spazio e buon PRIMO MAGGIO a tutti, Miriam