Guai a voi, poveri e ammalati!
Riceviamo da Ornella Chiari, Assessore ai Servizi sociali e alla persona, questo contributo che volentieri pubblichiamo.
Quando alla fine dello scorso anno, al varo della Legge finanziaria 2010, si era lanciato l’allarme sui tagli alla spesa per i servizi sociali, i partiti di Governo (PDL e Lega) aveva sostenuto che non era vero niente ed era solo propaganda delle opposizioni.
Ora che le Regioni e le Aziende sanitarie hanno reso note le cifre, dobbiamo ammettere che la situazione è peggio di quanto ci si poteva aspettare, e le conseguenze si avvertiranno anche a livello di un piccolo comune come il nostro.
Lo Stato nel 2009 aveva trasferito alla Regione Lombardia 94.915.901,87 di euro per il Fondo nazionale delle politiche sociali, nel 2010 le verranno erogati 73.327.562,56 €. Sono ben 21.588.339,31 euro in meno, pari a -22,74%. La Regione dal canto suo ha confermato per il 2010 la stessa quota che aveva messo a bilancio l’anno scorso: € 82.675.000,00 milioni.
Come se non bastasse la Regione Lombardia del governo Formigoni ha assunto una decisione autonoma che aggrava ulteriormente la stretta dei finanziamenti. Infatti, ha pensato bene di trattenere per sé una buona fetta del Fondo nazionale dello Stato e di non trasferirli ai servizi comunali, provinciali e delle altre istituzioni territoriali, con il bel risultato che tutti i Distretti Socio Sanitari della Regione riceveranno per l’anno corrente 39 milioni di euro, ben 43.675.000 in meno rispetto al 2009, la percentuale di -52,83% rende bene l’idea del terremoto che ci aspetta.
Se andiamo a vedere nel particolare cosa succede per i comuni del Distretto di Lecco, di cui facciamo parte, si rileva che i tagli ripetono pari pari la situazione regionale e nazionale.
I tagli del Fondo nazionale per le politiche sociali nei nostri comuni ammontano a 713.406 euro in meno rispetto al 2009, cifra pari a -53,60%. La quota della regione rimane immutata (circa 1.429.000), mentre il fondo per il sostegno alle persone non autosufficienti passa da 383.041 euro a 745.163.
Da soli questi numeri ci dicono che il taglio è stato profondo in termini quantitativi, ma se le cifre le accompagniamo con qualche spiegazione vediamo che si è colpita anche la qualità dei finanziamenti destinati al sociale.
Il Governo e la Regione Lombardia cercano di giustificarsi dicendo che il danno non è così grave perché hanno aumentato i fondi per le persone non autosufficienti. E’ vero, a livello regionale la cifra è passata da circa 44 milioni di euro a 58,8 (nel Distretto di Lecco l’incremento è stato da 383 mila euro nel 2009 a circa 745 mila nel 2010), ma bisogna tener conto di due semplici osservazioni:
- da anni si chiedeva di aumentare i finanziamenti per le persone che hanno bisogno di assistenza continuativa, e che richiedono un impegno economico notevole alle famiglie e ai comuni;
- però questo incremento di risorse non doveva avvenire a spese di altre situazioni di disagio socio-assistenziale, anche quelle importanti, Anzi a queste ultime, sempre stando ai dati del Distretto di Lecco, si è tagliato 713.406 euro, mentre il fondo per i non autosufficienti è stato incrementato di 362.122 euro. In sostanza nel nostro territorio nel 2009 ci sono stati dati 3.440.926 euro, mentre nel 2010 gli investimenti in benessere sono solo 2.791.788, mancano all’appello ben 351,927 euro.
La Regione Lombardia sostiene che i soldi che ha tenuto per sé li impiegherà, ovviamente, nei servizi sociali, facendo propri interventi saltando i comuni, ovvero distribuendo qualche soldo alle famiglie bisognose attraverso i voucher.
Questo è un metodo che se generalizzato (e la Regione vuole generalizzarlo), porta alla distruzione dei servizi sociali territoriali. Vediamo perché.
Agli assistiti vengono dati un po’ di soldi (sempre meno di quelli che servono) affinché acquistino direttamente le prestazioni di cui hanno bisogno dalle cooperative. Questo fa sì che viene allontanata l’esigenza di avere strutture e servizi sociali come patrimonio del territorio, luoghi dove la comunità si prende cura in modo partecipato e solidale dei propri cittadini che soffrono uno stato di bisogno. Che i soldi la Regione li distribuisca col contagocce lo si vede anche da quanti voucher del buono sociale sono stati assegnati a Monte Marenzo: si possono contare agevolmente sulle dita di due mani.
Non tutti i servizi si possono affrontare con i voucher. Pertanto, se non si danno adeguate risorse ai comuni, questi non riusciranno ad aiutare i propri cittadini a pagare le rette delle R.S.A. (case di riposo per anziani), dei Centri Diurni per Disabili, degli asili nido e dei Centri per l’infanzia, non si riuscirà a garantire il trasporto sociale, il mantenimento dei minori che il Tribunale ha posto in affido, a sostenere il pagamento dell’affitto e delle utenze, a promuovere progetti per l’accoglienza e l’integrazione degli stranieri.
Prendiamo ad esempio il comune di Monte Marenzo e andiamo a considerare quali sono i servizi socio-assistenziali che potrebbero ridimensionarsi o aumentare nella contribuzione da parte degli utenti a causa dei tagli che il Governo ha operato con la finanziaria e per i quali i voucher non produrranno benefici reali per le famiglie (la cifra a fianco è quella sostenuta nel Bilancio di Previsione comunale nel 2009):
Convenzione comune Calolziocorte asilo nido |
7.050 |
Centro per l’infanzia Liquirizia |
88.140 |
Assistenza a invalidi e handicappati |
11.270 |
Assistenza famiglie disagiate |
7.500 |
Assistenza a persone anziane bisognose |
5.100 |
Interventi tutela salute prevenzione tumori |
710 |
Funzionamento Centro Sociale Casa Corazza |
6.400 |
Convenzione Comune Calolziocorte CDD |
5.700 |
Interventi assistenza educativa minori |
16.000 |
assistente sociale |
3.000 |
Contributo al Distretto per fondo solidarietà |
12.450 |
Cofinanziamento formazione professionale disabili |
6.500 |
Iniziative in favore degli anziani |
22.400 |
Iniziative in favore della gioventù |
27.410 |
Progetti per età evolutiva (legge 285/97 |
1.410 |
Oltre a questi oneri diretti sui servizi, ci sono poi le spese generali a supporto del settore (quota parte del personale comunale, gestione e manutenzione immobili, ecc.).
Gli altri comuni del nostro territorio si trovano nelle medesime condizioni di Monte Marenzo, tanto che nella Conferenza dei Sindaci della provincia di Lecco, al di là delle appartenenze partitiche, i primi cittadini hanno approvato un ordine del giorno che: “…esprime forte preoccupazione per il taglio nei trasferimenti”, e sostengono che: “Alla luce di queste assegnazioni ai Comuni rimane solo la scelta su quali servizi tagliare, in un momento in cui invece la situazione di molte famiglie richiederebbe nuovi investimenti e servizi.”
Anche l’Associazione nazionale Comuni italiani della Lombardia, preoccupata dai tagli governativi e dalle recenti decisioni della Regione Lombardia sulla distribuzione delle risorse è intervenuta cercando almeno di ottenere un ripensamento degli organi regionali. Rimane invece certo il taglio a livello statale.
Purtroppo queste questioni, che riguardano milioni di persone con pochi mezzi e molta sofferenza interessano poco al Governo, troppo impegnato in altre e più “significative” battaglie “ad personam”.
Riporo un passaggio che mi ha colpito dell’articolo di Ornella:
“Come se non bastasse la Regione Lombardia del governo Formigoni ha assunto una decisione autonoma che aggrava ulteriormente la stretta dei finanziamenti. Infatti, ha pensato bene di trattenere per sé una buona fetta del Fondo nazionale dello Stato e di non trasferirli ai servizi comunali, provinciali e delle altre istituzioni territoriali, con il bel risultato che tutti i Distretti Socio Sanitari della Regione riceveranno per l’anno corrente 39 milioni di euro, ben 43.675.000 in meno rispetto al 2009, la percentuale di -52,83% rende bene l’idea del terremoto che ci aspetta.”
Un altro esempio di cattivo governo della Regione.