Io non ci sto
Voglio pubblicarla, non per avanzare giudizi, non per stabilire eventuali parallelismi con la nostra Amministrazione o i nostri concittadini, e nemmeno per dire “meno male che abito a Monte Marenzo” e crogiolarmi indifferente nella mia bambagia, nessuna di queste cose sarebbe opportuna né tantomeno giusta.
Vorrei che fosse letta, che fosse studiata, vorrei che tutti potessimo riflettere su queste parole, perché sono un mirabile esempio di senso civico e nello stesso tempo di dignità morale, di umanità, di Vangelo.
E vorrei che ci fosse sempre, in ogni Comune, Regione, Stato, Continente che sia, qualcuno che con coraggio di fronte alle ingiustizie dica: IO NON CI STO!
Io starò sempre con queste persone.
Luciana Malighetti
Io non ci sto
(Testo integrale della lettera del cittadino di Adro. Immagini da “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi)
Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film “L’albero degli zoccoli”. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. E’ per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica.
A scanso di equivoci, premetto che:
– Non sono “comunista”. Alle ultime elezioni ho votato per FORMIGONI. Ciò non mi impedisce di avere amici dì tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona.
– So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione.
Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell’Ucraina.
Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male.
I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, ma potrei portare molti altri casi.
Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo?
Che non mi vengano a portare considerazioni “miserevoli”. Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino..)
Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo?
Vorrei sentire i miei preti “urlare”, scuotere l’animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il “commercio”.
Ma dov’è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare “partito dell’amore”. Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l’Italia.
So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti “compagni che sbagliano”.
Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le loro belle cose e case.
Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) Venga dalle tasse del papa di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1200 euro mese (regolari).
Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l’amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno?
Ma quanto rendono (o quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30.000 metri cubi del laghetto Sala. E i 50.000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto?
Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? E’ già successo nella storia e anche in quella del nostro paese.
Il sonno della ragione genera mostri.
Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro.
Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.
E chi semina vento, raccoglie tempesta!
I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L’età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quei giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi?
E se non ce lo volessero più cambiare? Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. E’ anche per questo che non ci sto.
Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani.
Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all’uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l’amministrazione, in tal modo mi impegno a garantire tutta la copertura necessaria per l’anno scolastico 2009/2010.
Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno o vorranno pagare il costo della mensa residuo resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa.
Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varra la spesa.
Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del “grande fratello”.
Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie.
Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo.
Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo.
Posso sopportarlo. L’idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce.
Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di credito c’è, ma solo per tutto il resto.
Un cittadino di Adro
oggi pensiamo che sia assurdo che solo un centinaio di anni fa degli uomini potessero essere venduti,neanche come bestie,come letame vero e proprio,ma è probabile che tra 100 anni potremo pensare che era assurdo che quì da noi uno che può pagarsi le cure vive e uno che non può muore.E’importante analizzare sempre e continuamente i nostri pensieri, e ancora di più tenere sott’occhio tutto ciò che appare normale, è lì che spesso si nasconde l’orrore.L’orrore non è un omicidio in prima pagina ma è la morte che fa da sottofondo a melodie che ci appaiono famigliari e che ormai non ascoltiamo neanche più. jovanotti
Ringrazio Luciana per averci dato la possibilità di riflettere e condividere insieme ad altri pensieri, preoccupazioni, intenzioni, purtroppo il tempo per farlo non è mai abbastanza . Anche io sono veramente preoccupata per la crescente legittimazione del razzismo che ci circonda, non è più visto come una vergogna avere pensieri e atteggiamenti razzisti, ma al contrario come qualcosa di legittimo e giusto, inevitabile. Mi spaventa molto di più questo razzismo del quotidiano, strisciante e subdolo,degli episodi tragici più isolati. Mi spaventano i commenti a tutto ciò delle persone, anche vicine, che non vedono che dietro le frasi slogan, tanto facili da ripetere, ci sono persone, mamme, bambini. Mi feriscono le frasi di quei cristiani che si dimenticano del comandamento più importante e si scandalizzano e non comprendono un bambinello nero nella mangiatoia ed allo stesso modo quelle a volte così banali di chi si riconosce nei valori del centro sinistra. Come mai? Forse per superficialità ed egoismo, perchè crediamo nelle menzogne di chi dice che quello che stiamo perdendo a livello di lavoro, servizi, garanzie sociali è colpa dei nuovi cittadini e non di leggi sbagliate fatte da uomini avidi incapaci di guardare al futuro. Noi non ci indignamo mai abbastanza o forse lo facciamo, troppo, solo nel silenzio delle nostre case e invece a volte bisogna prendersi il tempo e lo spazio per far sentire una voce, tante voci contrarie a questo pensiero comune, facciamolo. Cinzia
Sì Luciana, anch’io sono stupito, come dice Angelo nel suo nuovo post di oggi, che il tuo intervento non abbia suscitato commenti.
Sono propenso a credere ci sia una naaturale riservatezza ad entrare su questo tema senza scadere nelle battute e negli slogan.
D’altra parte è difficile trovare il tempo per sedersi e ragionare e mettere nero su bianco i propri pensieri, argomentando più diffusamente quello che la tua riflessione e la lettera del cittadino di Adro ci sugeriscono.
Non vorrei invece che il silenzio sia dovuto all’indifferenza.
Per quanto mi riguarda condivido le riflessioni di Gianni, di Angelo e le tue. Non mi dilungo quindi a ripetere in modo diverso concetti già espressi (e mi mannca il tempo per farlo…).
Una sola annotazione, credo non espressa qui: quello che mi ha indignato nella vicenda di Adro è stato anche sentire alcuni cittadini di quel paese che si scandalizzavano per il gesto nobile e disinteressato (tutto Cristiano oserei dire) dell’anonimo donatore. E la reazione del Sindaco leghista che sostiene che il versamento dei soldi non conclude la vicenda, dimostrando così che il problema non era finaniario per le casse comunali ma un vero e proprio atteggiamento razzista.
Per quanto riguarda il test di Angelo sono fuori concorso, troppo facile , ho appena letto il pezzo in un libro che vi ho suggerito recentemente (e questo è un bell’aiuto direi).
Luciana sono con te e credo molti altri.Quello che stà accadendo
purtroppo ci rattrista.Penso che il Sindaco avrebbe dovuto comunicare ai suoi cittadini le difficolta di alcune famiglie nel pagare la retta della mensa magari giustificata da una relazione delle assistenti sociali.Poi attivare azioni di solidarietà dei suoi cittadini delle associazioni della Parrochia. Probabilmente non avrebbe diviso come è avvenuto la sua comunità .La lettera del cittadino benefattore di ADRO va pubblicata.