La crisi tra noi
Non sappiamo in quante famiglie di Monte Marenzo c’è un disoccupato, un cassaintegrato, una persona in mobilità, o in cerca di una prima occupazione: temiamo che siano molti.
La crisi del sistema produttivo italiano si manifesta con sempre maggiore evidenza e sta colpendo duramente il territorio lecchese. Nelle ultime due settimane altri 2622 lavoratori sono andati ad aggiungersi ai 4107 già in cassa al 31 gennaio. I lavoratori che al momento nella nostra provincia stanno usufruendo degli ammortizzatori sociali sono 6729, e la crisi non accenna a diminuire.
Di fronte a questo disastro che ci accomuna a tutto il Paese, a tutt’oggi il governo non ha ancora elaborato alcun piano industriale strategico in grado di rilanciare la struttura portante della nostra economia.
Anche le industrie di Monte Marenzo sono in grave sofferenza. I dati che siamo riusciti a raccogliere mostrano una situazione più che allarmante.
La Bettini è l’impresa che appare in maggiore difficoltà. A marzo si aprirà una fase assai cruciale perché l’azienda ha preannunciato di avviare la fuoriuscita dal lavoro di 54 dipendenti, su un complesso di 102 addetti. Non dimentichiamo che c’è già stata una forte riduzione del personale; fino a due anni fa gli occupati erano 145. Attualmente si è in cassa integrazione straordinaria. L’azienda, che produce componenti antiusura in ceramica e porcellana per macchine tessili, ha risentito soprattutto della crisi in questo settore, non riuscendo a diversificare e innovare i prodotti per altri settori.
Altra azienda in crisi è l’Eucasting (ex Fomma). A fronte di 92 addetti, ben 12 persone sono in uscita. Attualmente è stato rinnovato per un altro anno il contratto di solidarietà che coinvolge tutti i lavoratori e che prevede una riduzione dell’orario di lavoro che va dal 25 al 90%.
Alla Kong è in atto da qualche tempo un contratto di solidarietà che in qualche modo riesce a mantenere in forza l’occupazione.
La Fondmetalli, 63 dipendenti in maggioranza donne, sono in cassa integrazione straordinaria, ma l’eventualità preoccupante che si sta delineando è che la direzione aziendale decida di ricollocare l’unità produttivo fuori dal territorio di Monte Marenzo. A questo punto diventerebbe concreto il rischio di dare un duro colpo agli attuali occupati.
A questo proposito abbiamo sentito il responsabile FIOM del nostro territorio, Domenico Alvaro, che ci ha dichiarato: “Come si vede la situazione è oltre la soglia di guardia e noi siamo fortemente preoccupati, soprattutto se consideriamo due fattori fondamentali. La prima è che il fondo per gli ammortizzatori sociali non sono infiniti, e quando verranno a scadenza prima che si sia manifestato qualche accenno di ripresa, le condizioni dei lavoratori potrebbero ulteriormente peggiorare.
La seconda questione è che la cassa integrazione, la mobilità, i contratti di solidarietà, riguardano i lavoratori a tempo indeterminato, nel frattempo hanno già perso il lavoro tutti i lavoratori atipici (contratti a progetto, a tempo determinato, ecc.) ai quali le aziende prima citate avevano fatto ricorso”.