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Quando le note risuonano in chiesa…

Quando le note di Diego de Hortiz risuonano nella chiesa di Monte Marenzo, gli sguardi degli spettatori sono tutti rivolti a destra, sopra la navata, sul palco dell’organo, la cantoria lavorata da Emesto Fontana nel 1921, dove Damiano Rota è all’organo e Chiara Lucchini suona il suo sax soprano.

La chiesa è interamente illuminata. Il concerto è in onore della Beata Vergine del Rosario, solenne festività della Parrocchia di San Paolo. La statua della Madonna con in braccio il Bambin Gesù, è stata posta su un altare proprio sotto il palco dell’organo, con dietro i paramenti bianco e azzurri, i suoi colori.

Serata d’eccezione sabato sera a Monte Marenzo. Don Giuseppe ha accolto gli ospiti distribuendo il programma del concerto e ha appena presentato i suoi interpreti. Damiano Rota è al suo terzo concerto. Ha appena lodato col parroco il glorioso strumento che, nonostante l’età avanzata, ha solo pochi segni di cedimento (è un magnifico organo Bossi del 1816).

Questa volta il Maestro Rota si accompagna con il sassofono di Chiara Lucchini, una splendida interprete di questo strumento. Nella prima partitura è al sax soprano e le note squillano nella chiesa con la sua ottima acustica. L’organo è quasi sommesso, vuole dare spazio, quasi con umiltà e per cavalleria alla sassofonista.

Gli spettatori seguono attenti, applaudono convinti, poi si sorprendono quando Rota annuncia altri brani, non più di musica classica del ‘500 e barocca, ma composizioni di musicisti del ‘900.

E’ davvero singolare ascoltare le note antiche dell’organo su queste musiche: un’“aria” di Bozza, una Milonga di Piazzolla, tre movimenti di Bouvard e, in finale, una “Messa” di Nosari.

Chiara Lucchini è passata al sax contralto, l’intesa con Rota è perfetta.

Rota fa precedere ogni pezzo da una piccola spiegazione, è una piccola lezione di musica alla quale assistiamo: commenti utili a noi profani e graditi a qualche intenditore presente.

La chiesa è affollata e gli spettatori seguono sempre più coinvolti il resto del programma che include anche alcuni brani dello stesso Damiano Rota.

Il Maestro spiega la scelta di rappresentare anche autori contempoaranei: invita gli acoltatori a non seguire esclusivamente i vecchi compositori. La musica classica deve crescere, non può rimanere ancorata a vecchi schemi. Se non si dà spazio ai contemporanei, se non li si fa conoscere, il movimento musicale rimane fossilizzato.

Il pubblico apprezza la novità, chiede due bis. L’ultimo è una “prova” tra i due interpreti che fraseggiano tra loro. Bravissimi.

Don Giuseppe nel ringraziare i musicisti e il pubblico ha una felice immagine: nell’ascoltare i brani è tornato mentalmente ad Assisi, nell’eremo di San Damiano, dove visse Santa Chiara.

I nostri interpreti questa sera si chiamano Damiano e Chiara (il pubblico sorride, annuisce), con loro abbiamo immaginato la serenità della natura, abbiamo dimenticato per un attimo le tristezze del presente, abbiamo immaginato gli affreschi di Assisi o di Santa Margherita, ci siamo pacificati con noi stessi.

Credo che la piccola morale di Don Giuseppe sia da condividere e di nuovo applaudire Chiara e Damiano. Compimenti.

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