Ricetta di giugno in cui ignare lumache si aggirano tra le scene di “diario di un saccheggio”
Ho ripensato alla frase che cita spesso un nostro amico contadino, e si sa che i contadini hanno il cervello fino, “qui mi sa che ogni giorno ci tolgono qualcosa, all’inizio cose lontane dalla nostra vita reale per abituarci, poi a poco a poco sempre più vicine, meno stipendio e pensione, meno lavoro, meno denaro, meno terra, meno acqua, ecc.. E ci dicono che i sacrifici sono necessari… se li facciamo noi”.
Ma torniamo alle lumache, dal momento che i polli sono ormai pronti per essere spennati…. ma, badate bene, non mangiati da noi.
In tempo di saccheggio delle risorse, tornerà sicuramente utile ricordarsi delle mie altre ricette e con questa sulle lumache procurarci in natura ottime proteine energetiche e gratuite.
Se corriamo il rischio che saccheggino tutto, almeno a noi resterà di saccheggiare le lumache, prima che venga a qualcuno in mente di privatizzarle!
Una precisazione: se dopo aver gustato la mia ricetta e visto il film qualcosa vi sarà rimasto sullo stomaco, non date colpa alle lumache, loro in fin dei conti non votano mai…… se potessero correrebbero di più.
Lumache trifolate come le faceva la mia nonna
Dopo un temporale, e solo a stomaco proprio vuoto, andate per boschi e strade di campagna muniti di un contenitore chiuso e cercate le lumache, avendo cura di raccogliere solo le più grosse ed in luoghi salubri, perché le lumache sono l’anello della catena alimentare più sensibile all’inquinamento.
Portatele a casa, se non sono scappate prima, e mettetele al sicuro in un recinto con un po’ di crusca per farle spurgare. Dopo un paio di giorni, se avete ancora fame, buttatele nell’acqua bollente salata e fatele cuocere per poterle togliere facilmente dal guscio. A quel punto sono pronte per divenire un succulento accompagnamento di polenta, facendole trifolare con prezzemolo, aglio, olio.
Marilena Chiari