Rinegoziati i mutui comunali
Il Consiglio Comunale di mercoledì 17 novembre ha rinegoziato i mutui con i quali il comune di Monte Marenzo ha realizzato gran parte delle opere pubbliche degli ultimi decenni.
Questo argomento è sempre stata l’occasione di divergenze istituzionali tra la maggioranza di Un paese per star bene e la minoranza, mentre l’altra sera c’è stato uno sforzo da entrambe le parti per approfondire quello che è il vero cuore della questione: con quali strumenti finanziari il comune può impiegare per far fronte alle spese di investimento necessarie per la comunità?
Ogni gruppo consiliare ha le sue convinzioni, ma l’altra sera, in gran parte grazie alla serietà e capacità dell’assessore Ornella Chiari, si è trovata la convergenza per accogliere la proposta della Cassa Depositi e Prestiti di allungare gli anni di ammortamento dei mutui, e quindi avere un po’ più di risorse sulle spese correnti, che sono sempre quelle più limitate.
Per onestà bisogna dire che questa unanimità è stata possibile per l’impegno dichiarato dell’Amministrazione di impiegare questa disponibilità (circa 20 mila euro l’anno, che non sono poi molti) possibilmente in beni durevoli e destinati a far ricadere i benefici sulle future generazioni.
L’operazione deliberata, anche nei suoi significati più programmatici, è ben riassunta dall’intervento svolto dall’assessore Chiari, qui riportato integralmente.
“Con la circolare n. 1278 del 21 settembre 2010 la Cassa Depositi e Prestiti, Società per azioni il cui azionista di riferimento è il Ministero del Tesoro,ha dato agli enti locali la possibilità di rinegoziare nei termini di durata i mutui in essere a tasso fisso e scadenti successivamente al 2013.
Già in passato ci sono state rinegoziazioni a cui il nostro comune ha aderito o no a seconda della convenienza.
Nel gruppo di lavoro si è discusso in modo costruttivo e collaborativo e di questo ringrazio tutti i componenti.
Sono stati presi in esame singolarmente i 20 mutui rinegoziabili e su ognuno di essi è stata fatta una valutazione così articolata:
- il tipo di bene finanziato rispetto alla sua durata nel tempo (per esempio lo scuolabus non può essere paragonato in termini programmatori ad un edificio scolastico);
- la differenza del tasso di interesse vigente e quello consentito dalla rinegoziazione;
- il tempo residuo per l’estinzione del mutuo originario e una relativa rinegoziazione che con questo tempo sia coerente; (per esempio se rimangono solo 5 anni per l’estinzione non è certamente opportuno rinegoziarlo a 30 anni).
A seguito di questa analisi abbiamo ritenuto non conveniente rinegoziare due mutui e precisamente quelli riferiti a:
- Scuolabus, per l’intrinseca caducità del bene;
- Parte degli impianti sportivi, perché il mutuo è assistito fino alla sua durata originaria da un contributo regionale specifico che abbatte i costi del comune in modo significativo.
Un aspetto particolare lo rivestono i mutui per la realizzazione del collettamento fognario che il Comune ha fatto negli anni precedenti. A seguito della entrata in funzione del sistema idrico integrato della provincia di Lecco (1° novembre 2010) il loro onere è trasferito alla società pubblica che gestisce tale servizio che, nello specifico, si tratta di Idrolario Spa di recente costituzione.
I mutui interessati sono otto8 di cui 4 rinegoziabili. Di questi ultimi Idrolario ne ha già presi formalmente in carico 2, i rimanenti sono in fase di istruttoria. E’ bene precisare che la procedura lascia al comune la titolarità dei mutui, mentre Idrolario provvederà al rimborso delle quote (ammortamento+interessi).
La conclusione dell’iter non è stata sino ad ora possibile in quanto l’entrata in esercizio di questa società risale al 1° novembre di quest’anno e le pratiche che sta istruendo ammontano a ben 900, tanti sono i mutui per i 90 comuni della provincia.
Nella corrispondenza intercorsa in questi giorni tra comune ed Idrolario, quest’ultima ci ha invitato comunque a rinegoziare i mutui alle condizioni da noi proposte.
Dei rimanenti 14 mutui abbiamo proposto di rinegoziarli alle condizioni che avete trovato nella documentazione depositata agli atti. Ritengo doveroso sottolineare che ilGruppo di lavoro ha proceduto ad una verifica puntuale di ogni singolo mutuo, trovando successivamente la condivisione della proposta formulata.
L’intera operazione può essere sinteticamente riassunta in queste cifre:
- 20 il numero dei mutui rinegoziabili;
- 18 il numero dei mutui rinegoziati;
- 1.355.000,00 euro circa l’importo residuo dei mutui rinegoziati alla data del 1° gennaio 2011;
- 156.000,00 euro circa l’attuale quota di ammortamento ed interessi annualmente a carico del bilancio comunale;
- 120.000,00 euro circa la quota annuale dopo la rinegoziazione;
- 36.000,00 euro circa il minor esborso di spesa corrente annua, di cui 5.700,00 circa a favore del bilancio di Idrolario.
Tengo a specificare che la cifra della quota rinegoziata e quindi il minor esborso sono valori non definitivi in quanto calcolati sui tassi di interesse pubblicati dalla Cassa depositi e Prestiti, ma che ogni settimana variano se pur per valori minimi. Il dato esatto, che ribadisco non discosterà molto da quello indicato, sarà congelato al momento della comunicazione di adesione alla proposta.
A questo punto si rende necessaria una riflessione sulle finalità da perseguire con questa maggiore disponibilità di spesa corrente; riflessione che è stata condotta anche in seno al gruppo di lavoro.
La rinegoziazione dei mutui è un’operazione finanziaria che il governo centrale promuove in favore degli enti locali nei momenti di difficoltà nel reperire le risorse per questi ultimi.
E’una sensazione, ma condivisa l’altra sera nel Gruppo di lavoro, che possa essere l’anticamera per una riduzione dei trasferimenti statali per il 2011 (anche perché ad oggi non ci sono conferme o maggiori informazioni su quello che sarà il bilancio in entrata per i Comuni).
Da qui la decisione di utilizzare questa possibilità per evitare di trovarci senza riduzione di spese e senza entrate storiche.
Però è bene sottolineare come questo metodo sostanzialmente consista nell’allungare nel tempo il debito pubblico, che inevitabilmente viene a gravare sulle future generazioni per le spese fatte da noi, ora e qui.
Questo ci deve indurre a non considerare questa disponibilità come un bene da spendere immediatamente,quasi volessimo tamponare le emergenze quotidiane, o far fronte alle esigenze di quanti in questo momento fanno questa operazione. Bensì ci deve essere un coerente impegno a far sì che questa risorsa serva a realizzare opere ed interventi i benefici dei quali possano ricadere sulle generazioni future, perché è a loro che in questo momento stiamo chiedendo di saldarci i conti.
Noi non sappiamo cosa ci possano riservare i prossimi mesi e i prossimi anni rispetto all’andamento economico generale del nostro paese e, pertanto, quali conseguenze potranno determinare sui livelli di servizi e di relazioni civili degli enti locali: magari saremo costretti a far fronte a delle emergenze e a delle criticità che richiederanno l’impiego di nostra ogni risorsa disponibile. Però dobbiamo tenere fermo per quanto possibile il principio di non pregiudicare il futuro dei nostri giovani e non riversare su di loro i costi di vantaggi che noi ora stiamo usufruendo. Io penso che, per fare un esempio,il modo migliore per realizzare tutto questo sia investire nella valorizzazione e tutela dell’ambiente e delle risorse non rinnovabili della nostra comunità.”