“Buonasera, sono Severn Suzuki”…
Alcuni giorni fa riceviamo da Valeria Comi una richiesta:
Conosci Severn Suzuki?
Valeria
Scrivo a Valeria di spiegarci meglio perché ritiene di pubblicare l’appello di Severn Suzuki. Il nostro sito si occupa quasi esclusivamente di temi locali. C’è una ragione particolare? Un evento specifico?
La risposta arriva oggi:
Caro Sergio,
Lavoro alla CGIL e vedo quotidianamente, da anni, uomini e donne che hanno problemi di denaro, di salute, e la sensazione che emerge nei loro volti è la paura, si chiudono in se stessi per difendere l’illusione che, proteggendo ciò che possiedono, incolpando gli intrusi, ieri i “terroni e oggi gli starnieri” di portrsi via il lavoro, le case, gli appuntamenti in ospedale….., ci si possa salvare.
Il mondo è governato da pazzi senza un progetto umano, che continuano ad avere l’unico riferimento per le decisoni che riguardano la nostra vita quello del denaro ad ogni costo.
Paradossalmente i migranti , molto numerosi , sono esempi di dignità e di chiarezza mentale a volte stupefacenti. Un giorno un uomo senegalese, dopo un lungo e accorato scambio di idee sulla sua vita in italia, dopo 20 anni di lavoro, 9 figli, un solo stipendio, una conoscenza politica locale e internazionale profonda, mi ha detto che il problema di noi italiani che non sappiamo ciò che vogliamo. E’ vero siamo storditi e impauriti.
Così è………………
Il discorso di Severn Suzuki ci riguarda indipendentemente dalle ricorrenze, per me è illusorio ancorarsi alla celebrazione, ad esempio della giornata della terra, ogni giorno la terra ci ospita e ci dà la vita.
Nella valle san martino l’associazione dei contadini lo testimoniano ogni giorno dell’anno. Il discorso di questa bambina mi ha colpito per il coraggio che ha espresso attraverso parole vere e forti, purtroppo molto attuali dopo 17 anni.
Ho legami affettivi molto intensi con amici che abitano le terre di Monte Marenzo, personalmente non credo ai confini, siamo parte del tutto. Comprendo che delimitando il vostro progetto alla territorialità, possiate meglio gestire nella quotidianità le questioni che vi stanno più a cuore e lo fate bene, molto bene. Vi ringrazio perchè siete un ottimo esempio.
Se senti necessario trovare un aggancio locale, va bene: che ne sappiamo delle radiazioni che ancora oggi vagano incontrollate nell’aria , anche quella che noi respiriamo in valle, dopo 25 anni da Chernobyl? E quelle dal Giapponone. Il referendum prossimo sull’accqua pubblica, sulle centrali nucleari in italia…… tanti gli agganci…… tanti gli argomenti contenuti nel discorso di Severn……… scegli tu.
Grazie di cuore.
Valeria
Ecco il testo dell’intervento che Seven Suzuki, “La ragazzina che zittì il mondo per 6 minuti“, fece nel 1992 a Rio de Janeiro, dove si svolse il primo Summit della Terra.
“Buonasera, sono Severn Suzuki e parlo a nome di ECO (Environmental Children Organization).
Siamo un gruppo di ragazzini di 12 e 13 anni e cerchiamo di fare la nostra parte, Vanessa Suttie, Morgan Geisler, Michelle Quaigg e me.
Abbiamo raccolto da noi tutti i soldi per venire in questo posto lontano 5000 miglia, per dire alle Nazioni Unite che devono cambiare il loro modo di agire.
Venendo a parlare qui non ho un’agenda nascosta, sto lottando per il mio futuro.
Perdere il mio futuro non è come perdere un’elezione o alcuni punti sul mercato azionario.
Sono a qui a parlare a nome delle generazioni future.
Sono qui a parlare a nome dei bambini che stanno morendo di fame in tutto il pianeta e le cui grida rimangono inascoltate.
Sono qui a parlare per conto del numero infinito di animali che stanno morendo nel pianeta, perchè non hanno più alcun
posto dove andare.
Ho paura di andare fuori al sole perché ci sono de buchi nell’ozono, ho paura di respirare l’aria perchè non so quali sostanze chimiche contiene.
Ero solita andare a pescare a Vancouver, la mia città, con mio padre, ma solo alcuni anni fa abbiamo trovato un pesce pieno di tumori.
E ora sentiamo parlare di animali e piante che si estinguono, che ogni giorno svaniscono per sempre.
Nella mia vita mia ho sognato di vedere grandi mandrie di animali selvatici e giungle e foreste pluviali piene di uccelli e farfalle, ma ora mi chiedo se i miei figli potranno mai vedere tutto questo.
Quando avevate la mia età, vi preoccupavate forse di queste cose? Tutto ciò sta accadendo sotto i nostri occhi e ciònonostante continuiamo ad agire come se avessimo a disposizione tutto il tempo che vogliamo e tutte le soluzioni. Io sono solo una bambina e non ho tutte le soluzioni, ma mi chiedo se siete coscienti del fatto che non le avete neppure voi.
Non sapete come si fa a riparare i buchi nello strato di ozono, non sapete come riportare indietro i salmoni in un fiume inquinato, non sapete come si fa a far ritornare in vita una specie animale estinta, non potete far tornare le foreste che un tempo crescevano dove ora c’è un deserto.
Se non sapete come fare a riparare tutto questo, per favore smettete di distruggerlo.
Qui potete esser presenti in veste di delegati del vostro governo, uomini d’affari, amministratori di organizzazioni, giornalisti o politici, ma in verità siete madri e padri, fratelli e sorelle, zie e zii e tutti voi siete anche figli.
Sono solo una bambina, ma so che siamo tutti parte di una famiglia che conta 5 miliardi di persone, per la verità, una famiglia di 30 milioni di specie.
E nessun governo, nessuna frontiera, potrà cambiare questa realtà.
Sono solo una bambina ma so e dovremmo tenerci per mano e agire insieme come un solo mondo che ha un solo scopo.
La mia rabbia non mi acceca e la mia paura non mi impedisce di dire al mondo ciò che sento.
Nel mio paese produciamo così tanti rifiuti, compriamo e buttiamo via, compriamo e buttiamo via, compriamo e buttiamo via, e tuttavia i paesi del nord non condividono con i bisognosi.
Anche se abbiamo più del necessario, abbiamo paura di condividere, abbiamo paura di dare via un po’ della nostra ricchezza. In
Canada, viviamo una vita privilegiata, siamo ricchi d’acqua, cibo, case abbiamo orologi, biciclette, computer e televisioni.
La lista potrebbe andare avanti per due giorni.
Due giorni fa, qui in Brasile siamo rimasti scioccati, mentre trascorrevamo un po’ di tempo con i bambini di strada.
Questo è ciò che ci ha detto un bambino di strada: “Vorrei essere ricco, e se lo fossi vorrei dare ai bambini di strada cibo, vestiti, medicine, una casa, amore ed affetto”.
Se un bimbo di strada che non ha nulla è disponibile a condividere, perchè noi che abbiamo tutto siamo ancora così avidi?
Non posso smettere di pensare che quelli sono bambini che hanno la mia stessa età e che nascere in un paese o in un altro
fa ancora una così grande differenza; che potrei essere un bambino in una favela di Rio, o un bambino che muore di fame in Somalia, una vittima di guerra in medio-oriente o un mendicante in India.
Sono solo una bambina ma so che se tutto il denaro speso in guerre fosse destinato a cercare risposte ambientali, terminare la povertà e per siglare degli accordi, che mondo meraviglioso sarebbe questa terra!
A scuola, persino all’asilo, ci insegnate come ci si comporta al mondo.
Ci insegnate a non litigare con gli altri, a risolvere i problemi, a rispettare gli altri, a rimettere a posto tutto il disordine che facciamo, a non ferire altre creature, a condividere le cose, a non essere avari.
Allora perché voi fate proprio quelle cose che ci dite di non fare?
Non dimenticate il motivo di queste conferenze, perché le state facendo?
Noi siamo i vostri figli, voi state decidendo in quale mondo noi dovremo crescere.
I genitori dovrebbero poter consolare i loro figli dicendo: “Tutto andrà a posto. Non è la fine del mondo, stiamo facendo del nostro meglio”.
Ma non credo che voi possiate dirci più queste cose. Siamo davvero nella lista delle vostre priorità? Mio padre dice sempre siamo ciò che facciamo, non ciò che diciamo.
Ciò che voi state facendo mi fa piangere la notte. Voi continuate a dire che ci amate, ma io vi lancio una sfida: per favore, fate che le vostre azioni riflettano le vostre parole.”
Sono passati già 25 anni da quando prese la parola una bambina nel 1992 a Rio de Janeiro, dove si svolse il primo Summit della Terra!
Buon pomeriggio, volevo farle innanzi tutto i complimenti per il video emblematico che ha fatto quando era una ragazzina. Mi piacerebbe tanto incontrarla pensa sia possibile?
Graziano, bello il tuo scritto del 31/12/2002!
Al di là della data da bilancio di fine anno e proponimenti per l’anno che verrà, è giusto quello che anch’io penso su cosa dovremmo lasciare alle generazioni future.
Invece…
Invece si fa la gara per consumare, distruggere, contaminare…
Grazie anche a Valeria per la sua lettera ed averci ricordato quella bimba (sinceramente non rammentavo questa storia).
Anche dal nostro sito possiamo fare una piccola campagna di sensibilizzazione a chi ci legge.
http://www.partell.it/2002-12-31%20Cosa%20lasciare%20ai%20figli.pdf
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