Mercoledì mattina Calolzio e la Valle San Martino hanno perso un altro pezzo del loro patrimonio storico artistico.

Hanno demolito gli intonaci interamente decorati di un villino liberty.

La casa si trova in via don Carlo Bolis sulla curva per andare alla Ca’. Penso che molti la conoscano e l’abbiano ammirata, dovendo rallentare per il tornante sul quale è posizionata.

Le facciate, ricche delle loro decorazioni geometriche che incorniciavano il sottotetto, le finestre e le porte, avevano il fascino dell’antico, slavate dal tempo e dagli agenti atmosferici, ma conservavano il gusto e la sobrietà delle residenze di inizio novecento.

Qualcuno penserà “poca cosa”, in realtà quegli intonaci oltre al valore storico artistico erano testimoni di un’epoca storica, un’epoca di gloria, in cui Calolziocorte era meta di villeggianti per lo più milanesi, che venivano a soggiornare nella nostra valle per la salubrità dell’aria e i suoi panorami. Il valore aggiunto stava anche nella concentrazione in poche decine di metri di una decina di questi villini liberty, alcuni irrimediabilmente deturpati dalle ristrutturazioni, altri ancora “miracolosamente” preservati nelle decorazioni, per lo più a graffito e negli impianti architettonici.

C’è stato un interessamento di alcuni operatori di restauro che hanno sollevato il caso ai rappresentanti dell’amministrazione comunale di Calolzio e della minoranza, e non da poco l’attenzione e l’interessamento della Sovrintendenza ai Monumenti.

Purtroppo quei villini non sono vincolati, non lo sono stati  nello scorso Piano Regolatore nonostante la richiesta dell’opposizione, lasciando così la loro tutela alla sensibilità dei singoli.

Così si arriva sempre in ritardo, miopi dinanzi alle ricchezze del nostro territorio, siano esse naturalistiche, storiche o artistiche.

Capiremo che è nel nostro interesse tutelarle solo quando ormai non ci sarà più niente da tutelare?

Cinzia Mauri, restauratrice

Presidente dell’associazione culturale UPper