E’ morto Pio Galli storico sindacalista della Fiom
Pio Galli è mancato lunedì sera a Lecco, aveva 86 anni e era ammalato da tempo ed era ricoverato alla clinica Mangioni di Lecco, dove si è spento nel tardo pomeriggio di ieri, lasciando la moglie Gina e i figli Ivan e Laika.
Nel 1980 era stato protagonista della lunga vertenza alla Fiat, che si concluse con la marcia dei 40 mila.
Una figura che ha passato da protagonista gli anni più difficili del sindacalismo del secolo scorso Pio Galli figlio di operai e operaio lui stesso, Aveva avuto una infanzia durissima di povertà estrema e dignitosa e di lavoro precoce, era d’origine di Rancio, rione in cui il suo cuore è sempre restato.
Appena terminata la guerra, giovane operaio nell’acciaieria Arlenico Caleotto di Lecco e dopo aver partecipato alla lotta partigiana, Galli fu chiamato a far parte di quella che era chiamata la «polizia popolare» e in questo ruolo fu assegnato alla scorta di Winston Churchill, che nel settembre del 1945 si trovava a Menaggio (Como).
Segretario generale della CGIL di lecco dal 1954 al 1962, ma a livello nazionale è conosciuto per essere stato segretario della Fiom dal 77 all’85. Periodo in coda agli anni di piombo, ossia del terrorismo che in Italia provocò una svolta sociale ed iniziò a modificare le relazioni industriali.
Al suo nome è legata la famosa marcia dei 40mila a Mirafiori durante una drammatica trattativa con la Fiat, da sindacalista si confrontò direttamente con Romiti, che guidava l’industria degli Agnelli.
Nell’impegno sindacale, Pio Galli si è seduto al tavolo con personaggi che sono nella storia della nostra Repubblica, da Francesco Cossiga a Donat Cattin, da Giovanni Agnelli a Cesare Romiti. Era uomo tenace e di alta statura morale.
Tutto è raccontato nel libro “Da una parte sola.Autobiografia di un metalmeccanico”.Era una lotta quotidiana per sopravvivere; te ne rendevi conto anche se eri bambino, perché dovevi fare la tua parte per tirare avanti. Dopo la scuola, prima del buio, andavo a pescare nel fiume. Avevo trovato una canna di bambù abbastanza elastica. I vermi per la lenza, le “ambrottole”, li cercavo tra pile di letame.
Se portavo a casa qualche pesce si mangiava di più. Oppure dovevo andare nei boschi per funghi o nei prati a raccogliere cicoria o erbette di campo, che avevano foglie come quelle degli spinaci. La maggior parte del cibo te la dovevi procurare, non c’era denaro per comprarlo”. Siamo sempre l”, alle erbe “di cui la fame aveva insegnato che anche gli uomini potevan vivere”.
“Il compito più faticoso era far legna. Non si azzardavano a mandarmici da solo”. Ci andava col padre, per aggiungere qualcosa alla segatura. E per le scarpe e i vestiti? “Le prime scarpe le ho messe a otto anni. rima ho sempre portato gli zoccoli. Il legno si consumava in fretta. Si aprivano a metà e mi ferivano le dita dei piedi. Mio padre li rimetteva insieme con i chiodi, ma dopo un po’ si rompevano di nuovo. Allora andavo a piedi nudi. Le calze le mettevo solo per andare a scuola quando faceva freddo, erano calzerotti che faceva mia madre. Non ho mai portato le mutande. Avevo i pantaloni con la patenda, che si aprivano dietro come quelli dei sanculotti”.
In questi difficili momenti, successivi all’annuncio della morte di Pio Galli,la Cameradel lavoro di Lecco – attraverso il segretario generale Wolfango Pirelli – ha allestito la camera ardente nella sede sindacale in via Besonda. Dalla sede della CGIL avranno inizio i funerali giovedì 15 dicembre alle ore 14, ai quali dovrebbero partecipare anche il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, e quella della Fiom Maurizio Landini.
Fabrizio Fontana
La redazione di UPper partecipa al dolore della famiglia e del “suo” sindacato.
(foto di Giorgio Toneatto)
condivido a pieno il pensiero di Sergio,Pio erea un grande amico e un grande sindacalista ho avuto il piacere e l’onore di averlo come segretario della FIOM di salutarlo ai tantissimi congressi nazionali e locali e a Monte Marenzo quando era ospite dai Chiari. era presente pochi mesi fa ai funerali di Remo Viganò ci siamo salutati con affetto, ciao Pio ci mancherà il tuo esempio di uomo determinato della tua umanità ed esempio morale.
Pio Galli era un buon amico di Monte Marenzo, veniva spesso nel nostro paese, ospite della famiglia Chiari, e d’estate capitava spesso venisse a cena nelle Feste dell’Unità che si organizzavano negli anni ’80 e ’90, o invitato a qualche dibattito.
E’ stato per tutti noi un onore conoscerlo e discutere con lui di politica e lavoro. Un uomo alla mano e pieno di ironia. Un esempio di forza e determinazione morale non comune.