Il caso di Angelo Gandolfi finisce in Parlamento
Il 1° agosto il nostro sito ha ospitato in anteprima la lettera di Angelo Gandolfi, poi ripresa con evidenza dalla stampa locale, con la quale denunciava come i disabili affetti da malattie gravi e irreversibili devono continuamente certificare, anzi, giustificare il loro stato anche dopo decenni dal manifestarsi della malattia, per percepire un’indennità di accompagnamento di pura sopravvivenza.
Il caso, che è comune a migliaia di persone, è approdato in Parlamento attraverso un’interrogazione rivolta dalla deputata Lucia Codurelli al Ministro del Lavoro Sacconi.
La parlamentare sottolinea come con la scusa di scovare i falsi invalidi il Governo ha condotto “una vera e propria caccia alle streghe nonché battaglie puramente ideologiche che hanno costretto i veri invalidi a pesanti iter burocratici senza fine, per vedere riconosciuto un loro diritto”. Le migliaia di controlli affidati all’Istituto previdenziale hanno determinato una situazione di pesanti disfunzioni nel sistema degli accertamenti, ha continuato Codurelli, registrando ”gravissime inefficienze, che hanno provocato e stanno provocando tutt’ora disagi a persone già drammaticamente colpite, costrette ad aspettare mesi e mesi prima di vedere riconosciuto il loro diritto”. Tutto questo nonostante ci fossero state assicurazioni dal Governo che i controlli non avrebbero influenzato la regolare evasione delle pratiche relative alle visite da parte delle commissioni mediche. Il caso sollevato da Gandolfi, ha sottolineato la deputata del PD, contraddice l’onorevole Bellotti, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che ebbe a rassicurare “circa la cautela con cui si effettuano i controlli, in particolare nei confronti delle persone affette da patologie ingravescenti o stabilizzate”. Concludendo Codurelli chiede “Se non reputa grave, pur riconoscendo legittimo il diritto alla verifica, l’atteggiamento dell’Inps nei confronti del caso citato in premessa e se non ritiene urgente intervenire per evitare che altre persone, con grave disabilità, siano costrette a subire il medesimo trattamento.”
Su questo tema sono intervenuti pubblicamente anche il presidente UILDM provinciale, Gerolamo Fontana, e Sergio Pomari dello SPI – CGIL. Attendiamo anche le risposte da parte dei destinatari della presa di posizione di Gandolfi: l’INPS e il Ministro Sacconi.