L’economia domestica salverà il mondo
“Le donne del mondo ogni giorno vanno a lavorare, preparano da mangiare, puliscono le case, coltivano le terre, cuciono i vestiti, partoriscono, educano e curano i bambini, si prendono cura degli anziani e delle persone deboli della comunità. La maggior parte di tutto questo non lascia traccia nelle statistiche ufficiali; solo il lavoro formale verrà rilevato nel calcolo del PIL, anche se nessuno mette in discussione il contributo di queste attività al benessere delle nostre società.”
Possiamo tentare un’altra strada?
Questo l’interrogativo che Elena Sisti ha premesso all’incontro che ieri sera si è tenuto a Monte Marenzo e promosso dal PD locale.
Il ragionamento di Elena Sisti, economista e ricercatrice (esperta in project finance e analisi macroeconomica, tra l’altro ha lavorato per Bloomberg Londra e New Economics Foundation), ha il pregio di partire da osservazioni quotidiane sul ruolo sociale della donna, sempre supportate da attente analisi dei dati, per dimostrare come una visione prepotentemente maschile dei modelli economici correnti e tradizionali abbia provocato danni e guasti profondi al livello di benessere degli individui, nonostante il complesso della ricchezza prodotta sia enorme.
Un’economia fondata sul rischio, sull’aggressività e sulla spregiudicata libertà dei mercati, sullo spreco, sul profitto ricavato dal differenziale degli squilibri dentro gli stati e a livello planetario, ha scatenato la crisi finanziaria del 2008, della quale stiamo pagando un prezzo altissimo (PIL in decrescita dopo sessant’anni, aumento della disoccupazione e delle povertà, spesi 30 triliardi di dollari per salvare un sistema finanziario che persevera nell’errore).
Elena Sisti e Beatrice Costa, con lei coautrice del libro “Le donne reggono il mondo”, propongono invece un approccio completamente diverso, che si fonda su un pensiero tanto antico quanto suggestivo. Il termine “economia” viene dal greco “legge della casa”, e ancora oggi la famiglia rappresenta il fulcro, la parte preponderante della filiera produzione, consumo, scambio, che regola e regge i processi economici. I guai – per le donne e conseguentemente per l’intera società – derivano dal fatto che la ricchezza prodotta dal lavoro delle donne fa girare il mondo ma, come si accennava all’inizio, è in gran parte non riconosciuto e ampiamente non retribuito.
E’ una anomalia che possiamo tranquillamente definire immorale, ma che le autrici tendono a non sovrastimarlo rispetto ad un giudizio estremamente severo, che sta tutto nella teoria economica imperante e in questo interrogatico. E’ mai possibile che quando si progettano pezzi della nostra società non viene mai calcolata la ricchezza che il lavoro delle donne apporta a quel progetto? E’ stato fatto un esempio calzante. Un ingegnere fa una prestazione di alta professionalità e per questo viene retribuito adeguatamente. Invece, non viene riconosciuta e retribuita la prestazione della moglie che gli ha consentito di raggiungere quella performance: allevare e curare i figli di entrambi, custodire la casa di entrambi, assistere l’anziana madre (di lui), e via discorrendo.
La soluzione, ha sostenuto Elena Sisti, non sta nel retribuire il lavoro di casalinga, che relegherebbe nel solo luogo familiare il peso della complessità del vivere, strappando definitivamente e pericolosamente la trama della responsabilità e della condivisione sociale. Né è possibile che la soluzione stia in una organizzazione sociale che si limiti a conciliare il tempo della donna super oberata (lavoro formale + lavoro informale).
La strada che si indica è la condivisione tra donne e uomini delle responsabilità dei carichi familiari, nessuno escluso, come medesime devono essere le opportunità di lavoro, l’accesso alle cariche istituzionali, e via con tutte quelle cose che ci diciamo da tempo.
Gabriella Zaina (responsabile delle politiche di genere del PD provinciale), ha concluso sottolineando come “Le donne reggono il mondo” è un libro con molti dati analitici, riflessioni, proposte intriganti per rovesciare punti di vista ormai consunti, invito ad esperienze di altra economia in grado sicuramente di fare meglio rispetto al fallimento degli apprendisti stregoni della finanza.
Il libro è in vendita presso la libreria Il viaggiatore leggero, via XXV Maggio, Calolziocorte.