La casetta dell’acqua anche a Monte Marenzo. Inaugurazione il 13 agosto
L’approvvigionamento di acqua pura e pulita da fonti pubbliche sta diventando un costume diffuso in molti comuni d’Italia.
L’acqua è un patrimonio inestimabile a portata di tutti. Pochi però sanno sfruttare appieno il suo prezioso potenziale. Cosa spinge sempre più persone a preferire casette dell’acqua e fontane pubbliche all’acqua in bottiglie o al rubinetto di casa? Ci troviamo davanti ad un cambiamento non trascurabile nelle abitudini di molti cittadini, dettato a metà da una coscienza ecologica orientata a riciclo e risparmio di inutili (e spesso ingombranti) contenitori di plastica e vetro, e metà dal desiderio di godere appieno di un bene naturale e prezioso come quello dell’acqua, assaporandola nella sua integrità senza il rischio di cattivi sapori o impurità.
L’Amministrazione di Monte Marenzo, in particolare l’Assessorato all’Ambiente, ha deciso di fare installare una “casetta dell’acqua” in via Colombara. L’inaugurazione è prevista per sabato 13 agosto alle ore 11.
Qui sotto trovate il pieghevole completo di tutte le informazioni che verrà distribuito porta a porta, assieme alla tessera per prelevare l’acqua e ad una bottiglia di vetro riutilizzabile personalizzata.
Ci auguriamo che questa novità venga gradita dai cittadini di Monte Marenzo, così come avviene alla fontana “ACQUA COMUNE” di Mandello dove si fa volentieri la fila, con le bottiglie di vetro, per prendere l’acqua naturale gratuita o quella gassata e refrigerata a pochi centesimi. I nonni coi nipoti, le casalinghe e i pensionati si scambiano i saluti. Si parla del tempo, dei fatti di cronaca o di politica. La fontana “ACQUA COMUNE” è diventata così una moderna ed ecologica dispensatrice del bene più prezioso e, allo stesso tempo, luogo di incontro come le antiche fontane. Si è anche ridotto l’uso delle bottiglie di plastica.
Cinzia, oggi non potrò festeggiare con voi l’inaugurazione (son messo proprio male), ma il tuo intervento mi ha ricordato che la Biblioteca di Monte Marenzo ha contribuito, con altri, a far realizzare un lavatoio in Madagascar: “il lavatoio del Peppo”.
Peppo era un amico di Monte Marenzo che ci ha lasciato qualche anno fa. Per ricordarlo la sua famiglia, gli amici (di Spaiano e della scuola popolare) e la Biblioteca di Monte Marenzo organizzarono una serata per raccogliere fondi.
L’articolo è ancora sul sito del Comune a questo link:
http://www.comune.monte-marenzo.lc.it/docinf.jhtml?param1_1=N1169f6ed9ca41124c34
Poi il progetto fu realizzato e, da qualche parte qualche amico dovrebbe avere le foto del lavatoio.
Sempre sul sito del Comune ho trovato questo articolo che risale al 2004.
Pronto il lavatoio in Madagascar per ricordare Peppo
Vi ricordate l’iniziativa “Serata Madagascar, per ricordare Peppo”, svoltasi Sabato 27 Settembre 2003.
Ebbene un anno dopo riceviamo l’annuncio che il lavatoio è pronto per l’inaugurazione.
Abbiamo così tenuto fede all’impegno che, con gli amici e la famiglia di Peppo, ci eravamo prefissi: quello di costruire un “lavatoio” per soddisfare le richieste d’acqua del villaggio di Anpandrana, nel nord-est del Madagascar. Un impegno concreto per ricordare un amico che ci ha lasciato.
Ecco cosa ci scrive Bigai:
Ciao a tutti, Ho il piacere d’annunciarvi che il “lavoir di Peppo” è pronto a 99% rimangono solo l’iscrizione e la pittura.
A proposito dell’iscrizione abbiamo pensato a mettere questo in Malgascio : DONO Alla memoria di PEPPO Cortenova (FANOMEZANA Fahatsiarovana an’i PEPPO Cortenova).
Vi prego di confermarmi se vi va e/o se volete cambiare/aggiungere qualcosa. Grazie di mandarci una risposta quanto prima.
A questo punto, penso che possiamo già pensare all’inaugurazione – qui l’usanza vuole che ogni opera sia inaugurata prima d’essere usata – Naturalmente noi speriamo che almeno uno di voi, membra della famiglia/amici di Peppo venisse per questa inaugurazione.
Aspetto quindi le vostre notizie.
Grazie e a presto.
Un abbraccio
Bigai
P. S : Vi prego di mettere tutti gli altri interessati al corrente. Grazie.
Come vedete anche lì hanno fatto una inaugurazione, immaginiamo con l’acqua del Peppo (e un po’ di Monte Marenzo).
Io, come amministratore e come cittadina, sono contenta che oggi si inaugurari questa casetta-distributore d’acqua pubblica. Contenta ed anche un po’ emozionata per tutto quello, per tutti i significati, quei vissuti che si nascondono dietro, dentro questo bene primario. Siamo ACQUA, senza di essa non esiterebbe la vita. In molti Paesi della Terra molte persone, molte di più dei fortunati che possono recarsi ad una casetta dell’acqua o aprire il rubinetto di casa per disporne, percorrono chilometri per raggiungere il bene più prezioso e a volte è inquinato e non sicuro.
Non dico questo per fare discorsi lontani e demagogici ma perchè a volte per dare il giusto valore alle cose basta guardarle da un’altro punto di vista, dargli un significato più alto.
Il signor Marco usa toni perentori per fare domande sulla casetta dell’acqua e, con altrettanto cipiglio, chiude il suo commento intimando “aspetto risposte”. Non avendo esplicitato da chi aspetta risposte, mi permetto raccontare quanto io so, con il beneficio della inevitabile soggettività di cui siamo tutti portatori.
Uno degli obiettivi primari della casetta dell’acqua è quello di ridurre il consumo dell’acqua minerale in bottiglia, soprattutto nei contenitori di plastica, per i motivi ampiamente illustrati: ridurre la quantità di inquinanti che si mettono in circolo. Si usa il petrolio per costruire le bottiglie di plastica, si brucia petrolio a portarle in giro con i tir (comprese quelle di vetro), si creano montagne di materie seconde da riciclare a costi sempre maggiori.
L’erogatore non è in contrasto con il prelievo dell’acqua del rubinetto per il consumo alimentare; anzi è il miglior veicolo promozionale per il ricorso al sistema idrico pubblico, perché mentre ne lascia intatte le caratteristiche fisico-chimiche, rende l’acqua più gradevole al palato e più vicina ai gusti e alle abitudine dei consumatori (per esempio facendola frizzante), a prezzi decisamente più vantaggiosi rispetto a qualsiasi acqua minerale. Infatti, alcune famiglie si sono dotate di analoghe apparecchiature domestiche, che però non tutti possono permettersi per i costi non indifferenti.
Il proprietario e il responsabile della gestione del distributore è IMSA, che ha realizzato le casette in modo conforme alle prescrizioni igienico-sanitarie per la commercializzazione dell’acqua.
Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche della struttura, la descrizione dei materiali impiegati, i particolari relativi alla filtrazione, sterilizzazione, processo di refrigerazione, gassatura, erogazione, ecc., è bene rivolgersi all’Ufficio tecnico comunale, che la metterà in relazione con la ditta produttrice dell’impianto, dove gli ingegneri progettisti saranno lieti di illustrarle l’intero know how.
Ovviamente, l’erogatore dell’acqua alla spina è una opportunità in più che si offre ai cittadini e non è obbligatorio ricorrervi. Se lei non intende avvalersene è del tutto legittimo, così come è doveroso per l’Amministrazione comunale cercare di migliorare costantemente la già ricca dotazione di servizi in favore della nostra comunità.
Mi scuso se non riesco ad assumere il giusto tono perentorio per contraccambiare il saluto, ma appartengo alla generazione vintage che non sa far altro che ricorrere ad un gentile: “Cordiali saluti, Angelo Gandolfi”.
Le argomentazioni usate da Angelo sono apprezzabili, anche se non condivise del tutto ,in quanto ha fornito al sottoscritto elementi in più sui dati dell’ oggetto in discussione.
Angelo ritiene che le mie preoccupazioni siano eccessive, e spero tanto che lui abbia ragione, e vero la situazione legata alla qualità della vita in via Colombara è migliorata anche se purtroppo soprattutto nella stagione estiva si registrano spesso e volentieri casi di disturbo e di sicurezza, basta chiederlo ai condomini di via Colombara per avere una conferma di quello che dico.. Il problema di viabilità intorno all’ area scuola e municipio e vero è critica, ma soltanto in alcuni orari, e periodi dell’ anno, ma ho indicato quelle aree per non dire per esempio che si poteva valutare anche altre zone del paese per esempio la zona del cimitero li secondo me sarebbe stata sicuramente l’area più azzeccata, o anche li ci sono problemi di viabilità?
il punto di divergenza è rappresentato da fatto che, un amministrazione attenta e sensibile alle problematiche dei cittadini avrebbe in primo luogo coinvolto la cittadinanza per presentare i il progetto,o perlomeno gli abitanti di via Colombara, dato che sono quelli più coinvolti , secondo avrebbe evitato di posizionare la casetta in una zona abitativa dove già esiste un centro sportivo, un Bar e un parchetto per i bambini. Perché altri Comuni che hanno già lo stesso progetto hanno usato certi criteri, cioè fuori dalla centralità del paese appunto , per evitare disagi ai cittadini e il comune di Monte no? Forse per dare anche la possibilità di chi non guida di usare il servizio?? Mah! E poi a relazionare tutti qui devono venire? E se si verificasse il contrario? Io rimango nella convinzione che l’ amministrazione su questo caso abbia sottovalutato troppe cose , possiamo anche sbagliarci anzi speriamo di sbagliarci, non ci resta che attendere e vedere come andranno le cose, i residenti continuiamo ad essere molto preoccupati e su una futura ipotesi di trasformare questa via in zona pedonabile in alcune ore della stagione estiva vedo questo progetto sempre più lontano.
E’ positiva la discussione ma gli argomenti e le risposte non mi soddisfano.
Vorrei sottoporre le seguenti domande a seguito della lettura del pieghevole e commenti:
1-“l’acqua migliore è quella tutti giorni consumi: l’acqua del rubinetto”…..che senso ha installare il distributore automatico?
2-“per garantire la massima sicurezza igenico-sanitaria il becco di erogazione non è raggiungbile dalle mani”……..penso che ogni cittadino non prelevi con bottiglie sterilizzatecon
3-“il distributore automatico oltre a refrigerare vedo che microfriltra e decolora”…….con che tecnologia
4-“i vantaggi di una casetta sono notevoli….incentiva l’uso della nostra acqua potabile per il consumo alimentare……….l’acqua del rubinetto è a km zero”…..verissimo il rubinetto è installato a casa mia e non in via Colombara
5-“l’acqua del rubinetto tutela meglio la salute è molto più controllatarispetto alle acque minerali……” il distributore non è un rubinetto di casa mia
6-“ma siamo sicuri che l’acqua del nostro rubinetto sia buona?……hidrogest, asl 4 analisi campioni…reti….fino ai nostri contatori” ma dopo i contatori hidrogest e asl perepeppe o sbaglio a leggere il dlgs 31 2001 e succesivi?
7-“le caratteristiche chimico-fisiche” come da punto 3 l’acqua erogata dal distributore subisce dei processi……
8-“il distributore è pubblico”….quali sono gli obblighi principali di legge e le prasi igenico-sanitarie?
9-con che Frequenza verrà monitorato il distributore….intendo analisi chimico-fisiche?
10-CHI è il responsabile del distributore: comune, hidrogest, imsa
11-“tratto dal dlgs 31”
2. Definizioni.
1. Ai fini del presente decreto, si intende per:
a) «acque destinate al consumo umano»:
1) le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori;
b) «impianto di distribuzione domestico»: le condutture, i raccordi, le apparecchiature installati tra i rubinetti normalmente utilizzati per l’erogazione dell’acqua destinata al consumo umano e la rete di distribuzione esterna. La delimitazione tra impianto di distribuzione domestico e rete di
distribuzione esterna, di seguito denominata punto di consegna, è costituita dal contatore, salva diversa indicazione del contratto di somministrazione;
5. Punti di rispetto della conformità.
1. I valori di parametro fissati nell’allegato I devono essere rispettati nei seguenti punti:
a) per le acque fornite attraverso una rete di distribuzione, nel punto di consegna ovvero, ove sconsigliabile per difficoltà tecniche o pericolo di inquinamento del campione, in un punto prossimo della rete di distribuzione rappresentativo e nel punto in cui queste fuoriescono dai rubinetti utilizzati per il consumo umano (3);
b) per le acque fornite da una cisterna, nel punto in cui fuoriescono dalla cisterna;
c) per le acque confezionate in bottiglie o contenitori, rese disponibili per il consumo umano, nel punto in cui sono imbottigliate o introdotte nei contenitori e nelle confezioni in fase di commercializzazione o comunque di messa a disposizione per il consumo
2. Nell’ipotesi di cui al comma 1, lettera a), si considera che il gestore abbia adempiuto agli obblighi di cui al presente decreto quando i valori di parametro fissati nell’allegato I sono rispettati nel punto di consegna (contatore), indicato all’articolo 2, comma 1, lettera b). Per gli edifici e le strutture in cui l’acqua è fornita al pubblico, il titolare ed il responsabile della gestione dell’edificio o della struttura devono
assicurare che i valori di parametro fissati nell’allegato I, rispettati nel punto di consegna, siano mantenuti nel punto in cui l’acqua fuoriesce dal rubinetto
6. Controlli.
1. I controlli interni ed esterni di cui agli articoli 7 e 8 intesi a garantire che le acque destinate al consumo umano soddisfino, nei punti indicati nell’articolo 5, comma 1, i requisiti del presente decreto, devono essere effettuati:
a) ai punti di prelievo delle acque superficiali e sotterranee da destinare al consumo umano;
b) agli impianti di adduzione, di accumulo e di potabilizzazione;
c) alle reti di distribuzione;
d) agli impianti di confezionamento di acqua in bottiglia o in contenitori;
e) sulle acque confezionate;
f) sulle acque utilizzate nelle imprese alimentari;
g) sulle acque fornite mediante cisterna, fissa e mobile.
2. Per le acque destinate al consumo umano fornite mediante cisterna i controlli di cui al comma 1
devono essere estesi anche all’idoneità del mezzo di trasporto.
11. Competenze statali.
1. È di competenza statale la determinazione di princìpi fondamentali concernenti (16):
i) adozione di prescrizioni tecniche concernenti l’impiego delle apparecchiature tendenti a migliorare le caratteristiche dell’acqua potabile distribuita sia in àmbito domestico che nei pubblici esercizi;
16. Casi eccezionali.
5. Il presente articolo non si applica alle acque fornite mediante cisterna ed a quelle confezionate in bottiglie o contenitori rese disponibili per il consumo umano
ASPETTO LE RISPOSTE
E’ molto positivo che si sia avviata una discussione sul tema dell’erogatore dell’acqua. Tutte le osservazioni, comprese le critiche, sono legittime. Però una discussione, per essere veramente incisiva e arrivare al cuore della questione, ha bisogno che tutti quelli che partecipano conoscano tutti gli elementi e i dati dell’oggetto della discussione.
Ovviamente non faccio finta di essere un cittadino e basta, sono anche un consigliere di maggioranza e mi assumo le responsabilità che mi toccano.
Mi sembra che nessuno metta in discussione la bontà di posizionare un erogatore d’acqua potabile, quindi parliamo delle altre questioni.
Perché no alla Levata.
In una prima fase l’idea era di collocarlo alla Levata, considerato che non ci sono negozi di alimentari e gli abitanti si approvvigionano probabilmente nei centri commerciali (un po’ come avviene anche per gli abitanti del centro). Il progetto non è stato possibile realizzarlo perché il soggetto proprietario e gestore della casetta, l’IMSA di Garlate, ha un pacchetto commerciale che prevede l’installazione non onerosa solo nei comuni oltre i 3000 abitanti. Per comuni più piccoli, come il nostro, l’Amministrazione doveva partecipare alla spesa di gestione per una cifra pari a 500 € al mese per 5 anni, fermo restando il costo del prelievo dell’acqua a carico degli utenti.
La possibilità per il nostro bilancio di sopportare 6.000 €/anno per questo servizio era assolutamente improponibile. Poi abbiamo valutato la possibilità di una installazione con il comune di Torre de Busi per aumentare il numero dei potenziali utenti, posizionandola nella zona del bivio per Monte Marenzo, ma la cosa non è andata in porto.
La decisione di collocare l’erogatore a Monte Marenzo centro è la soluzione che ha riscontrato il favore di IMSA e la disponibilità di Hidrogest (il proprietario della rete idrica pubblica) a sponsorizzare l’iniziativa, quest’ultima sostenendo l’onere della manutenzione. La convenzione stipulata prevede che il comune realizzi il basamento e gli allacciamenti con il contributo del 50% della spesa da parte della Provincia, che Hidrogest si accolli le spese di manutenzione, che IMSA collochi la casetta rimanendone proprietaria e provveda alla gestione commerciale.
Il nostro impegno è stato quello di avere come partner IMSA, affinché si potessero usare le tessere digitali anche negli erogatori di Cisano, o di Olginate, che per gli abitanti della Levata sono più comodi da raggiungere rispetto alla casetta del centro paese.
Le preoccupazioni di Rocco che considera sbagliato il posizionamento in via Colombara, per motivi di sicurezza e di disturbo – potrei anche sbagliarmi – le considero eccessive.
Innanzitutto è un servizio che è bene sia al centro dell’agglomerato urbano perché possa essere raggiungibile anche senza prendere l’automobile, ed essere prossimo anche a quanti non guidano. Poi gli utenti di questo servizio sono le famiglie e se per la sua centralità diventa anche luogo di relazione civile, non di ritrovo di fracassoni, mi sembra un elemento positivo. Un’altra questione che ha fatto propendere per questa soluzione è l’ampiezza della strada, la possibilità per quanti arrivano in automobile di non fare manovre o inversioni, sempre rumorose, nonché la presenza dei parcheggi. Le aree della scuola e della piazza Municipale, credetemi, durante l’apertura delle scuole presentano delle criticità viabilistiche molto, molto maggiori.
Inoltre, mi sembra, che rispetto ad alcuni anni fa le condizioni di sicurezza e di disturbo in via Colombara siano migliorate. Questo grazie alle vostre sollecitazioni nei confronti dell’Amministrazione, la quale, a sua volta, ha sollecitato i vigili e i carabinieri per un più stretto controllo, anche sulle attività serali/notturne del bar degli impianti sportivi.
Certo, un miglioramento delle condizioni ambientali è sempre possibile, e la vostra idea che mi hanno riferito, di chiudere al traffico veicolare la parte finale della via in alcune ore serali della stagione estiva, mi sembra debba essere seriamente studiata e sperimentata.
Scusatemi se sono stato tremendamente lungo, ma mi dispiaceva che il confronto continuasse, o si interrompesse, condividere tutti gli aspetti di questo tema.
“E’ un mondo difficile e vita intensa
felicita’ a momenti e futuro incerto
il fuoco e l’acqua con certa calma
serata di vento e nostra piccola vita e il nostro grande cuore…”
Tonino Carotone
Cristina,oggi ti abbiamo portato il volantino ,la tesserina, la bottiglia vedrai e leggerai che potrai accedere ai distributori più vicini a casa tua, l’importante è usare questo servizio per diminuire la plastica. Ciao
Rocco
Ben venga la partecipazione, ma se ci si trova d’innanzi all’atteggiamento qui no, qui no…
La mia non era una strumentalizzazione, solo la constatazione di alcuni atteggiamenti (reali, accaduti di recente).
Nel merito ho fatto l’esempio dell’industria che fa rumore (come vedi ognuno ha dei problemi) e la provocazione (quella sì) di spostarla. Ma ho anche detto che non era il caso.
caro Sergio se seguo il tuo ragionamento, mi viene spontaneo dire che coinvolgere la cittadinanza non sarebbe stato un ‘ assurdità e tutti insieme trovare una locazione condivisa, sarebbe stato bello parlarne,su questo siamo d’ accordo? poi il resto del tuo ragionamento mi sembra molto strumentale perchè non commenti le motivazioni del perchè io e non solo, avrei fatto a meno della casetta in questa via e tiri in ballo addirittura il nucleare . La via colombara come il BRONX? ma Pina chi ha mai fatto questa affermazione? non è che hai letto male da qualche altra fonte?
rocco
Come cittadina della Levata sarei stata ben lieta di non dover fare 4 chilometri per poter prendere una bottiglia d’acqua… visto che qui da noi non c’e’ proprio nulla sarebbe stato gia’ un buon inizio!!!
Allora il ragionamento è questo: “il distributore rappresenta un investimento che valorizza l’acqua pubblica, fa guadagnare l’ambiente e risparmiare le famiglie”.
Partiamo da qui. Quindi buona cosa.
Però si dice di spostare la casetta dell’acqua da un’altra parte. Dove c’è la scuola ad esempio. Perchè lì non ci sono problemi di viabilità visto che c’è la scuola la biblioteca, il centro prima infanzia?
E se i cittadini di via Marenzi dicessero “no qui no”, dove si mette la casetta?
Alla Levata? Molto comodo fare 4 km per prendere una bottiglia d’acqua…
Questo atteggiamento “chiuso” porta, ad esempio, a questo ragionamento: produco rifiuti ma non voglio la discarica, a meno che sia nel comune vicino… la centrale nucleare va bene, ma come dicevano Formigoni e Cota, non in Lombardia e in Piemonte…
E via dicendo.
In centro paese c’è una industria che fa rumore e che disturba molti cittadini. Si fa cambio e si mette in via Colombara?
Non mi sembra il caso.
ho dei grossi dubbi su alcune affermazioni di Rocco, per giudicare bisogna conoscere , poi le critiche sono ben accette. VIA Colombara come il BRONS!!!!!!!!!!!!POVERI NOI,.avrei altre cose da dire ma le dirò di persona.
salve,
sono un cittadino di Monte residente in via Colombara,la scelta dell’ amministrazione di posizionare il distributore dell’ acqua in via Colombara, non mi ha per niente entusiasmato, certo il distributore rappresenta un investimento che valorizza l’acqua pubblica, fa guadagnare l’ambiente e risparmiare le famiglie. Il problema e il mio dubbio nasce dalla scelta di istallare l’ impianto in via Colombara, già in passato il sottoscritto con altri residenti ci recammo in comune per parlare con il sindaco per esporre alcuni gravi disagi e chiedere interventi a tal fine ,che i residenti di questa via devono quotidianamente subire ( traffico, quiete pubblica , sicurezza, mancanza di vigilanza) l’ amministrazione non fece mai nulla, e oggi con questa scelta non fa altro che peggiorare la situazione , perché l’ impianto porterà sicuramente più caos e movimento in questa via. Dal mio punto di vista il distributore poteva essere installato in altre aere del paese, vicino al Comune o alla scuola per esempio sarebbe stato più pratico per i cittadini, soprattutto per le mamme ed educativo per i bambini, alla Levata come era previsto inizialmente. Negli altri Comuni limitrofi dove già hanno l’ impianto, il Comune ha usato un certo criterio lontano dalle vie abitative ( Garlate in via Stoppani area cimitero- Olginate in via C.Cantù area mercato- Brivio in via A. Manzoni area mercato- Cisano Bergamasco via Cà de volpi anchè qui non rompe le palle a nessuno). Sono molto deluso da questa amministrazione perché non li vedo all’ altezza della situazione e cosa più grave non ha la capacità di coinvolgere ed ascoltare i cittadini. Alle ultime elezioni ho votato per l’attuale amministrazione, alle prossime elezioni spero si presenti una lista alternativa composta da persone più competenti che siano in grado di coinvolgere attivamente tutti i Cittadini di questo paese.
Rocco