L’Assessore Rota sullo stato del servizio trattamento rifiuti a Monte Marenzo
Nel Consiglio comunale dello scorso lunedì 28 l’Assessore all’Ambiente Franco Rota ha svolto una relazione sullo stato del servizio di trattamento dei rifiuti di Monte Marenzo. Lo riteniamo un documento di interesse generale e pertanto lo proponiamo integralmente.
La discussione sul servizio dei rifiuti solidi urbani che si è svolta sino ad ora ha avuto il limite, a mio parere, di puntare l’attenzione sul dato della tassa, pure importante, senza che quest’ultima sia messa in relazione all’intera filiera del rifiuto: dalla differenziazione al conferimento nel centro di raccolta, dal sistema di trasporto allo smaltimento dell’indifferenziato, sino ai servizi particolari per determinati materiali residui.
Per capire se quanto paga il cittadino per mantenere un servizio è, o meno, nella giusta misura, è necessario fare l’analisi disaggregata del servizio erogato, di come pianificare il suo mantenimento nel tempo, di come innovarlo nella qualità, della compatibilità dei costi a carico del cittadino e come ripartirli tra le diverse soggettività socio-economiche.
A nessuno piace aumentare le tasse solo per il gusto di farlo, però un’amministrazione pubblica deve assumersi la responsabilità di garantire le risorse per gestire al meglio un servizio fondamentale – e la questione dei rifiuti nelle nostre società fondamentale lo è – e tendere ad un suo costante miglioramento. Quando i costi di gestione sono stabili e non si introducono servizi aggiuntivi anche le tasse e tariffe non subiscono sostanziali variazioni: lo dimostra il fatto che per ben 12 anni, dal 1994 al 2006, non ci sono stati aumenti.
Tutte le norme statali che si sono succedute in questi ultimi anni chiedono di coprire totalmente il costo del servizio dei rifiuti con il gettito della gestione. E la cosa ha una sua logica economica e funzionale. Non è corretto ricorrere alla fiscalità generale che grava anch’essa sul cittadino (che nel nostro caso sono prevalentemente l’addizionale IRPEF e i trasferimenti dell’ex ICI) per coprire l’eventuale insufficienza dei proventi del servizio rifiuti. E noi con questo orientamento siamo d’accordo. Infatti, qualche mese fa abbiamo rifiutato di applicare l’aumento dell’addizionale sul consumo dell’energia elettrica per coprire il disavanzo provocato dai rifiuti.
Nella delibera che incrementava del 10% il gettito a partire dal 2011, a livello di previsione, non si arrivava comunque alla copertura totale del costo del servizio, ma ci si attesta su circa l’88,76%, pari ad euro 135.000. Ora, la domanda vera che ci dobbiamo porre e alla quale dobbiamo dare una risposta è questa: in che modo dobbiamo modulare la tassa che i cittadini devono corrispondere per coprire questo 88%?.
Sì, perché al di là di ogni opinione, alla fine la spesa complessiva di 152.000 euro la dobbiamo coprire. Sino ad ora tutte le amministrazioni che hanno governato il nostro comune hanno ritenuto di differenziare le tariffe chiedendo meno alle utenze domestiche e, attraverso 13 categorie, chiedere una maggiore compartecipazione alle attività economiche e professionali. Il costo minimo è per le famiglie (euro 0,6 al mq.), quello massimo per alcune attività commerciali e produttive (3,86 euro al mq.).
Anche questa articolazione ha un senso ed è verificabile presso ogni realtà locale:
- la tassa a carico della famiglia è la più bassa perché la casa non è una superficie che produce reddito e perché statisticamente produce meno rifiuti di una attività commerciale o produttiva;
- il costo è maggiore per quei soggetti che:
- ricavano reddito d’impresa dalle superfici;
- in virtù delle attività svolte statisticamente producono una maggior quantità di rifiuti;
- hanno la possibilità di escludere dal conteggio delle aree tassate quelle superfici che producono rifiuti non assimilabili agli urbani.
Ora, probabilmente è possibile anche operare un diverso peso fiscale sulle categorie, però bisogna avere l’onestà di dire che:
- alla fine dobbiamo avere lo stesso gettito perché bisogna coprire il costo del servizio;
- quello che si toglie ad una categoria merceologica si deve trasferire su un’altra. Se si tiene basse le tariffe delle attività economiche bisogna aumentarle alle famiglie.
Ma entriamo nel merito e andiamo a verificare quale servizio acquistiamo con i costi in vigore. Con un corrispettivo giornaliero di euro 0,22 per le famiglie (mq. 130×0,63/365), di euro 1,6 per le imprese (mq.150×3,86/365) e mediamente di 0,71 euro (mq. 130×2,0/365) per le altre categorie, il comune fornisce [per metrature diverse basta sostituire queste ai valori indicati, N.d.R.]:
SERVIZIO |
€ COSTO GESTIONE |
Servizio raccolta e trasporto rsu | 46.061,10 |
Gestione Centro raccolta e trasporto ingombranti | 10.810,80 |
Spazzamento strade | 725,76 |
Acquisto sacchi in mater – bi grandi | 523,74 |
Smaltimento umido, con possibilità di ritiro gratuito del compost presso l’impianto di Annone | 8.153,20 |
Smaltimento viola + residuale | 34.723,26 |
Smaltimento ingombranti+legno+vegetali+ materiale risulta strade | 17.754,00 |
Quota RAEE (ritiro degli elettrodomestici a domicilio) | 2.406,69 |
Raccolta differenziata carta e cartone | 976,80 |
Raccolta differenziata imballaggi in plastica | 218,79 |
Servizio per ecostazione mobile | 875,16 |
Servizio per raccolta di pile e farmaci | 875,16 |
Raccolta e smaltimento rifiuti liquidi (in pratica contenitori per oli esausti presso alcune attività di ristorazione. | 218,79 |
Quota capitale su mutui e interessi contratti da SILEA, che ogni comune socio deve contribuire a pagare | 1.219,90 |
Quota spese personale che svolge pulizia ambientale e carta/cartoni per esercizi commerciali | 12.440,37 |
Quota coop Il Borgo | 13.000,00 |
Contributo alla Coop. Padre Badiali per raccolta stracci | 150,00 |
Raccolta e smaltimento rifiuti inerti | 1.000,00 |
A dedurre 5% costo spazzamento strade | – 36,29 |
TOTALE |
152.097,23 |
Tutto questo è compreso nella bolletta di ogni utente e non ci sono costi aggiuntivi.
Come si vede il servizio offre un ventaglio notevole azioni, particolarmente apprezzato dagli abitanti di Monte Marenzo, i quali lo sanno utilizzare nel migliore dei modi, altrimenti non troverebbe giustificazione il fatto che il nostro comune si posiziona al sesto posto nella classifica della provincia di Lecco in fatto di raccolta differenziata (dati riferiti all’anno 2010), dove raggiungiamo un ottimo 71.6%.
Pertanto riteniamo che il rapporto qualità/costo del servizio sia ottimo e di conseguenza anche l’onere a carico dei cittadini è più che ragionevole.
Un altro elemento deve sempre essere tenuto presente, ed è il fatto che il nostro comune può sì decidere se incrementare l’offerta o ridurla, ma sempre avendo come riferimento due fondamentali:
a) garantire la copertura del costo con il gettito degli utenti (ricordiamo che noi raggiungiamo l’88%);
b) operare nel quadro del Piano provinciale dei rifiuti, al quale siamo vincolati per effetto delle leggi che affidano alle province la responsabilità di elaborare piani per i propri comuni.
A parere mio personale e dell’amministrazione non ci si deve comunque adagiare sui notevoli risultati raggiunti. L’innovazione radicale che dovrebbe essere messa in cantiere ed attuata in un prossimo futuro è il passaggio dalla tassa alla tariffa, cioè, ogni cittadino contribuisce in ragione dei rifiuti prodotti. In questo caso bisogna riorganizzare completamente il servizio, d’intesa con la Provincia, avendo la necessità di pesare la quantità dei rifiuti prodotti da ogni utenza.
Ma ancora più interessante è entrare nel club dei comuni virtuosi, che in Italia stanno raggiungendo risultati straordinari nella riduzione dei rifiuti, nel compostaggio,nel recupero, riciclo e riuso delle materie prodotte nel territorio comunale.
E’ quella che viene definita “opzione rifiuti zero”, che ho avuto modo di conoscere attraverso l’esperienza del comune di Capànnori della provincia di Lucca. E’ chiaro che un processo complesso come questo richiede una stretta sinergia con più attori: il comune, la provincia, le aziende che devono trattare i diversi materiali e, soprattutto i cittadini, chiamati ad essere i protagonisti di una vera e propria “rivoluzione”.
Non solo, ancora una volta si avverte la necessità che progetti di questa portata si possono affrontare solo in forma associata tra i piccoli comuni del nostro territorio, perché richiedono risorse finanziarie e funzionali impossibili per un piccolissimo ente locale e apporti culturali il più ampi possibili.