“MIGRANDO”, noi
Ieri mattina in Sala Ticozzi, grazie alla Consulta Studentesca del lecchese, è andato in scena uno spettacolo di qualità e di attualità, anche se rivolto al ‘come eravamo’. Come eravamo una volta, non tanto tempo fa.
Un esempio di ‘teatro civile’. Due musicisti ed una narratrice, cittadini svizzeri ma di origine italiana, hanno presentato, al folto e partecipe pubblico di studenti, storie e musiche cantate che raccontano cent’anni di emigrazione italiana in Svizzera.
Una vicenda che ha toccato da vicino anche i nostri territori, compresa la Valle San Martino, da cui in tanti sono partiti, per lo più come ‘stagionali’ ma non solo, a cercare un lavoro che qui non dava abbastanza da vivere. Partivano soprattutto uomini, lasciando per forza di cose alle donne il carico di responsabilità, di fatica e di solitudine del lavoro dei campi e della famiglia.
In particolare a Ca’Martì, il Museo di Carenno dedicato ai muratori, sono raccolti oggetti e documenti che testimoniano questa esperienza, fatta di difficoltà ma anche di dignità, di professionalità, di scambio e di relazioni.
Il volume “Muratori della Valle San Martino”, (in vendita al Museo e disponibile nella nostra Biblioteca) dedica un ampio spazio a questi temi, con un saggio curato da Maria Andreotti, arricchito di documentazione anche fotografica.
Lo spettacolo promosso in questi giorni dalla Consulta Studentesca ha riproposto l’attualità di una ‘storia umana’ che continua a toccarci da vicino, questa volta da una prospettiva rovesciata ma che, proprio perchè rovesciata, può aiutarci a comprendere ed affrontare la nuova realtà.
La narratrice ricorda una frase emblematica, riguardo l’arrivo degli immigrati di allora, di uno tra i più importanti scrittori svizzeri, Max Frisch (1911-1991): “Ci aspettavamo braccia: invece sono arrivate persone umane”. Quelle braccia, quelle persone, eravamo noi.
Poi, tutto è cambiato. Perchè lo sappiamo, da sempre, tutto cambia e si trasforma, e a noi tocca saper ri trovare, in tutti i cambiamenti, anche i più ardui, le ‘persone umane’ che siamo.
“Todo cambia”, come dice il canto che conclude lo spettacolo: un canto, semplice e struggente, del Sud America. Anche lì sono emigrati in tanti dal Nord e dal Sud Italia. Lo si trova sul web, vale la pena.
NB Sul web anche schede su spettacolo e Autori :
Ca’Martì è visitabile, per tutto ottobre, la domenica dalle 15 alle 17 . Domenica 2 ottobre partecipa con iniziative alla Mostra Agricola di Carenno.
1.10.2011 C.M.
A proposito di emigranti italiani e di Svizzera:
Ho appena finito di leggere “Emigranti espréss” di Mario Perrotta. Prima rappresentazione teatrale, poi trasmissione radiofonica su radio 2 e ora libro edito da Fandango, 2008.
Ci sono due capitoli (e due puntate radiofoniche che si possono riascoltare a questo link http://www.marioperrotta.com/emigrantiespress/puntate.php)
dal titolo
“Frontiera”
Qui si narra di camicie verdi, prodotte dalla sartoria Lega Nord, del cavaliere nero dell’Elvezia, James Scwarzenbach e del paese colore della sciolta. Gli emigranti affrontano la visita medica di sola andata. Voce di Domenico, operaio della Eternit. Intervista del 2003 e 2006.
“Zurigo”
Storia del bambino Ugo e dei suoi otto anni passati in clausura in una stanza 5 metri per 4 e delle stelle nere.
Ascoltatele (prima lasciatele caricare) e poi ditemi…