Monte Marenzo e Direzione Didattica Calolziocorte contro un unico Istituto Comprensivo. Una proposta alternativa
Le perplessità espresse dal Sindaco Gianni Cattaneo e dall’Assessore Cinzia Mauri per la creazione di un unico Istituto Comprensivo che includa tutte le scuole del territorio, (vedi precedente articolo qui https://www.unpaeseperstarbene.it/2011/un-unico-istituto-comprensivo-per-le-scuole-della-valle/ )si sono tradotte in una delibera di Giunta che esprime parere non favorevole a questa soluzione e, al contempo, indica una alternativa: l’aggregazione delle scuole in due Istituti Comprensivi che siano una riproposizione geografica delle due “vecchie” Direzioni Didattiche.
La Giunta comunale di Monte Marenzo è arrivata a questa determinazione dopo avere valutato attentamente i pro e i contro delle soluzioni proposte e sentito anche il parere del Gruppo di lavoro per il Diritto allo Studio, riunito appositamente per esprimere una opinione al riguardo.
L’unico Istituto Comprensivo non convince infatti anche i rappresentanti dei genitori, degli studenti, degli insegnanti, e i rappresentanti di maggioranza e minoranza presenti nel Gruppo di lavoro.
L’orientamento degli altri Comuni della valle è invece favorevole all’Istituto comprensivo unico ed in tal senso stanno esprimendo il loro parere inviando le delibere alla Provincia che formulerà un parere alla Regione che dovrà decidere definitivamente sulla questione.
Si spera che l’opinione contraria di Monte Marenzo, supportata da una proposta alternativa, sia presa in seria considerazione.
L’Amministrazione di Monte Marenzo non è la sola ad essere contraria . Il consiglio di circolo della Direzione Didattica di Calolziocorte, in data 24.10.2011, si espressa anch’esso in tal senso, ritenendo “non proponibile la formazione di un unico Istituto comprensivo per Calolziocorte e la valle S. Martino, in quanto avrebbe dimensioni e complessità territoriali tali da renderli assai difficilmente gestibile sul piano dell’organizzazione amministrativa e didattica, con le negative conseguenze che da ciò derivano in termini di unitarietà e di personalità dell’istituto medesimo”.
Il Consiglio di circolo “sollecita tutte le parti interessate – Direzione Didattica, Comuni, Ufficio Scolastico Territoriale, Amministrazione Provinciale – ad una riflessione comune sulle modalità ed i tempi necessari per far maturare nel territorio la possibilità di formare due Istituti comprensivi equilibrati e con le medesime possibilità di garantire il successo formativo degli alunni”.
Il Consiglio di circolo ha espresso inoltre preoccupazione “sui calcoli non ufficiali, ma non smentiti, che il provvedimento di dimensionamento disposto dal Ministero, comporterà un ulteriore taglio ai danni delle scuole pari a 172 milioni di euro e che queste risorse non saranno restituite per migliorare l’offerta formativa”.
Non conosco i termini della risposta del Ministero.
Segnalo però che le proteste sul dimensionamento scolastico, a livello generale in Italia (non specifico per questo caso)hanno spinto l’opposizione a muoversi anche in sede parlamentare. Così l’onorevole Coscia (PD), componente della commissione cultura della Camera, ha presentato un’interpellanza con la quale chiede al Governo di sospendere per un anno l’applicazione della norma sul dimensionamento. La risposta del sottosegretario all’istruzione Giuseppe Pizza in data 3.11.2011, lascia uno spiraglio. Risponde Pizza: ”Vorrei anche aggiungere che trovo fondate le motivazioni addotte dall’onorevole Coscia nella sua interpellanza e che – come Ministero – mi dichiaro pronto ad aprire in Commissione un tavolo in vista di un migliore e maggiore funzionamento del sistema scolastico”.
Vedremo…
Entro quando è previsto che il MIUR risponda alle regioni?
Nella Conferenza delle Regioni del 27 Ottobre 2011, le Regioni hanno approvato un documento con 3 richieste di modifica rivolte al MIUR (ministero Istruzione) sul ridimensionamento della rete scolastica:
– le Regioni chiedono che il parametro numerico relativo al dimensionamento: 1000 alunni e 500 alunni per i Comuni montani, piccole isole o con specificità linguistica, venga inteso come media regionale e non applicato al singolo istituto comprensivo;
– le Regioni chiedono di soprassedere alla costituzione degli istituti comprensivi, confermando le direzioni didattiche e le sedi principali di scuola secondaria di primo grado che sono già dimensionate secondo i citati parametri;
– le Regioni chiedono che il piano di dimensionamento venga realizzato nel triennio 2012-2015.
In particolare il secondo punto ci riguarda direttamente.
Se queste richieste della Conferenza delle Regioni fossero accolte dal Ministero, le scuole del nostro territorio rimarrebbero in due distinti Istituti (Direzione Didattica e Istituto Comprensivo).