Per la dignità delle persone disabili
Angelo Gandolfi ha scritto una lettera all’INPS e a Maurizio Sacconi, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, dove interviene su una vicenda apparentemente burocratica in cui è il diretto interessato, ma in realtà affronta un tema che coinvolge la generalità delle persone disabili, la difesa della loro dignità e dei loro diritti.
Dopo averla letta abbiamo deciso di pubblicarla perché, come dice Angelo, “non tutti quelli che si trovano nelle nostre condizioni possono scrivere ed esprimersi compiutamente, pertanto è un preciso dovere di quanti ce la fanno”.
Angelo Gandolfi
Via Prato della Sorte, 34
23804 MONTE MARENZO LC
Gentile ANDREA PASTA
Direttore INPS Provinciale
Via Igualada 12
23900 LECCO
Gentile CENTRO MEDICO LEGALE
INPS Provinciale
Via Igualada 12
23900 LECCO
e, p.c
Gentile MAURIZIO SACCONI
Ministro Lavoro e Politiche Sociali
Via Veneto 56
00187 Roma
OGGETTO: accertamento sussistenza stato di invalidità civile.
Con lettera del 15 luglio 2011 (ricevuta il 27 u.s.) il direttore Andrea Pasta mi chiede di inviare al Centro medico Legale dell’INPS la documentare medica in mio possesso, per accertare se continua a sussistere la malattia per la quale percepisco l’indennità di accompagnamento.
E’ necessario premettere che nell’immediato dopoguerra, a due anni di età (precisamente nel 1949), sono stato colpito dalla poliomielite. L’attacco ai neuroni motori del midollo spinale è stato particolarmente duro e la conseguente paraplegia mi ha definitivamente tolto l’uso delle gambe. Per alcuni anni mi hanno portato in braccio poi, grazie alla generosità di alcune persone e alle politiche socio-assistenziali, ho potuto disporre di bellissime ed efficaci carrozzine, a cui mi sono così tanto affezionato da non abbandonarle più per un’intera vita.
Ora, pur dando ampio credito al fatto che la medicina non è una scienza esatta, è corretto ribadire come inoppugnabile il dato clinico che colloca i danni provocati dalla poliomielite come irreversibili, implacabilmente irreversibili. Non solo, con l’avanzare dell’età nelle persone affette dal morbo di Heine-Medin si può innescare un progressivo peggioramento delle condizioni dovuto alla cosiddetta “sindrome post-polio”, da tempo diagnosticata negli USA e ora riconosciuta anche dal nostro Ministero della Salute.
Pertanto, dopo aver abbondantemente superato il mezzo secolo di convivenza con questa malattia e, nonostante gli stupefacenti progressi della ricerca scientifica e della pratica clinica, prendo atto che in letteratura medica, e sulla mia pelle, non c’è spiraglio alcuno circa la reversibilità degli esiti da poliomielite. Così come non ho riscontrato miglioramenti fisiologici e funzionali, anche appena percepibili, in virtù della incrollabile fede di mia madre, che da bimbo mi ha portato in pellegrinaggio in diversi santuari e luoghi di solide tradizioni miracolistiche.
Un’evidenza tanto ampia e oggettiva, quanto incapace di produrre effetti concreti sulla burocrazia. Da oltre quarant’anni vengo periodicamente chiamato a rendere ragione, quasi a giustificarmi, sulla sussistenza degli esiti di questa patologia che, come accennato, mi dà diritto a percepire una indennità mensile di ben 487,39 euro. Mi si chiama affinché documenti di continuare a vivere in simbiosi con la carrozzina, che l’apparato muscolare resta desolatamente atrofizzato e atonico, che le articolazioni inferiori, le ossa delle gambe, il rachide, hanno assunto forme, diciamo, bizzarre. Ormai ho perso il conto e la memoria di tutte le visite fiscali a cui sono stato sottoposto. Mi restano alcuni verbali delle Commissioni mediche, rispettivamente; del Ministero della Sanità (anno 1968), dell’Unità Socio-Sanitaria Locale n. 16 di Lecco (anno 1986), del Ministero del Tesoro (anno 1990), dell’Azienda Sanitaria Locale di Lecco (anno 1998) e ancora dell’ASL di Lecco (anno 2004).
Poi, nel 2006, leggendo il Decreto del Ministero dell’economia e delle finanze del 2 agosto 2007, mi sono detto: “Toh, finalmente questi avvisi di comparizione cesseranno”. Infatti la norma approvava l’elenco delle patologie che escludevano per il futuro le visite di controllo e di revisione sulla permanenza dello stato invalidante, prevedendo tra queste le malattie, come la polio, che comportano la perdita della funzionale bilaterale degli arti inferiori. Una vera fortuna, visto che io non camminavo! Inoltre, il decreto stabiliva che l’istituzione interessata a fare controlli potesse chiedere la documentazione alle commissioni mediche delle aziende sanitarie locali. Anche questa era una bella notizia perché, ho pensato, con tutte le visite a cui ero stato sottoposto, chissà quanti fascicoli sulla mia storia clinica si trovano nei vari settori della pubblica amministrazione.
Sbagliato. Con il D.L. n. 78/2010, fortemente voluto dal ministro Sacconi, si rimette tutto in discussione e, ora, mi si chiede di produrre per l’ennesima volta tutta la documentazione sul mio caso o, in difetto, sarò convocato alla visita di controllo.
La ragione di Stato è nobile: snidare i falsi invalidi e con i soldi recuperati mettere una pezza, presumo microscopica, all’esagerato debito pubblico. Condivido lo scopo, anche se mi viene irrefrenabile la battuta che dietro ogni falso invalido c’è stata, a dir poco, una commissione medica inadeguata e che forse non sarà mai chiamata a risarcire alcunché. Quello che non condivido è il metodo per raggiungere l’obiettivo, quello che colpisce indiscriminatamente nel mucchio delle persone disabili, con la speranza di smascherare i pochi disonesti. Inoltre, perché non si utilizzano i dati già in possesso della pubblica amministrazione e si sposta l’onere della prova su una persona fragile, già gravata da una dimensione di fatica e di non autonomia.
Vedete, mi sono posto una serie di interrogativi che mi hanno portato a maturare una decisione.
Per quale ragione codesto Centro Medico Legale non acquisisce i verbali delle mie precedenti visite in possesso dell’ASL, del Ministero del Tesoro, del Ministero della Sanità, e accerta se sono affetto da poliomielite? Se dai verbali emerge la conferma di questa patologia irreversibile, quale ulteriore chiarimento diagnostico può apportare un certificato che attesti la non deambulazione? Oppure, se codesto Centro Medico Legale considera inattendibili e non veritieri i verbali di tutte le precedenti Commissioni mediche, perché dovrebbe ritenere più credibile la documentazione in mio possesso che è la medesima in copia?
Sono ormai vecchio e nel corso del tempo mi si sono aggiunte un coacervo di altre malattie, anche gravi (…omissis…), tanto da non avere alcuna voglia di spulciare tra la montagna di referti ed esami diagnostici, né di farmi compilare onerosi certificati medici, né di inviarvi altro oltre a questa lettera/autocertificazione.
Se questa nota non vi dovesse bastare aspetto serenamente l’invito a presentarmi alla visita di controllo, alla quale non mi sottrarrò per due fondamentali ragioni:
a) la prima per non lasciare inappagata la vostra curiosità, ovviamente tutta professionale e deontologica, di constatare de visu quanto precedentemente attestato da molti medici e come, nonostante il peso delle innumerevoli patologie di cui sono portatore, non sia ancora schiattato e continui legittimamente ad attingere alle risorse dell’INPS;
b) la seconda perché ho un reddito complessivo, compresa l’indennità di accompagnamento, di mille euro al mese e non posso permettermi di rinunciarne alla metà. Sono perfettamente consapevole di citare parametri socio – economici che segnano l’incolmabile distanza tra il ministro Sacconi e il sottoscritto, ma la diversità è tutta a mio vantaggio e mi rende particolarmente fiero.
Ho meditato alcuni giorni sull’opportunità o meno di scrivere questa lettera, soprattutto perché richiede di mettere in piazza situazioni delicate e intime. Alla fine, condividendo la scelta con mia moglie, mi sono messo alla tastiera del pc perché, ci siamo detti, un sussulto di dignità val bene la rinuncia ad un po’ della propria privacy.
Cordiali saluti.
Angelo Gandolfi
Monte Marenzo, 31 luglio 2011.
Non tutti i disabili possono far sentire la loro voce e trovare chi raccoglie la loro sofferenza nell’affrontare burocrazie pesanti e umilianti. Da madre, ho cercato spesso di far valere i diritti di mio figlio, sono anche stata minacciata di denuncia. A questo punto ho denunciato io, ma non ho avuto nessuno dalla mia parte e la giudice ha trovato che il problema era una difficoltà di dialogo e interpretazioni. La mia denuncia era anche corredata di falso in atto pubblico, ma non faceva testo. Secondo un medico ero anche una madre pazza per voler far continuare la scuola superiore,(terzo anno) mio figlio. Che poi è riuscito a diplomarsi. Ora è disoccupato, tante fatiche e poi… fortunatamente c’è sempre la famiglia…. Uscirà a breve il mio libro, sull’esperienza di una bimba di tre anni e mezzo, con molte bambine sordomute, cresciuta con loro, un’esperienza che mi ha insegnato come andare oltre al problema della sordità quando è entrato traumaticamente nella mia vita molti anni dopo.Una promessa per aiutare chi vive nel silenzio e per la ricerca e lo studio sulla sordità.
Grazie Angelo da tutti coloro che non sarebbero stati in grado di fare questa DENUNCIA
Grazie Angelo per questa indignata protesta esposta con civilissima passione.
Angelo, questa tua bellissima e doverosa lettera, con una grande lezione culturale e dignità morale. Va data sempre una risposta con grande franchezza a questi governanti incompetenti che non si vergognano mai di quello che stanno facendo, e intanto rovinano l’economia del paese. Penso e spero, questa tua lettera venga mandata e diffusa a tutti i quotidiani nazionali e al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perchè sappia cosa questi Ministri pensano degli Italiani disabili.
Angelo,sei un grande!Tino e Lorenza