Stanno uccidendo il federalismo
In queste ore si susseguono convulse riunioni a livello nazionale per salvare i conti del Paese, minacciato, come altri paesi dell’area euro, da spinte speculative, ma anche per impedire che la manovra di 60 miliardi di euro presentata dal nostro Governo finisca per drenare risorse in prevalenza ai redditi medio-bassi e alle istituzioni più vicine ai cittadini: i comuni.
Non sappiamo come finirà questo inedito confronto tra maggioranza e opposizione sulla manovra finanziaria, voluto fortemente dal Presidente Napolitano, e quali effetti positivi sortirà. Di certo ha dato un colpo mortale a quanti ritenevano che i problemi si sarebbero superati grazie all’abilità del Presidente del Consiglio a raccontare barzellette e dei dirigenti leghisti di comunicare con il linguaggio dei gesti osceni.
Adesso non è più tempo di ridere a queste guasconate (francamente è difficile ridere di queste miserie). E’ invece il tempo dove tutti devono esprimere il massimo di coesione, serietà, capacità, per rimettere la barca Italia in grado di tornare a galleggiare.
In questa situazione chi rischia di lasciarci le penne, oltre a un sacco di altri soggetti, è proprio il federalismo tanto invocato, e maltrattato, da chi ci governa.
Come faranno i comuni, le province e le regioni a reggere i servizi per la popolazione se sul sociale dal 2008 ad oggi si è passati da 2.400 milioni a 500, poi a 300 ed ora di fatto a zero?
Quanto inciderà sulla qualità della salute dei ceti medio-bassi il taglio di ulteriori 8 miliardi per la sanità, a cominciare dalla applicazione di pesanti ticket per le prestazioni più diffuse?
Si dirà che tutti devono stringere la cinghia, anche gli Enti locali. Peccato che non si dica che nel triennio 2011-2013 si prevede che su circa 40 miliardi complessivi di riduzione delle spesi correnti ben 22,4 miliardi di euro, pari al 56%, siano a carico di comuni, province e regioni, mentre la spesa di regioni ed enti locali rappresenta solo il 35% della spesa pubblica italiana, al netto degli interessi sul debito.
La stretta l’abbiamo vista anche sul bilancio di previsione del comune di Monte Marenzo, così come abbiamo dovuto prendere atto che con il provvedimento di luglio non c’è più nulla da fiscalizzare e niente da devolvere. E non può darci certo soddisfazione sapere che per compensare queste minori risorse si può aumentare, là dove possibile, l’addizionale comunale sull’IRPEF e istituire la tassa di soggiorno.
Da ogni parte (Governo e imprenditori compresi) si sostiene che i tagli e l’aumento della pressione fiscale non si possono esercitare all’infinito, ma che prima o poi (meglio prima) bisogna adottare misure per il rilancio e l’espansione dell’economia.
I Comuni possono contribuire a questa ripresa operando sul fronte degli investimenti, ma anche questi non se la stanno passando bene. Il Rapporto della Corte dei Conti 2011 mette in particolare evidenza la forte contrazione della spesa per investimenti che si è registrata nel 2010 (- 16 % per lo Stato, – 18,5 % per le amministrazioni locali), tenendo conto che la spesa in conto capitale dei soli comuni nel 2009 era pari al 50% della spesa complessiva per investimenti di tutta la pubblica amministrazione.
Gli amministratori locali, indipendentemente dagli orientamenti politici, sono alla disperazione perché non riescono a dare risposte adeguate ai propri cittadini. Centri per l’infanzia, scuola, servizi agli anziani e disabili, sostegno alle famiglie e alle fragilità, manutenzioni, servizi essenziali come rifiuti, strade, tutela del territorio, sostegno alle realtà imprenditoriali e via elencando, rischiano di diventare il ricordo di una lunga e civile tradizione delle autonomie locali delle nostre comunità.
Il che fare non è certo attendere che per qualche benevolenza ultraterrena le cose si rimettano a girare nel verso giusto. Gli amministratori locali e regionali devono fare la loro parte e sovvertire la rassegnazione al declino, lanciando una offensiva a tutto campo per un federalismo solidale e cooperativo, che aiuti l’Italia a fare le cose utili riducendo gli sprechi.
Se sapranno agire con la massima determinazione, con rigore e onestà intellettuale, non saranno soli su questo fronte, ma al loro fianco avranno la maggioranza dei cittadini, le forze del lavoro e del progresso: la parte migliore del Paese.
Sarebbe interessante aggiornare questo articolo dopo l’approvazione della finanziaria di Bossi e Tremonti…
Risultato? Niente tagli ai costi della politica (irrisori o solo promessi) e invece subito aumenti dei tiket sanitari, dei biglietti dei trasporti, e mille altri aumenti per pensionati, lavoratori, famiglie.
E Berlusconi ogni volta dice che non ha messo le mani nelle tasche degli italiani.
La Regione di Formigoni e Lega ci farà pagare caro se ci si ammala e i tagli ai Comuni faranno tagliare servizi e aumentare le tariffe locali.
Se questo è il federalismo, tenetevelo pure. No grazie!
indignamoci per questo ma anche per altro, cioè non facciamoci dirottare l’indignazione solo nel senso che vogliono i poteri forti
Se la BCE non fosse intervenuta martedì scorso per comprare la nostra carta straccia di Stato che non voleva nessuno, l’Italia sarebbe già sulla via del default. Altro che il miracolo proclamato da Napolitano che trova il tempo di ricevere al Quirinale Woody Allen in maniche di camicia insieme alla moglie formato armadio. E’ avvenuto o’ miracolo. Si è sciolto il sangue dell’opposizione (neppure fosse quello di san Gennaro) che ha votato una manovra da 80 miliardi di euro senza intaccare minimamente i privilegi dei politici. Il costo è di 1.000 euro a famiglia e di zero euro per i parlamentari. I deputati che hanno votato per “senso di responsabilità” e sono stati elogiati dal Capo dello Stato, sono gli stessi che si sono assentati pochi giorni prima per l’abolizione delle Province, che ricevono un miliardo di contributi pubblici per i loro partiti e che maturano allegramente la pensione dopo una legislatura. Dovrebbero sputarsi in faccia da soli quando si guardano allo specchio.
Mandiamoli a csa ,stanno distruggendo tutto,è questa l’eredità che Vogliono LASCIARE AI NS FIGLI? Complimenti x la coerenza siamo stufi di Bossi e Berlusconi e tutti questi marpioni in giro nei nostri paesi che difendono queta politica di distruzione BASTA, non facciamoli più legiferare fanno solo danni.