Adottato il PGT di Monte Marenzo
Ieri sera si è finalmente adottato il nuovo PGT (Piano di Governo del Territorio) del Comune di Monte Marenzo.
Abbiamo sentito l’opinione di Daniel Fasolin, capogruppo consigliare di “Un paese per star bene”.
Voglio esprimere l’orgoglio di tutto il gruppo di maggioranza nell’adottare questo piano di governo del territorio.
Orgoglio perché, innanzitutto, la stesura di questo piano è stata estremamente democratica e partecipata: prima di redigerlo sono state attivate una serie di consultazioni al fine di raccogliere proposte e criticità (stiamo parlando nel dettaglio di sette consultazioni per portatori di interessi e due assemblee civiche). Associazioni e cittadini hanno presentato le loro valutazioni, così come gli alunni della nostra scuola primaria.
Una volta abbozzato il piano, si è tenuta una giornata di incontri in cui gli elaborati sono stati messi a disposizione della cittadinanza consentendo, oltre all’analisi, anche la possibilità concreta di fornire suggerimenti e proposte. I risultati sono stati riportati nel piano, che tiene conto anche dei documenti programmatici dei gruppi politici che siedono in questo consiglio comunale.
Infine, la giornata di esposizione al pubblico dello scorso febbraio.
Orgoglio, perché il piano presenta degli elementi virtuosi e innovativi in termini energetici, ecologici e di consumo idrico. Tutte spinte verso la tutela e la salvaguardia del territorio.
Orgoglio perché si tratta di un piano con una specificità che lo rende praticamente a “crescita zero”, ossia senza ulteriore consumo di territorio. Territorio, quello lombardo e del nord Italia in generale, già estremamente urbanizzato e che necessita quindi di un’azione urbanistica in controtendenza.
Ampliando l’orizzonte alla situazione italiana, occorre sottolineare come in questi anni ci hanno raccontato che non sarebbe stato possibile fermare lo sviluppo edilizio, che costruire crea occupazione e ricchezza.
Ora invece ci si rende finalmente conto di come sia possibile avviare politiche concrete di tutela del territorio, di messa al bando di quella cementificazione selvaggia che, negli ultimi 15 anni, ha letteralmente devastato ogni angolo d’Italia.
In quest’ottica si colloca il PGT che andiamo ad adottare.
Si tratta di una linea difficile ed impegnativa per un piccolo comune come il nostro, in un periodo che vede gli enti locali continuamente sfavoriti dai tagli ai trasferimenti disposti dagli enti centrali e dall’aumentare delle incombenze e dei servizi richiesti dai cittadini.
Una scelta virtuosa, che reca beneficio al territorio ma che, nello stesso tempo, può portare a rinunce e tagli al bilancio con possibili ripercussioni sul consenso. Proprio per questo, si tratta di una scelta responsabile e obbligatoria per che si approccia alla gestione della cosa pubblica con spirito di servizio e onestà intellettuale.
Per questi motivi, esprimo con ORGOGLIO il voto favorevole del gruppo di maggioranza.
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Ma andiamo con ordine, ieri sera innanzitutto c’è stato l’intervento del Sindaco Gianni Cattaneo:
L’obiettivo primario che si è posta questa Amministrazione sin dal suo insediamento è stato l’adozione del Piano di Governo del Territorio. Questo non perché lo strumento urbanistico vigente sia obsoleto e non sappia più ordinare i processi territoriali e sociali in corso, bensì per l’esigenza di consolidare una robusta tradizione di strutture e servizi pubblici, di attenta salvaguardia ambientale da una parte, e dall’altra ripensare in prospettiva le funzioni fondamentali della nostra comunità, in relazione dinamica con un quadro economico e normativo in profonda evoluzione.
Restiamo su quest’ultimo punto, in particolare sui processi innescati dalla Legge Regionale n. 12 del 2005 e la successiva copiosa normativa.
Non è mio il compito di elencarne gli aspetti disciplinari e i codici, per questo ci sono i tecnici e i professionisti che assistono a questa seduta. Ritengo da parte mia decisamente più interessante sottolineare l’orientamento culturale e politico che regge l’impianto di questa legge, con il quale abbiamo dovuto fare i conti nella elaborazione del PGT, ma che ancora di più segnerà la sua gestione una volta definitivamente approvato.
Si è in sostanza passati dalla filosofia di pianificazione che si fondava prevalentemente su una concezione dove l’azione “pubblica” era fortemente caratterizzata da una programmazione a difesa del territorio,impiegando una griglia vincolistica a maglie più o meno strette, alla visione attuale dove si massimizza le possibilità di trasformare ed edificare i suoli, e dove l’iniziativa è promossa e affidata alla parte privata.
Di per sé può non essere un male, ma questo pone agli amministratori locali un approccio inedito del quale dobbiamo essere consapevoli. La conseguenza è un ruolo decisamente più leggero delle regole e dell’impianto normativo, una più sfumata incidenza dei limiti qualitativi, quantitativi e ricognitivi, in favore di una gestione urbanistica di volta in volta “concertata”, affidata in gran parte alle Giunta comunale.
Se non si coglie questo cambio di indirizzo è difficile comprendere il senso di un Piano, il PGT, che in realtà è fatto da tre piani distinti (il Documento di Piano, il Piano dei Servizi, il Piano del Regole), oltretutto sempre modificabili ciascuno per conto proprio, anche se devono tendere alla reciproca coerenza. Inoltre, questa trinità pianificatoria, deve coabitare totalmente con la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), che è lettura a più strati del territorio, compreso l’insieme delle sue funzioni e di tutte le relazione con le norme e le pianificazioni sovraordinate.
Se la fase di elaborazione ha avuto le inevitabili difficoltà per ricercare la necessaria unità logica interna del piano dovendo tener conto di tutto questo, pensiamo comunque che gi aspetti più complessi si presenteranno nella gestione dello strumento.
Rispetto al passato, quando la scrittura delle regole disciplinava ogni più piccolo dettaglio e l’attività principe era il controllo tecnico-normativo delle stesse, ora si tratta, dato un quadro urbanistico e ambientale ordinato per scenari strategici, di sussidiare nel miglior modo possibile le trasformazioni che sono state prevalentemente trasferite all’iniziativa privata. Il comune è chiamato a riconsiderare in termini inediti il ruolo dell’Ufficio Tecnico e della Commissione del Paesaggio, affinché siano incisivi nella promozione qualitativa, ma soprattutto qualitativa delle attività previste dal Piano.
Una riflessione necessaria perché il PGT non può essere ritenuto l’unico strumento a disposizione dell’Amministrazione e del cittadino per il governo del territorio, perché si presta ad essere modificato all’insorgere di bisogni ed esigenze non prevedibili nella fase di approvazione, perché le norme hanno una loro duttilità, perché, nella sostanza, deve diventare sempre di più un documento programmatico che comprende e ragiona sulla complessità di una determinata realtà e non solo sulle trasformazioni urbanistiche, né tantomeno edilizie.
E’ evidente, a fronte di questa filosofa, quanto sia stato importante definire la prospettiva strategica verso la quale cammina la nostra comunità.
Non si è trattato, ovviamente, di scrivere un racconto partendo dalla prima pagina bianca. Riteniamo sostanzialmente positiva la politica territoriale e socio-economica dispiegata in questi ultimi vent’anni a Monte Marenzo e che ora trova una coerente progressività nelle linee di indirizzo concretizzate nelle proposte di Piano.
Rivedere criticamente la storia di questi anni è stato utile per capire lo stato attuale delle cose e individuare i futuri scenari. Abbiamo rilevato dinamiche a suo tempo molto critiche, che una volta realizzate hanno esaurito il loro forte impatto (citiamo ad esempio le strutture educative, che nei primi anni ’90 erano vere emergenze e ora appaiono sovrabbondanti), oppure obiettivi indicati nel Piano Regolatore, ma non raggiunti nonostante per noi fossero importanti (in questo caso la citazione d’obbligo è la riqualificazione di alcuni comparti degli insediamenti produttivi della Levata).
Questo excursus è servito anche a restituirci alcune conferme sulle scelte a suo tempo operate. Per esempio, il raffreddamento dell’espansione edilizia nelle aree a vocazione agricola e naturalistica, si è rivelata una decisione positiva, che ancora di più si rafforzerà nel medio lungo periodo, perché darà ricchezza e una pluralità di prospettive al territorio. Non perché il settore primario diventerà tale anche in termini economici, ma perché sostiene la qualità degli ambienti di vita, valorizza l’identità del paesaggio, rispetta gli elementi costitutivi del suolo.
Non scordiamoci che sono in costante aumento i comuni che decidono di optare per una “espansione a coefficiente zero” del loro territorio. Siamo ormai tutti consapevoli che non possiamo continuare a sprecare il territorio al ritmo di 200mila metri quadri di cemento, come avviene ogni giorno nel bacino del Po, in un processo inesorabile che cancella quotidianamente aree grandi come 12 piazze del Duomo di Milano, dato questo contenuto nel Primo rapporto sui consumi di suolo presentato recentemente a Milano.
La riflessione sul PRG vigente, come si diceva, è stata utile. Nel PGT era necessario spingere oltre il ragionamento e l’apporto dei bravi tecnici che ci hanno lavorato, ognuno per il proprio ambito, è stato importante ma non poteva essere sufficiente. L’Amministrazione comunale ha ritenuto pertanto di invitare quanti vivono, lavorano, studiano e hanno un rapporto privilegiato e costruttivo con la nostra comunità, a dare un concreto apporto progettuale. Insomma parliamo di partecipazione.
Sono i cittadini a conoscere meglio le risorse, le aspettative, gli aspetti critici e le potenzialità della nostra realtà. La partecipazione è stato un passaggio decisivo e indispensabile per costruire un PGT il più possibile condiviso, non condizionato da interessi che non fossero quelli che hanno a cuore il futuro e il benessere del nostro territorio e delle persone che lo abitano.
Un mero conteggio matematico indica in 13 appuntamenti il corpus delle consultazioni, con la partecipazione, oltre ai cittadini, di ben 26 soggetti tra istituzioni e aziende pubbliche, realtà economiche e sociali, che per un comune di 2000 abitanti e di 3 chilometri quadrati non è una cosa di poco conto.
Tra quanti hanno portato idee e sogni vogliamo sottolineare il lavoro svolto dai bambini che frequentano la scuola primaria di Monte Marenzo (dai 6 ai 10 anni). E’ stato importante conoscere la loro opinione su come proseguire nel cammino intrapreso, ed è stato anche particolarmente gratificante, per l’Amministrazione comunale, sapere che al 99% dei ragazzi piace vivere a Monte Marenzo. Un paese considerato attento ai loro bisogni, perché si fanno molte iniziative per loro e perché ci sono molte strutture per giocare. Un paese accogliente e sicuro, dove i bambini percepiscono che se si ha un bisogno gli adulti li aiutano.
I numeri, di per sé eloquenti, non bastano a spiegare la cura messa nel processo partecipativo, il quale hanno seguito una metodologia affinché potessero dare il massimo di risultato. L’obiettivo è stato promuovere le condizioni per ricevere il maggior numero di informazioni e indicazioni dalle diverse componenti della nostra comunità, per ottenere la maggiore condivisione e conoscenza delle scelte operate dall’Amministrazione comunale. Tutto ciò tenendo sempre presente:
- il rispetto delle diverse competenze espresse dagli attori coinvolti;
- cercando di mantenere il giusto equilibrio tra la volontà di coinvolgimento della cittadinanza e le necessità di stare nei tempi di approvazione degli elaborati e delle proposte progettuali.
- La fase di ascolto, la raccolta dati, le esigenze e le proposte hanno avuto diversi momenti:
- le assemblee con il coinvolgimento della generalità dei cittadini;
- gli incontri con portatori di interessi settoriali e tematici;
- i confronti con istituzioni e soggetti pubblici.
E’ seguito uno step di lettura e analisi, che è servito a tradurre e sintetizzare i dati raccolti e su questi formulare analisi e suggerire interpretazioni. Successivamente gli elementi di analisi sono stati esplicitati in obiettivi e soluzioni progettuali. E’ stato il momento dell’open space ad evidenziare con efficacia le criticità e i rilievi al quadro progettuale che si è andato componendo e poter apportare modifiche correttive al Piano.
Alla fine si è passati alla progettazione definitiva vera e propria che quest’oggi approda in Consiglio comunale.
Tutto questo cosa ha prodotto? Un Piano di Governo del Territorio che nelle sue linee essenziali riesce a compendiare con equilibrio i fondamentali emersi negli oltre due anni di elaborazione.
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La parola poi è passata all‘Assessore Renato Greppi di cui alleghiamo la relazione: relazione_greppi
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Il Consiglio è cominciato alle ore 16 ed è terminato alle ore 21,30.
Sull’ora di convocazione c’è stata la solita polemica della minoranza che sosteneva bisognasse iniziarlo alle ore 21 per permettere la partecipazione dei cittadini.
Di fatto la sala consigliare era stracolma di gente e alla dichiarazione di Caneschi che la seduta doveva essere fatta alle ore 21, risponde Angelo Gandolfi:
- vogliamo valorizzare in una seduta ampia due anni di lavoro;
- non vogliamo costringere il dibattito alla fine di una giornata di lavoro e che si può protrarre sino alle ore piccole;
- lo stesso Caneschi nell’ultima seduta del Consiglio si è allontanato anzitempo perché al mattino doveva alzarsi presto!
- la convocazione alle ore 16 consente di avere presenti tutti i tecnici che hanno elaborato il Piano.
Prima dell’adozione del PGT viene presentato dal Dott. Guido De Nigris, il Piano di zonizzazione Acustica, elaborato dall’Amministrazione Comunale con determinazione del responsabile dell’area tecnica n. 120 del 30.04.2010 che ha approvato lo schema di convenzione con “Fondazione Lombardia per l’Ambiente” alla quale è stato affidato l’incarico per la redazione dell’aggiornamento del “Piano di Classificazione Acustica del territorio comunale” a supporto del nuovo P.G.T., consistente nella raccolta e nella elaborazione dei dati e degli elementi necessari alla classificazione del territorio comunale in zone acusticamente omogenee, nell’esecuzione delle verifiche strumentali, nella predisposizione della relazione tecnica e della relativa documentazione cartografica, così come previsto dalle normative di Legge.
Il Piano di zonizzazione Acustica è stato approvato dalla Maggioranza e dal consigliere Giovanni Bonacina, con l’astensione dei consiglieri Mangili e Caneschi.
E’ stata poi la volta delle videoproiezioni e delle presentazioni dei Tecnici coinvolti nell’elaborazione del PGT:
Dapprima l’agronomo Dott. Stefano d’Adda di Bergamo che aveva l’incarico per la redazione della valutazione di incidenza del P.G.T. sul SIC “Palude di Brivio – cod. IT2030005”;
Il Dott. Rota, geologo (studio Tecno.geo ambiente e territorio di Bergamo) con l’incarico per l’aggiornamento della componente geologica e sismica a supporto del P.G.T. nonché per la redazione degli atti costituenti la valutazione ambientale strategica del documento di piano del P.G.T.;
Infine l’Arch. Mario Cortinovis (studio arch. Mario Cortinovis earch. Marco Lameridi Alzano Lombardo -BG) con l’incarico inerente alla redazione del Piano di Governo del Territorio, fino alla completa approvazione;
Il PGT ha avuto voto favorevole della maggioranza di Un Paese per star bene e del Consigliere Bonacina, mentre ha avuto 2 voti contrari (Mangili e Caneschi della minoranza).
In effetti c’è soddisfazione da parte di UPper su metodo e merito nell’elaborazione del PGT. Un ringraziamento al Gruppo di maggioranza che lo ha approvato, in particolare al Sindaco, alla Giunta, ai due Assessori competenti, Renato Greppi e Franco Rota, al responsabile del Gruppo di lavoro, Giovanni Bonacina, ai consiglieri che hanno seguito passo passo il lavoro dei tecnici.
Il voto contrario della minoranza, che ha partecipato e condiviso ogni fase della stesura del Piano, appare inspiegabile se non per pura contrapposizione politica e per strizzare l’occhio a future logiche speculative (alla faccia dello slogan “Difendiamo la terra dei nostri padri”.
in questa seduta di consiglio, si è visto chiaramente chi ama il “suo” paese.
Al burattinaio,(quello che muove i fili tra il pubblico)ti è andata male anche stà volta,i commenti sentiti tra il la gente ti squalificano.
e vai!!!!