Cosa succede se ci si illumina di meno….
Cosa succede se ci si illumina di meno?
Accade che una famiglia cena a lume di candela, senza TV, senza computer acceso…
… che i bimbi parlano con i genitori e e si crea un clima magico…
Che moglie e marito trovano la cosa romantica…
Che dopo cena si va tutti in piazza perché si possono vedere le stelle…
La proposta del Comune di Monte Marenzo era: spegniamo alcune luci della piazza e di alcune vie, fermiamoci a pensare ai problemi del risparmio energetico, adottiamo un decalogo di stili di vita rispettoso dell’ambiente.
Così, l’Assessorato all’ambiente e quello della Cultura hanno lanciato la proposta di aderire alla campagna nazionale di “M’illumino di meno”.
Alla proposta del Comune hanno aderito tante Associazioni di Monte Marenzo (AIDO, Alpini, Agricoltori V.S. Martino, AUSER Casa Corazza, Biblioteca, Gruppo Mamme, Gruppo Missionario, MOSAICO, Oratorio, Polisportiva, UPper ), ognuna con un piccolo contributo economico o di disponibilità organizzativa o, semplicemente (e comunque è importante) aderendo simbolicamente per dire “siamo d’accordo, ci stiamo anche noi, il risparmio energetico è importante per la nostra vita”.
Tante le iniziative in Italia che potete vedere sul sito della trasmissione radiofonica Caterpillar di RAI2 http://caterpillar.blog.rai.it/
Noi vi raccontiamo come è andata a Monte Marenzo.
Al mattino l’Assessore Cinzia Mauri ha visitato le scuole dell’infanzia e primaria ed ha donato una candelina simbolica a tutti i bambini insieme al decalogo di m’illumino di meno ed ha invitato tutti alle iniziative del pomeriggio e della sera.
Alle 16.30 le operatrici di MOSAICO hanno ospitato tanti bambini e ragazzi ed organizzato alcuni “giochi al buio”.
Dopo cena tante famiglie si sono recate in piazza, ad accoglierli ancora Cinzia Mauri e l’Assessore all’ambiente Franco Rota che hanno donato ad ogni famiglia una torcia speciale.
La piazza si è animata con tante piccole luci prodotte dalle torce agitate dalle mani dei bambini.
Poi tutti al campo dell’oratorio con il Gruppo Astrofili Deep Space di Lecco a fare la fila per guardare nel telescopio i satelliti di Giove, le Pleiadi, Orione e Marte…. e i bambini a fare domande: “dov’è la stella polare?” Eccola, ed un raggio laser la indica là in alto nel cielo…
Loris Lazzati, giornalista della Gazzetta di Lecco e animatore appassionato insieme ad un altro volontario del Gruppo Deep Space, ha detto che non si aspettava una partecipazione così numerosa (un centinaio di persone tra bambini ed adulti).
Con Lazzati parliamo dell’attività del Gruppo (qui il link al loro sito http://www.deepspace.it/ ).
Al Planetario di Lecco in 6 anni ci sono stati 80.000 visitatori. Tante le scolaresche e tanti gli appassionati che hanno partecipato alle conferenze ed agli eventi organizzati. Ci anticipa che prossimamente ci sarà un astronauta americano.
Con Adriano Barachetti scattiamo qualche foto. Il freddo non è più così pungente come nei giorni scorsi, ma dopo la visione del cielo fa bene scaldarsi con il tè o il vin brulè offerto dagli Alpini e mangiare qualche dolce e le prime chiacchiere di carnevale preparate dall’Associazione Agricoltori V.S. Martino (brava Marlilena, buonissime!).
Che sensazione magica: Pascoli ha sempre il pregio di farci toccare con mano e cuore la natura che ci circonda
siccome non son riuscita ad esserci, ringrazio per cronaca e immagini della serata….
bello dunque e importante, anche quest’anno, l’invito a fare a meno per un po’ degli artifici elettrici ed a guardare il mondo a luci basse o spente
per un po’, anche a casa da noi, solo la fiamma viva del camino grande e la fiamma piccola di una candela hanno acceso la stanza di riverberi caldi e pensierosi…
all’uscita serale per veder le stelle, c’era comunque a quanto pare, nascosto nel buio, l’Omino di neve, che ha apprezzato e, sommessamente da par suo, mi segnala ora una breve lirica di un poeta di altri tempi (e dei nostri tempi), che volentieri vi passo. Eccola:
La sera
Cielo e Terra dicono qualcosa
l’uno all’altro nella dolce sera.
Una stella nell’aria di rosa,
un lumino nell’oscurità.
(da “Canti di Castelvecchio”, Giovanni Pascoli, 1855-1912)