I mille colori del PGT di Monte Marenzo
Sul grande tavolo della sala consiliare e alle pareti sono dispiegate le tavole a grandi chiazze di colore che raccontano il Piano di Governo del Territorio di Monte Marenzo che verrà.
La persona entra un po’ timorosa guardandosi attorno. Saluta con discrezione i consiglieri comunali e i componenti del Gruppo territorio presenti, mentre con lo sguardo pennella le carte appese cercando di orientarsi, di capire da che parte è bene cominciare la consultazione o, più probabile, individuare al primo colpo d’occhio la mappa del PGT che più interessa.
E’ una scena che si è ripetuta più volte, dalle 9 alle 14:30 di sabato 18 febbraio, nella giornata di esposizione al pubblico degli elaborati del nuovo strumento di programmazione del nostro territorio, prima che approdino in Consiglio comunale per l’adozione.
Le carte, nel loro insieme, rappresentano graficamente tutti gli strati sovrapposti di cui è composto il nostro territorio. Sotto la planimetria più lontana nel tempo, quella che riporta la situazione al 1850, poi via via le tavole delle aree di tutela ambientale, dei vecchi nuclei, dei reticoli idrici e viari, delle sensibilità idrogeologiche, ecc. Si arriva sino al Piano di coordinamento territoriale della Provincia di Lecco, al quale il nostro PGT deve fare riferimento, per finire con la tavola delle Previsioni di piano. In quest’ultima sono indicate tutte le varie destinazioni in cui è suddiviso il territorio comunale: le aree agricole e boscate, i servizi pubblici, la aree già edificate, le aree di nuova edificazione.
E’ abbastanza scontato che la maggioranza dei cittadini e dei tecnici che hanno animato la giornata si è orientata in prevalenza proprio su quest’ultima planimetria, per verificare il destino riservato al proprio pezzetto di terra. La scelta di un limitato sviluppo edilizio è stata confermata anche in quest’ultima stesura, e le aree destinate ad ospitare edifici di una o due unità abitative sono meno di una decina, mentre l’intervento più consistente si prevede nella riconversione dei capannoni dell’ex allevamento di galline ovaiole, con il 30% degli alloggi destinati all’edilizia sociale e convenzionata.
Parlando con i professionisti si è comunque sottolineata la grave crisi che sta interessando il settore edile, dove non sono certo la disponibilità di aree a scarseggiare, quanto la stretta creditizia delle banche e, soprattutto, la mancanza di acquirenti.
Il dato cartografico e programmatico più evidente è la cancellazione del comparto destinato alle attività commerciali e terziarie previsto alla Levata, tolto per l’incompatibilità con il Piano territoriale di coordinamento del Parco Adda Nord. Rispetto alla prima stesura le norme attuative del PGT risultano meglio definite, mentre in più circostanze si sono rese più flessibili rispetto alle esigenze dei soggetti attuatori, senza per questo rinunciare ad indirizzi che qualifichino gli interventi.
Margini ulteriori di miglioramento sono comunque possibili. Dopo l’adozione in Consiglio comunale si aprono i sessanta giorni per le osservazioni dei cittadini, delle istituzioni e di quanti sono portatori di interessi generali (associazioni, formazioni politiche, movimenti, ecc.). Naturalmente le proposte che perverranno in comune non potranno stravolgere le linee strategiche del Piano, anche perché ci sono due limiti precisi che non possono essere aggirati: la Valutazione Strategica Ambientale (VAS) e il PTCP di Lecco.