Lettera aperta a Christian Malighetti
Sul monitor ho davanti il faccione di Mussolini guerriero che mi guarda torvo e sibila “credere obbedire combattere” e tu, Christian Malighetti, a fianco che dici “mi piace” e sostieni di approvare che “l’Italia deve tornare fascista”. E quando il giornalista ti chiede di confermare, tu confermi, dichiarando con noncuranza che “è un banalissimo post… il fascismo è storia, nulla più”.
La storia, soprattutto quella storia denominata periodo fascista e nazista, non è un accidente di secondaria importanza ormai incapace di parlare alle giovani generazioni. E’ il racconto tanto attuale quanto apocalittico di indicibili orrori, di morti e sofferenze per milioni di persone innocenti. E’ la narrazione di lunghi anni di buio per i più elementari diritti dell’uomo (compreso il diritto di esistere), di come sia potuto accadere che le male piante del razzismo e della discriminazione fossero coltivate e rigogliose, di come si soffocasse ogni libertà e ogni civile convivenza.
Mussolini ha incarnato e rappresentato tutto questo e ora tu dici “mi piace”, e accarezzi l’idea che “l’Italia deve tornare fascista”? Non è possibile: condividere una simile e insostenibile responsabilità non sarebbe giustificabile nemmeno in chi ignora la storia, in chi è all’oscuro di ogni cosa, che non è certamente il tuo caso perché sei perfettamente consapevole di come tutto questo è stato.
Sono costernato e offeso dalle tue dichiarazioni, e lo sono non come interlocutore politico, ma come persona che periodicamente si confronta con te per ragioni di mandato amministrativo, ed ora scopre quanto possano essere inutili quelle civili discussioni sui temi locali se prima non si fa chiarezza sui valori e sui fondamenti delle nostre comunità e delle istituzioni che le governano. Se esiste da parte tua un rigetto per la Repubblica Italiana e la sua Costituzione, le quali hanno avuto il faticoso compito di far rinascere un Paese guasto e disfatto dal fascismo, edificando una nazione, magari non perfetta, ma sicuramente libera e democratica.
Io non ho vissuto sotto il tallone della dittatura fascista, ma sono abbastanza vecchio per aver conosciuto molto bene persone che sul loro corpo e nella loro anima portavano le ferite per non aver “creduto” ciecamente a Mussolini e ai suoi sostenitori, per non aver “obbedito” al credo razzista e liberticida imposto dal fascismo, per essere stati costretti a “combattere” in guerre imperialiste e di conquista al fianco dell’alleato hitleriano.
Considerare trascurabile tutto questo è come macinare di nuovo le esistenze di una generazione di uomini e donne generosi, che per amore del proprio Paese e del futuro dei suoi figli hanno dato la vita per strapparlo alla barbarie. H. Arendt ci ricorda quanto può devastare le coscienze banalizzare il male, trasformare i fatti terribili di quanto accaduto in una quotidiana e insignificante normalità.
Angelo Gandolfi
Monte Marenzo, domenica 29 gennaio 2012.
Anch’io sono incredula e amareggiata, il consigliere Christian Malighetti si è sempre dimostrato attento a collaborare e a lavorare nell’interesse del nostro paese e adesso sono sgomenta nell’apprendere queste sue dichiarazioni. Un consigliere comunale, non importa se si maggioranza o di minoranza non rappresenta solo la parte di cittadini che lo ha eletto, ma rappresenta il paese tutto, io come cittadina rabbrividisco al pensiero di essere rappresentata da qualcuno che inneggia al fascismo.La storia è storia e non è opinabile, fascismo vuol dire dittatura, nessuna libertà di pensiero e attività politica se non fascista (quindi nessuna possibilità di essere all’opposizione), fascismo vuol dire prigionieri politici e leggi razziali e treni diretti ai campi di sterminio e ai lager.
Fare queste dichiarazioni prevede come minimo scuse pubbliche o dimissioni.
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