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PGT. La dichiarazione di Daniel Fasolin, capogruppo di “Un paese per star bene”

Dopo più di due anni di lavoro, una ventina di appuntamenti tra assemblee pubbliche, incontri, tavoli di lavoro, conferenze tecniche, riunioni amministrative, che hanno coinvolto cittadini, associazioni, tecnici, realtà produttive, artigianali e commerciali e gruppi politici, oltre alla presentazione delle osservazioni da parte di cittadini e dai vari enti, ognuno per la sua competenza, siamo finalmente giunti qui, al termine di questa lunga maratona, per approvare definitivamente il Piano di Governo del Territorio di Monte Marenzo.

Siamo soddisfatti di essere arrivati a questo punto e di esserci arrivati riuscendo a mantenere i presupposti e le idee che ci eravamo dati in sede di presentazione del programma elettorale, innanzitutto, e di approccio alla stesura del PGT secondariamente e consequenzialmente.

Innanzitutto, siamo soddisfatti perché la stesura di questo piano è stata estremamente democratica e partecipata: ne ho menzionato proprio un attimo fa tutto il processo. La partecipazione è stato un passaggio decisivo e indispensabile per costruire un PGT il più possibile condiviso, non condizionato da interessi che non fossero quelli che hanno a cuore il futuro e il benessere del nostro territorio e delle persone che lo abitano.

Abbiamo più volte ricordato come il nostro sia un territorio già sufficientemente abitato e densamente popolato. Non è possibile prevedere un’accelerazione vasta degli insediamenti urbani, soprattutto affinché non si verifichino spinte puramente speculative, che rispondano esclusivamente agli interessi del mercato.

La nostra intenzione è sempre stata quella di recuperare i volumi esistenti degradati o inabitati, nonché il restauro dei nuclei di antica fondazione. L’espansione dell’esistente, come principio, vale anche per le attività produttive anche se nei casi particolari riteniamo sia doveroso agire con piani attuativi particolari.

Si tratta di una linea difficile ed impegnativa per un piccolo comune come il nostro, in un periodo che vede gli enti locali continuamente sfavoriti dai tagli ai trasferimenti disposti dagli enti centrali e dall’aumentare delle incombenze e dei servizi richiesti dai cittadini. Una scelta virtuosa, che reca beneficio al territorio ma che, nello stesso tempo, può portare a rinunce e tagli al bilancio con possibili ripercussioni sul consenso. Proprio per questo, si tratta di una scelta responsabile e obbligatoria perché si approccia alla gestione della cosa pubblica con spirito di servizio e onestà intellettuale.

Promuovere e sostenere l’impiego di tecniche per il contenimento energetico, l’uso di energie rinnovabili e pulite, il recupero delle acque meteoriche e il loro riuso è una nostra strategia verificabile anche in altri ambiti dell’azione amministrativa.

Ci siamo sempre opposti all’assunto secondo il quale il settore agroalimentare sia ormai in estinzione e privo di reale interesse economico: esiste in merito un reale rinnovato interesse e la sua protezione e valorizzazione deve essere totale.

Nella redazione dello strumento di Governo del Territorio abbiamo ricercato il massimo di coerenza con il Piano di Coordinamento Territoriale della Provincia di Lecco e del Piano de Sito di Interesse Comunitario (SIC) della palude di Brivio.

Tutto questa filosofia, che riteniamo essere estremamente virtuosa, è frutto della coerenza delle idee che l’amministrazione ha messo in campo fin dall’inizio del suo mandato ed è completamente inclusa all’interno del PGT che stiamo per approvare.

Quindi, nell’annunciare il voto favorevole del gruppo di maggioranza, concludo il mio intervento citando un passaggio della relazione che l’assessore Greppi ha letto nel corso della seduta di adozione del PGT e che ritengo indichi la responsabilità che noi tutti oggi ci prendiamo:

Il pericolo maggiore che si può nascondere nel nostro PGT è che i suoi obiettivi e le sue scelte restino lettera morta, che quanto previsto nella sua dinamica urbanistica, pur contenuta e oculata, non provochi delle azioni e delle attività da parte dei privati, che di conseguenza i servizi e le strutture pubbliche restino al palo, che le aree agricole e di pregio ambientale siano abbandonate. Evitare questo sarà il compito principale degli amministratori di Monte Marenzo, chiunque essi siano.

 

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