Un bidone della spazzatura sul palco
Spazzatura.
C’è un bidone della spazzatura sul palco.
Nero.
Dentro il bidone una donna racconta le storie di altre donne.
Bambole.
Sono storie di violenza sulle donne. Di uomini, padri, mariti, fratelli, uomini violenti che le hanno violentate, massacrate, uccise.
Anche bambine.
Storie vere.
La donna nel bidone ha in mano un fiore di carta. Racconta di quella donna torturata in Cile. Le hanno strappato le unghie. La donna nel bidone inizia a strappare i petali di quel fiore ad uno ad uno. E tu senti come se ti strappassero le unghie, ti toglie il respiro…
E’ un teatro che toglie il respiro quello di “Bambole”, rappresentato da Candelaria Romero, sabato sera in Sala Civica a Monte Marenzo. Teatro civile, la forma teatrale che con la forza del racconto e dell’espressione ti fa arrivare in testa e al cuore il messaggio di denuncia delle ingiustizie del mondo.
Non a caso Elisa Barachetti, presidente della Biblioteca di Monte Marenzo, ha voluto inserire questa forma teatrale e questo spettacolo nell’ultimo appuntamento di “Teatr’alMonte”, la rassegna teatrale itinerante nei luoghi caratteristici di Monte Marenzo https://www.unpaeseperstarbene.it/2012/teatralmonte-teatro-per-tutti-i-gusti-a-monte-marenzo/
Lo spettacolo di sabato doveva tenersi nella corte di Cascina Costa Antica, ospiti degli amici Marilena Chiari e Gustavo Centenaro. Purtroppo il maltempo non lo ha permesso e si è dovuto ripiegare sulla Sala Civica, ma Marilena e Gustavo, come avevano promesso, hanno offerto in Biblioteca, trasformata in foyer, un “digestivo teatrale” con protagonista assoluto il corniolo, aspro in purezza e dolcissimo in infuso alcolico.
Prima dello spettacolo un rappresentante di Amnesty International ci illustra con esempi concreti la campagna “Mai più violenza sulle donne”, promossa dall’Organizzazione non governativa indipendente che patrocina lo spettacolo di Candelaria Romero che alterna testimonianze e fatti di cronaca raccolti dal materiale di Amnesty International e da siti di centri antiviolenza.
Candelaria è già lì, accovacciata dentro il bidone nascosta ai nostri occhi. Poi parte la musica, inizia lo spettacolo.
Straordinaria la prova di Candelaria Romero che, nei panni di una bambola grottesca, dà voce a storie sulla violenza domestica, vissuti famigliari, storie di zie, nonne, mamme, vicine di casa, amiche.
Nelle sue mani altre bambole prendono vita, poi, dopo il racconto, vengono gettate via, come le vite vere di quelle donne. Dietro il palco, sullo schermo, immagini di bambole rotte…
E colpisce che la prima storia sia proprio una vicenda avvenuta in Italia, a Macerata…
Al termine dell’ultima storia Candelaria ritorna all’interno del bidone e inizia la proiezione di un video di Amnesty International. Scorrono immagini e testimonianze da tutto il mondo di “normale” violenza sulle donne.
Alla fine dal bidone nasce un fiore variopinto.
Non si può rimanere indifferenti a questo spettacolo. La stessa Candelaria dopo avere ricevuto i meritatissimi applausi, invita a parlare. Qualcuno lo fa, sollecitato anche dagli interventi dei rappresentanti lecchesi di Amnesty International che hanno portato materiale e tre petizioni da firmare. Il loro banco viene circondato dagli spettatori che, magari intimiditi a parlare in platea si sciolgono in discussioni, chiedono spiegazioni, ricevono risposte e materiale informativo (Qui il loro sito e le campagne in corso http://www.amnestylecco.altervista.org/ )
Anche noi lo facciamo. Insieme anche ai tanti giovani che hanno affollato la Sala Civica e che non hanno più voglia di andare, rimangono lì, a parlare tra loro o a sfogliare un libro in biblioteca.
Nelle immagini di Adriano Barachetti alcuni momenti della serata.
Che onore, queste parole! Grazie a voi per l’accoglienza, per la passione che ci metette nel vs operato!
Candelaria e famiglia