Fondata sul lavoro
Quelli che seguono sotto in corsivo sono gli Articoli della Costituzione che riguardano il lavoro.
Rileggeteli. A cominciare dall’Art. N. 1 che dice che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro.
Molti dicono che oggi, primo maggio, non c’è più nulla da festeggiare.
Molti criticano anche i sindacati (qualcuno soprattutto e solo i sindacati) se la festa del lavoro non può essere una festa per gli esodati, i cassaintegrati, i disoccupati i precari e chi il lavoro ce l’ha ma teme che la crisi colpisca anche lui.
Molti di costoro, li ricordo bene quando ero in fabbrica, al primo sciopero entravano alla chetichella, con il capo chino, vergognandosi un poco di passare davanti a noi che lottavamo per un diritto negato, per un migliore salario. Le lotte duravano mesi e, alla fine, qualcosa si portava a casa, per noi e anche per chi sciopero non lo faceva mai.
Adesso costoro dicono che il sindacato non serve a nulla, sono burocrati e mangiapane a tradimento.
Persino il nuovo guru dell’antipolitica dice che “festeggiare il Primo Maggio è uno stanco rito assolutorio dei responsabili, dei sindacati complici, dei ‘prenditori’ di appalti pubblici di Confindustria, dei partiti che hanno occupato lo Stato”.
Può darsi sia vero. Anzi è anche vero. Ma….
Ma mi chiedo dove eravate? Anzi, dove eravamo tutti? Cos’è successo negli ultimi vent’anni? L’Italia dov’era mentre Berlusconi faceva sognare gli ingenui e inorridire gli increduli?
Se qualcuno ha il diritto di dire qualcosa sono i giovani che un lavoro non lo trovano e se lo trovano è sottopagato. Magari dopo anni di studio, senza poter progettare nulla.
Non mi unisco al coro che non c’è più nulla da festeggiare. Credo sia profondamente ingiusto che molti lavoratori debbano lavorare oggi, in un supermercato o un megastore.
Viviamo una stagione in cui i diritti dei lavoratori vengono erosi con leggi, licenziamenti, ipotesi e decisioni di delocalizzazione. Storicamente il Primo maggio rivendicava un diritto fondamentale, quello di un orario decente e umano. Questo è un richiamo attuale, proprio in tempi in cui si va dal part-time imposto al raddoppio delle otto ore.
Ma credo continui ad avere senso festeggiare il primo maggio, per lo meno per far vedere a chi ci governa che siamo noi la vera forza del paese, non le agenzie di rating o la Bce.
E adesso chiudo. Vado a festeggiare!
Costituzione italiana
Art. 1
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. (…)
Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 35.
La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori.
Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.
Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero.
Art. 36.
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.
Art. 37.
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.
Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.
La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.
Art. 38.
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.
L’assistenza privata è libera.
Art. 39.
L’organizzazione sindacale è libera.
Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge.
È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica.
I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.
Art. 40.
Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano.