Frana Levata. L’intervento del vicesindaco Ornella Chiari al convegno della Protezione Civile
Mercoledì 5 giugno 2013 presso la Sala Don Ticozzi – Lecco si è svolto un Convegno dal Titolo “Il volontariato di protezione civile incontra il dipartimento nazionale”.
Nella mattinata l’incontro si è svolto alla presenza del Dirigente del Servizio Volontariato del Dipartimento di Protezione Civile Roberto Giarola. L’argomento: questo importante servizio presente su tutto il territorio nazionale e che coinvolge migliaia di persone che “volontariamente” sostengono situazioni di emergenza o, in molti casi, si “affiancano” agli enti preposti per risolvere situazioni difficili sul nostro territorio e che ogni giorno permettono a questo stato “colabrodo” di vivere e progredire.
Nel pomeriggio alla presenza del Capo Dipartimento Prefetto Franco Gabrielli e all’assessore alla Sicurezza, Protezione civile e immigrazione Simona Bordonali vi è stata la presentazione dell’Operazione Lario Sicuro. Un lavoro di coordinamento e organizzazione tra tutte le forze presenti sul territorio (un ventaglio completo di tutti i soggetti istituzionali ma anche di associazioni di volontari) che in modo sistematico garantiscono la sicurezza sul nostro lago soprattutto nei week end e nei mesi estivi quando la presenza del mondo degli “acquari” è più affollato.
Al termine del convegno, ma non per una sottovalutazione degli argomenti, ma solo per una esigenza di organizzazione, si sono affrontate le emergenze sul territorio lecchese degli ultimi mesi connesse alla chiusura della SS36 per i lavori Monte Piazzo e alla frana di Monte Marenzo.
Su invito dell’assessore provinciale alla Protezione civile De Poi, il Comune di Monte Marenzo ha potuto rappresentare la situazione di emergenza che si è verificata alla Frazione Levata.
Per impegni precedentemente assunti il sindaco Gianni Cattaneo ha delegato il vice sindaco Ornella Chiari ad intervenire al convegno.
Sul sito del Comune di Monte Marenzo potete leggere la dettagliata relazione sulla dinamica dell’evento, sugli interventi di prima emergenza, sulle azioni per superare l’emergenza e la gestione delle persone evacuate.
Riportiamo qui alcuni significativi stralci sugli elementi positivi rilevati e sulle criticità che si registrano.
Gli elementi positivi
La tempestività di intervento dei soggetti istituzionali coinvolti.
Il sostegno straordinario e competente dei Volontari della Protezione Civile.
L’Assessore Chiari ha rivolto un ringraziamento al Presidente del coordinamento sig. Bonacina, rappresentante dei volontari, e a tutti i suoi uomini a nome di tutta la popolazione di Monte Marenzo.
La velocità di progettazione ed esecuzione delle opere di messa in sicurezza. L’altro giorno è stato stabilizzato il masso che incombeva pericolosamente sull’abitato e contemporaneamente si è potuto iniziare la posa della rete paramassi. Sino ad ora e nonostante il maltempo si è addirittura in anticipo sulle scadenze del cronoprogramma.
La costante relazione con la popolazione colpita, attraverso canali diretti con gli uffici comunali e un’informazione oggettiva.
La grande compostezza dimostrata dai cittadini colpiti dal provvedimento di evacuazione.
Gli elementi di criticità
Il comune di Monte Marenzo – 2.000 abitanti, 7 dipendenti, nessuna risorsa economica al di fuori della gestione ordinaria – ha dovuto, oltre alle opere da mettere in cantiere in 48 ore, farsi carico totalmente del ricovero e sostegno delle famiglie evacuate.
Obiettivamente l’Amministrazione si è trovata in difficoltà per avviare procedure inedite e mai praticate, per ricercare innumerevoli referenti istituzionali e formali per le incombenze e gli adempimenti amministrativi e di legge, per fronteggiare spese enormi per il nostro Comune senza avere alcuna garanzia che si riuscirà a trovare le adeguate coperture di bilancio.
A questo proposito, non sarebbe del tutto fuori luogo ipotizzare un contributo a carico dei comuni della provincia, determinato su quota pro capite per abitante, e partecipato dagli enti intermedi, destinato ad alimentare un fondo provinciale da destinare al sostegno delle comunità locali colpiti da una calamità come la nostra.
Le criticità più grandi e preoccupanti riguardano le azioni future, necessarie e improcrastinabili.
La parete rocciosa che sovrasta in tutta la sua lunghezza l’abitato della Levata, nonché la ferrovia Lecco – Bergamo e la Statale 36, è ad alto rischio, per una accertata instabilità geologica accelerata da eventi atmosferici avversi di eccezionale violenza, nonché per la estrema difficoltà di accesso ai luoghi, che rende problematica ogni azione.
Un approccio corretto dovrebbe prevedere:
– uno studio accurato dell’intero versante che sappia individuare i rischi di caduta massi e le potenziali frane da scivolamento;
– gli interventi necessari per mettere in sicurezza definitiva l’intera area (stabilizzazioni, reti paramassi ad altissima capacità di assorbimento, valli di contenimento, eccetera);
– il monitoraggio costante delle opere realizzate, affinché garantiscano la loro efficacia nel tempo.
L’Assessore Chiari ha così concluso il suo intervento:
Penso che tutti concordino nella necessità, come nelle patologie gravi, di dare più risorse alla prevenzione, per evitare poi spese superiori ad evento avvenuto.
Bene, non solo la quantità di risorse necessarie a queste fasi sono improponibili per la capacità finanziaria del nostro piccolo comune, ma sino ad ora abbiamo avuto l’impressione che né la Regione, né lo Stato, abbiano intenzione di assumere un ruolo attivo in questo senso. Né riusciamo ad individuare altra istituzione in grado di aprire una linea di credito su questa emergenza.
Il nostro scetticismo deriva da una esperienza concreta. Esiste un altro e alto rischio di frana, sempre a Monte Marenzo (località Ravanaro) che minaccia il limitrofo comune di Calolziocorte.
Questo rischio è da due anni documentato e la soluzione quantificata dal punto di vista finanziario, da due anni è portata a conoscenza di tutti i soggetti interessati. L’unico suggerimento giunto è di inserirla nel Piano della Protezione Civile del nostro comune.
L’abbiamo fatto, ma questo non ci mette al riparo dall’eventualità che il fronte si metta in marcia e precipiti a valle. Badate, non in tempi geologici, ma in stretti tempi storici.
Vi ringrazio per l’attenzione e per quanto avete fatto e riuscirete a fare per dare una mano alla nostra comunità.”
Al termine l’assessore Regionale Simona Bordonali, rammaricandosi che ad oggi la Regione non può fare più di quanto fatto per il contributo alle opere di emergenza (rete paramassi), però si attiverà per ottenere in bilancio regionale degli stanziamenti per contribuire all’emergenza ospitalità evacuati.
Il Capo Dipartimento nazionale Gabrielli, dopo aver ringraziato i volontari che hanno gestito al meglio in queste settimane l’emergenza, ha sottolineato che, dopo il periodo in cui il Dipartimento della protezione civile aveva potenzialità e disponibilità elevate, a seguito degli eventi negativi rilevati dalla Magistratura in quel periodo, invece di mettere a “punto “ la macchina si è provveduto a chiudere i rubinetti dei finanziamenti per la messa in sicurezza del territorio “Italia”. Risultato, ad oggi, non ci sono fondi per programmi di prevenzione, stabilizzazione, recupero de territorio. La conseguenza è di un progressivo e inesorabile degrado del territorio con conseguente pericolo per le popolazioni.
Conclude però che la responsabilità è collettiva. Il mondo politico affronta e promette quanto i sondaggi dicono sia interesse della “gente”. Se l’argomento tutela del territorio e sicurezza non viene discusso ed affrontato dal mondo politico è perché noi cittadini siamo insensibili e disattenti a questi temi.
Come non dargli ragione?