I ragazzi di MOSAICO in biblioteca a parlare di Shoah
Ieri pomeriggio ho assistito ad un incontro tra Elisa, presidente della Biblioteca, e i ragazzi di MOSAICO.
Le educatrici di MOSAICO (presenti), avevano preparato i ragazzi (età scuola media) spiegando che sarebbe stato un pomeriggio particolare per i temi che si sarebbero affrontati, quelli dell’olocausto in occasione della giornata della Memoria.
In Sala Civica erano ancora appesi i cartelloni della mostra curata dalla biblioteca ed Elisa mi aveva chiesto di essere presente per intervenire e sottolineare alcuni momenti della spiegazione.
I ragazzi seduti sul tappeto al centro della sala hanno così assistito alla proiezione di tre brevi video e poi sono stati guidati alla lettura dei cartelloni in mostra.
Le prime immagini di “Nuvole” trovano ancora i ragazzi distratti ma dopo un paio di minuti, nel momento in cui una svastica compare sullo schermo ed un rumore assordante spezza la musica iniziale del video, i ragazzi ammutoliscono e si fanno attenti.
Lo saranno per tutta l’ora dell’incontro. Sono colpiti dalle parole di Elisa che sapientemente spiega che “il nemico” per la Germania di Hitler e il fascismo di Mussolini furono gli ebrei, i politici, i rom, gli omosessuali, i disabili, i bambini…
Sì perché i primi ad essere annientati nei campi di sterminio furono proprio loro, i bambini. Scorrono le immagini di alcune vittime con la loro età, 6, 7, 8 anni, ed anche più piccoli, e i loro nomi. Nomi che divennero numeri tatuati su un braccio, perché anche l’identità doveva essere cancellata.
Insieme ad Elisa racconto la storia raccolta da un ragazzo di Monte Marenzo che descrive il viaggio incredibile di un sopravvissuto per mezza Europa, con i nomi dei campi incisi sulla sua gavetta e il ritorno a casa a piedi e con mezzi di fortuna per migliaia di chilometri.
I ragazzi fanno domande, rispondono alle sollecitazioni di Elisa, in un’ora si rendono perfettamente conto di cosa fu la Shoah.
Qualche ragazzo è preparato, cita perfino Primo Levi e il campo di Fossoli, conosce già alcune vicende e si meraviglia quando qualcuno nega che quei fatti siano veramente accaduti mentre ci sono i documenti le foto i filmati a dimostrarlo e i racconti dei sopravvissuti.
Altri ragazzi citano testimonianze di cui hanno appreso sui banchi di scuola. Ritrovano, sul tavolo dove sono stati messi alcuni libri della biblioteca, i titoli e i protagonisti di cui hanno già sentito parlare. Qualcuno prende un libro in prestito, qualcuno un film.
L’ora passa velocemente. Educare significa “trar fuori”; Elisa, Marzia ed Elena lo hanno fatto in quell’ora. I ragazzi non dimenticheranno quel che è stato.