Il bene acqua deve essere pubblico
Questo l’orientamento dell’amministrazione comunale di Monte Marenzo comunicato nel corso del Consiglio comunale dell’11 marzo. L’assessore all’ambiente e alle risorse idriche Franco Rota ha presentato il documento riportato di seguito e sul quale si sono pronunciati alcuni consiglieri..
Nella sostanza tutti hanno richiamato la necessità di salvaguardare i principi di efficienza del sistema idrico e il contenimento delle tariffe. Per i sindaci del territorio di Lecco, come ha sottolineato Daniel Fasolin nel suo intervento, la scelta di individuare un soggetto gestore formato interamente dai comuni dell’ATO è la più opportuna per garantire la qualità del servizio. Se poi, aggiungiamo noi di Monte Marenzo, questo soggetto è una nuova società pubblica in grado di tirare una riga su tutte le precedenti gestioni e ripartire di nuovo, è meglio.
La sintesi su un tema così complesso l’ha offerta il consigliere Giovanni Bonacina quando ha detto, bisogna fare per l’acqua una società come abbiamo fatto con la SILEA per i rifiuti.
Ecco il documento presentato.
Entro poche settimane la Conferenza dei Comuni dell’ATO di Lecco sarà chiamata a prendere una decisione che avrà un forte impatto su tutti i cittadini: occorrerà definire chi sarà l’affidatario della gestione del Servizio Idrico Integrato per i prossimi 20/30 anni.
Una decisione di tale portata non può essere presa senza un adeguato approfondimento ed è per questo che desideriamo condividere alcune riflessioni con il Consiglio Comunale.
L’attuale situazione vede il sistema idrico integrato affidato in house providing, in maniera provvisoria e solo fino al prossimo 31 dicembre, a Idrolario.
La società, attiva dal 2009, partecipata da 65 comuni della provincia e alla quale è stata conferita la proprietà delle reti, degli impianti e di altre dotazioni patrimoniali, ha dovuto da subito stringere rapporti diretti con altre aziende per poter espletare le molteplici attività che caratterizzano il sistema idrico integrato; fra queste vi è anche Lario Reti Holding, la quale con i suoi oltre 100 dipendenti che operano proprio nel settore idrico, svolge la maggior parte delle funzioni operative.
Molti Comuni sono soci in entrambe le società ma con pesi ben differenti: in LRH, Lecco e alcuni comuni limitrofi sono preponderanti perché in passato hanno investito sulla creazione delle reti del gas, mentre in Idrolario Merate da sola rappresenta oltre il 23% del capitale sociale.
E’ evidente che un’azienda che debba occuparsi di un bene comune pubblico come l’acqua non possa che prevedere che ogni comune conti per il numero di abitanti che rappresenta: cosa che non accade al momento né in LRH né in Idrolario.
Nella Conferenza dei Comuni dell’ATO riunita lo scorso 20 dicembre i sindaci hanno votato un documento di indirizzo che comprendeva 3 opzioni:
1. affidamento in house providing a Idrolario;
2. affidamento in house providing a Idroservice, una nuova società di secondo livello che si occuperebbe di acqua all’interno della multiutility Lario Reti Holding;
3. affidamento in house providing a NewCo, una nuova società da creare ex novo.
Una prima scelta dunque è già stata fatta, sono state escluse le due forme più estreme: la messa a gara, con l’apertura al capitale privato, e l’ipotesi di affidamento ad un’azienda speciale consortile.
Si è quindi già optato per l’affidamento in house providing ad una società di diritto privato ma a totale capitale pubblico.
In quell’occasione noi del comune di Monte Marenzo ci dichiarammo contrari all’esclusione a priori dell’opzione azienda speciale, convinti come siamo che quell’opzione rappresenti la migliore possibilità per garantire una gestione pubblica dell’acqua, così come più volte espresso da questo Consiglio Comunale e così come sonoramente ribadito da 27 milioni di italiani con il referendum del giugno 2011.
Quantomeno, avremmo gradito la concessione di un ulteriore periodo di riflessione, di ricerca e di valutazione anche per questa possibilità, tempo che invece è stato negato con una votazione sfavorevole ad un emendamento presentato al testo originale.
Analizzando quindi le rimanenti possibilità, la proposta che riteniamo essere la più vicina agli ideali referendari è l’affidamento ad una società di primo livello, nella fattispecie Idrolario o NewCo.
Tendiamo a scartare l’ipotesi dell’affidamento ad una società di secondo livello perché il controllo analogo non sarebbe esercitato direttamente da parte dei comuni, caratteristica che potrebbe non rispondere appieno al requisito dell’ordinamento europeo e della giurisprudenza per gli affidamenti in house. La considerazione politica, inoltre, è che questa opzione potrebbe rappresentare il cavallo di troia attraverso cui i privati si insinuano nel settore dell’acqua che il referendum popolare ha chiaramente detto deve restare in mano pubblica al 100%.
Le altre due opzioni sono tra loro simili: entrambe prevedono l’affidamento del SII ad una società di primo livello. L’unica differenza è la composizione sociale, che nel caso di Idrolario è definita e andrebbe modificata, mentre con Newco si potrebbe partire da subito con la partecipazione di tutti i 90 Comuni dell’ATO in quote proporzionali agli abitanti.
Questa ultima considerazione è quella che, secondo noi, fa pendere l’ago della bilancia verso Newco: ci sembra che il processo di costituzione di una nuova società, considerando la necessaria e contemporanea chiusura della vecchia con l’assorbimento di tutti i dipendenti, possa essere più rapido e meno dispendioso rispetto alla trasformazione di Idrolario.
L’orientamento dell’amministrazione è quello quindi di votare a favore dell’affidamento della gestione del Sistema Idrico Integrato dell’ATO di Lecco in house providing a NewCo.