La parola chiave è “coprogettare”
In tempi di vacche magre, anzi magrissime, i comuni devono inventare strumenti finanziari innovativi per garantire i servizi e realizzare le opere utili per la comunità. Le pratiche sino ad ora seguite sono ormai impraticabili anche per il comune di Monte Marenzo, stretto tra il patto di stabilità interno (impossibilità di spendere più della media delle spese degli ultimi anni) e l’esaurimento della capacità di indebitamento (impossibilità a contrarre nuovi mutui).
Inoltre, la scelta è dovuta anche alla necessità di non premere ulteriormente con il carico tributario su cittadini pesantemente in affanno per una crisi economica ancora senza i titoli di coda e la parola fine.
Una soluzione potrebbe venire dalla coprogettazione, una nuova formula che vede soggetti del terzo settore (cooperative, fondazioni, associazioni no profit) condividere con il comune la gestione dei servizi socio-assistenziali. In questo modo viene superato il tradizionale rapporto tra comune che progetta, mette a bando e finanzia il servizio ad un soggetto che si aggiudica la gestione attraverso un normale appalto.
Con la coprogettazione il comune e il soggetto gestore procedono di pari passo: progettano insieme e condividono i rischi della gestione, perché il soggetto del terzo settore ci mette delle risorse sue.
Sulla base di questo schema, recentemente codificato anche in una legge regionale, il comune di Monte Marenzo ha deliberato in Consiglio comunale i necessari atti di indirizzo per realizzare, mediante la forma coprogettazione, due obiettivi importanti contenuti nel Piano Generale di sviluppo 2009 – 2014 approvato nel 2011:
- la gestione di tutti servizi destinati all’infanzia e all’adolescenza;
- il recupero dell’edificio di via S. Alessandro (ex parrocchia), destinandolo a servizi sociali, come prevede il contratto di acquisto.
Proprio in questi giorni è stato pubblicato il bando per i servizi dell’età evolutiva; bando che ha lo scopo di scegliere il partner che manifesta l’intenzione di realizzare questo programma in coprogettazione con il comune.
Il bando – il termine per la presentazione delle domande scade il sette giugno – è un documento corposo e complesso che possiamo così riassumere:
- il soggetto interessato dovrà presentare un progetto per la gestione del Micronido (servizio nuovo), del Centro per la Prima Infanzia, della Ludoteca, dei servizi Adolescenti e Giovani;
- il progetto deve prevedere modalità e processi innovativi rispetto ai servizi attualmente erogati;
- chi assumerà la gestione dovrà, con risorse proprie, provvedere alla riqualificazione e adattamento dell’edificio attualmente destinato a questi servizi (ex scuola elementare), intervenendo soprattutto sull’adeguamento antisismico, il contenimento energetico, la riorganizzazione degli spazi interni.
- a compenso il soggetto prescelto avrà in gestione i servizi e l’uso gratuito dell’edificio per un periodo non inferiore a 10 anni.
E’ la prima volta che il nostro comune avvia un programma di questa complessità, normalmente appannaggio di enti locali ben più grandi e strutturati. Per questo motivo l’Amministrazione comunale provvederà a bandire il secondo progetto, S. Alessandro, tra pochi mesi, appena verificato che il modello elaborato ha dimostrato di saper raccogliere l’interesse dei soggetti del terzo settore ed essere funzionale rispetto agli obiettivi previsti.
Per quest’ultimo programma esiste un piano B. Nel corso del dibattito in Consiglio comunale, sul futuro di S. Alessandro, si è verificata una sostanziale convergenza dei due gruppi consiliari sull’eventualità di alienare l’edificio, esclusivamente nel caso fosse impossibile trovare una soluzione sostenibile per un suo recupero a fini di pubblica utilità.