Come una lumaca può insegnarci ad uscire dalla crisi ed entrare in una comunità solidale
“Abbiamo perso la saggezza dei nostri nonni …”.
Così comincia il bell’articolo scritto su Lecco news on line sulla serata magica di martedì 24 giugno al Campus universitario di Lecco con Carlo Petrini presidente di Slow Food, che ruotava intorno alla necessità della presa di coscienza del limite della nostra vita su questa Terra Madre, bene non infinito lei stessa.
Io e Gustavo c’eravamo.
Vi invito a leggere l’intero articolo apparso sul giornale on line che riporta esattamente tutto l’intervento di Petrini fino al racconto della sua chiacchierata telefonica con Papa Francesco.
Io mi limito a sottolineare le cose che a me per la mia scelta di vita sono apparse di grande conforto.
- Primo monito i contadini ed il loro ruolo primario nell’economia mondiale: senza cibo non c’è vita ed il cibo lo forniscono da migliaia di anni i contadini. Contadini, badate bene, e non imprenditori agricoli, ha sottolineato Petrini.
Nei suoi interventi alle università parlando agli studenti italiani ha chiesto quanti volessero fare i contadini come scelta di vita e le risposte sono state soltanto due, tre su 400, 500 ragazzi presenti. “Miei eroi, ha detto, venite accanto a me. E voi altri 400 cosa pensate di poter mangiare grazie solo a questi due, tre eroi?” Ha fatto notare che la stessa domanda fatta agli studenti delle più prestigiose università americane ha dato esito molto più confortante, 20, 30 ragazzi hanno alzato la mano!
- Secondo monito: I tempi stanno cambiando, non abbiate timore: questa crisi è una crisi entropica e non se ne esce come dicono i nostri governanti con la ripresa dei consumi, ma con il cambiamento delle consapevolezze sulla vita. Entropia significa consumare più energia di quella che produciamo, dobbiamo interrompere questo percorso folle che porta allo spreco delle risorse limitate e pensare che per i nostri 4 anni su questa terra dobbiamo essere felici non consumatori accumulatori spreconi di cose.
L’esempio portato è quello trovato da Ivan Illich, grande filosofo e teologo del novecento: la lumaca, che poi è il simbolo di slow food, costruisce a spirale la sua casa, ma ad un tratto si ferma, potrebbe continuare, ma non lo fa. Questo perché intuisce che se la casa diventa più grande la schiaccia sotto il suo peso. Non abbiate timore, ha continuato, perché il cambiamento è già in atto, è come un fiume sotterraneo, ad un tratto sbucherà alla luce.
- Terzo monito rivolto ai consumatori: andate a casa e aprite i frigoriferi, sono cimiteri di prodotti scaduti che buttate. Bisogna divenire consapevoli dei nostri consumi. Scegliete prodotti locali, sostenete i contadini dei vostri luoghi, cercate mercati contadini locali, chiedete biodiversità dei prodotti, fate ovunque orti, orti, orti…
Facciamo tornare il cibo al centro dell’economia, non dobbiamo consumare energia più del necessario, ma valorizzare ciò che non si butta ma dura a lungo. L’aggettivo sostenibile significa durevole. Torniamo quindi alla saggezza dei nostri nonni che non buttavano, ma riusavano le cose per farle durare.
- Quarto monito rivolto ai politici locali : l’EXPO non deve essere solo occasione per rilanciare il turismo locale, l’Expo è soprattutto ragionare sul valore del CIBO E DELLE PRODUZIONI SOSTENIBILI. Sostenibile significa durevole.
Mettere al centro i contadini e i loro prodotti, ma non per il turismo fine a se stesso, ma per la qualità della vita su tutta la Madre Terra in generale e sul proprio territorio in particolare.
- Altro Monito alla sinistra italiana: la sinistra italiana è sempre stata sorda al problema del cibo come motore dell’economia, oltre che motore morale, sociale, culturale della comunità. E continua ad esserlo tuttora. Deve cominciare a farlo con urgenza.
E per finire un passaggio che mi ha fatto sorridere con gioia:
Non c’è alternativa: per uscire dalla crisi
BISOGNA CREARE UNA COMUNITA’ SOLIDALE
Vi ricorda qualcosa?
Marilena Chiari
Tutti argomenti su cui possiamo e dobbiamo riflettere seriamente ed ampiamente…