Gustavo, un campo di farro ed una piccola mietitrebbia
Gustavo, un campo di farro ed una piccola mietitrebbia
Ovvero la determinazione di un piccolo contadino di collina a risolvere un grande problema
Quando nel 1997 decidemmo, Marilena ed io, di coltivare il farro a Monte Marenzo, questo cereale era ancora sconosciuto ai più e soprattutto nella valle San Martino.
Ma era per noi un monito, incluso forse già da allora nel nome Cascina Costa Antica, di riportare in vita ciò che apparteneva alla tradizione più antica italiana, come appunto il farro degli antichi romani.
Essere un piccolo contadino in un piccolo paese di una piccola valle è molto romantico, ma si scontra con un sacco di difficoltà: soprattutto con la poca redditività dei terreni collinari e la poca convenienza a utilizzare macchinari complessi e difficili da trasportare come appunto una grande mietitrebbia.
Per una decina e più di anni il momento della trebbiatura ci vedeva spostare gli sguardi dalla strada al cielo, sperando nel bel tempo e nell’arrivo della mietitrebbia di un contoterzista, convinto a fatica a venire fin quassù.
Il farro, va detto, come i cereali antichi, si trova molto bene nei terreni di Monte Marenzo e della valle e può offrire una buona alternativa di reddito ai piccoli coltivatori e a chiunque possieda la voglia di coltivare un pezzetto di terra. Il problema più grosso resta sempre la mietitura.
Avevamo negli ultimi anni passato momenti di raccolto felici per la presenza condivisa di una vecchia mietitrebbia di fabbricazione ucraina acquistata dal contadino Barachetti, che nel frattempo era tornato ad appassionarsi alla coltivazione dei cereali.
Ma la triste notizia che anche questa mietitrebbia aveva i giorni contati ci ha messo davanti ad un bivio: o smettere di coltivare farro e altri cereali e darci per sconfitti, come spesso succede a molti contadini piccoli, oppure…………..
Internet mi è venuto in aiuto: ho passato giorni interi a dialogare col mondo delle mietitrebbie, dalla Germania, all’Austria, alla realtà delle università agrarie, dal nuovo all’usato. Ho potuto constatare con tristezza che in Italia non esistono alternative alle grandi mietitrebbie. E neanche in Europa…
E pensare che sono stati gli italiani ad inventare una meravigliosa piccola macchina come la mietilega che tagliava e legava i covoni. O la BCS che pur piccola è tuttora estremamente funzionale al lavoro dei piccoli contadini.
Quando sono approdato al mondo cinese sono entrato in un sogno realizzabile: esisteva la mietitrebbia che faceva al caso mio!!!
Così è iniziata una fitta corrispondenza, sfociata anche in una simpatica amicizia, con il direttore di una fabbrica di mietitrebbie cinesi, che esporta anche nella vicina Asia, ma non in Europa, e mai in particolare in Italia. Immaginatevi l’avventura, i primi in Italia siamo noi, io primi a rischiare, i primi ad avere fiducia.
Finché, puntuale come sperato, la nostra piccola mietitrebbia ha fatto il suo ingresso a Cascina Costa Antica.
E così anche quest’anno il farro è stato trebbiato e dovete immaginare la gioia impagabile di avere fatto tutto da soli.
Qualcosa in agricoltura sta cambiando: i cambiamenti climatici ci pongono davanti a nuove grandi sfide: cosa coltivare e soprattutto come coltivare. La pianura tiene ferme le sue grandi macchine perché i campi sono impraticabili per le grandi piogge, i cereali ammuffiscono e non vengono trebbiati. Mantenere queste grandi macchine e i loro pezzi di ricambio è divenuto estremamente oneroso con la crisi economica attuale. Sta sfumando l’illusione che l’uomo non deve più faticare, perché fanno tutto le macchine……
Noi in collina abbiamo il vantaggio che l’acqua scorre via dai campi più facilmente, i cereali crescono meglio e questa piccola mietitrebbia può aprire nuovi scenari.
Torniamo a credere con fiducia nello slogan “piccolo è bello”, che è il titolo del libro dell’economista Ernst Friedich Schumacher edito da Slow Food.
Luigi ci leggi da quale zona dell’Italia? Passiamo il tuo messaggio a Gustavo che provvederà a darti le informazioni.
Salve
e complimenti per l’articolo. Anche io sono interessato alla mietitrebbia in quanto sto riscoprendo alcune colture antiche come cereali e simili.
grazie
a presto
Luigi
Salve Gustavo,
pure io sono interessato alla mini mietitrebbia. Sono un pò di anni che coltivo il grano in una zona montagnosa della provincia di Lucca e una macchina del genere mi sarebbe molto utile. Se tu mi potessi dare qualche ulteriore dettaglio te ne sarei molto grato.
Grazie
Gianluca
complimenti Gustavo, anch’ io sono interessato alla mini mietitrebbia, quanto è costata? inviami x favore i contatti del produttore- grazie
ciao gustavo sono un operaio ho 42 anni vivo in un paesino nella valle del Serchio, in provincia di Lucca, inanzitutto mi devo complimentare con voi per la vostra volontà di fare, è bello vedere i terreni montani coltivati.da circa 3 anni mi sono messo a seminare un grano antico ma il nostro territorio è fatto di campi terrazzati siamo in montagna ,a luglio di ogni anno per togliere il grano abbiamo usato la falce come si faceva un tempo ma così facendo sono dovuto rimanere a seminare piccole quantità . se gentilmente tramite e mail potrei avere notizie sulla mietitrebbia . cordiali saluti e buon lavoro nicola
Benvenuto Lionello da Gemona sul nostro sito 🙂
Giriamo la tua richiesta, come per gli altri casi qui sopra, a Gustavo e Marilena per i ragguagli che chiedi e la possibilità di metterti in contatto con Francesco di Udine.
Leggo solo ora di questa bellissima esperienza, sono di Gemona del Friuli, vicino a Udine ed assiema ad un’amico coltiviamo piccoli appezzamenti a farro, frumento e orzo. Io quest’anno ho buttato alle galline 2 q.li di orzo perchè il contoterzista non aveva pulito la macchina, risultato un misto di orzo biologico e frumento non biologico. Da tempo vedo su alibaba queste piccole mietitrebbie che farebbero al nostro caso. E’ possibile sapere qualche cosa in più? E’ possibile mettersi in contatto con Francesco da Udine, se ne compriamo due e meglio di una. Scusate per il ritardo e sopratutto auguro a Gustavo e Marilena tantissimi di questi bei raccolti.
Anche per Giuseppe e Giovanni daremo il vostro indirizzo mail a Gustavo e Marilena per le eventuali informazioni commerciali (per tutte le altre informazioni e consigli potete utilizzare il nostro sito).
Salve Gustavo, quest’anno ho coltivato la canapa per fare semi. La raccolta a mano è stata molto impegnativa ma altrimenti è difficile da fare visto che gli appezzamenti sono diversi, contigui ma spezzati da canali o alberi. Ho chiamato tutti i miei amici a raccolta il che è stato bello, ma con una macchina ci si metterebbe decisamente meno. Vorrei quindi anch’io qualche informazione sia tecnica che sul prezzo se è possibile.
Grazie e complimenti
salve, sono un appassionato di agricoltura e coltivo anche io una varietà di grano antico:(senatore cappelli) avendo lo stesso problema della collina sto cercando una macchina simile, è possibile avere delle informazioni più dettagliate? ringrazio, distinti saluti
Gabriele e Francesco ci confermano che il nostro sito è letto (per caso, ovvio) fin in quel di Ronco Scrivia e in quel di Udine. 🙂
Daremo il vostro indirizzo mail (se siete d’accordo) a Gustavo e Marilena per le eventuali informazioni commerciali (per tutte le altre informazioni e consigli potete utilizzare il nostro sito).
Fa piacere che un piccolo/grande esempio di “sapienza” (quella vera, non quella dell’Università che invita Schettino), si possa diffondere da Monte Marenzo attraverso il nostro sito in altre latitudini agricole del nostro Belpaese.
E fa piacere conoscere belle realtà, anche giovani, che rimangono sul territorio, lo rispettano e fanno memoria.
Grazie.
Salute, sono Francesco da Udine; se possibile vorrei anche io avere informazioni sulla mietitrebbia. Ho un campo di mezzo ettaro nella bassa friulana che sto imparando a coltivare per autoproduzione; a luglio come Gabriele ho mietuto a mano 1500 metri di grano di varietà antica, che vorrei riseminare.
Vi ringrazio moltissimo per il coraggio, e il lavoro pioneristico che avete fatto. Grazie
F.P.
caro Signor Gabriele
innanzitutto complimenti per la passione e la fatica che ci mette nel suo lavoro di contadino. Senza dubbio Le manderò gli estremi al suo indirizzo mail
buon lavoro
Gustavo
Buongiorno, sono un autista di bus di 37 anni,abito a Ronco Scrivia in provincia di Genova, in pieno appennino.L ottobre scorso ha seminato un po’ di enkir (monococco)per farmi le sementi per quest anno. La trebbiatura l ho fatta all antica, falcetto e moglie a seguito a legare; vista l inesperienza c’è voluto parecchio tempo, impensabile farlo noi due a mano quest anno che semineremo un ettaro! Vorrei sapere se è possibile avere notizie sulla sua mietitrebbia! Vi ringrazio per l attenzione e vi auguro buon lavoro!
Gabriele Giua
Grande grande Gustavo,e non di meno Marilena .Ho letto e riletto l’articolo è stato veramente interessante leggerlo ,nel leggerlo mi sono immedesimato nel personaggio di Gustavo un uomo veramente tenace ,che non lascia niente al caso ,ogni cosa è studiata in ogni minimo particolare .Infatti non si è lasciato vincere dal fatto che la grande trebbiatrice si è rotta e un’altra non c’era ,ma si è prodigato fino al raggiungimento del suo progetto quello di poter coltivare il farro in quel di Monte Marenzo e.. c’e là fatta!!!Un abbraccio Gianmichele e Nadia.
Grandissimi Marilena e Gustavo, i nostri “contadini multimediali”!
Scherzi a parte, i complimenti sono proprio meritati per il contributo di attenzione all’ambiente e a uno stile di vita “slow” che portate a tutta la comunità. In questi tempi di corse sfrenate, di teorici cambiamenti epocali e di richieste di crescita economica senza se e senza ma, di esempi come il vostro se ne sente veramente l’esigenza.
Un caro saluto
Daniel
Mi ha colpito molto questo racconto.
Un plauso per la caparbietà e per l’iniezione di fiducia che ci date!
Roberto
Sopracornola
Audaci e coraggiosi!
Bravi Marilena e Gustavo!
Tino e Lorenza
Gustavo è orgoglioso della sua mietitrebbia e lo dimostra mettendosi in posa per una foto. Una cosa rarissima per lui che non ama apparire. Addirittura sventola qualcosa (un cappello?), come abbiam visto fare ai cowboys nei rodei e nei film western se riuscivano a domare un cavallo.
Qui invece Gustavo è a cavallo della macchina cinese…. Sì proprio un prodotto della criticata potenza economica che invade i mercati di tutto il mondo e in ogni settore, anche in quello dove noi italiani primeggiavamo.
Al di là delle considerazioni socio-economiche (e sottoscrivendo in toto quel che ha scritto Angelo), l’occasione mi permette di fare i complimenti agli amici di Cascina Costa Antica per il loro tenace lavoro.
Cara Marilena, caro Gustavo, il racconto della vostra piccola mietitrebbia è straordinario ed esemplare. E’ la sintesi perfetta di come, per guardare con fiducia al futuro, sia necessario coniugare il meglio dei saperi tradizionali e il meglio delle innovazioni prodotte dalla scienza e dalla tecnologia.
Recuperare i cereali antichi, differenziare le coltivazioni per non essere schiavi dei monopolisti dei semi, mettere a dimora coltivazioni anche in aree non estensive, impiegare macchine proporzionali agli usi: tutto questo è il buono dell’antico.
Utilizzare il computer, navigare in Internet, dialogare e avere rapporti in tempo reale con l’altro capo del mondo: questo è il buono della contemporaneità.
Bravi e “buona terra”.