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Indicatori di direzione: “La freccia”

“Chi siamo?”, “Da dove veniamo?” e soprattutto “Dove andiamo?”. Queste le domande che spesso ci si fa (ma ce lo chiediamo ancora?) sul grande mistero dell’esistenza.

Ognuno cerca di rispondere in rapporto alla propria visione del mondo, ai propri valori, alla vita vissuta. O forse molti non si pongono neppure il problema, vivono e subiscono la vita così.

Non abbiamo la pretesa di avere risposte, ma potremmo almeno cercare di capire “dove andiamo” in base ad alcuni inequivocabili segnali.

Potremmo addirittura disegnare un percorso, una mappa, sulla base di questi segnali, veri e propri “indicatori di direzione” del nostro vivere quotidiano.

Ovvero: stiamo progredendo e molte delle cose ed atteggiamenti che ci circondano ce lo indicano (in questo caso il nostro “indicatore di direzione” indicherà l’alto con una freccia), oppure l’umanità, o nel più piccolo noi qui nella nostra Italia o nella nostra Europa, siamo destinati ad un declino inesorabile viste le incomprensibili stoltezze che facciamo ogni giorno? (in questo caso il nostro “indicatore di direzione” indicherà inevitabilmente il basso).

Ecco allora l’idea di una sorta di rubrica alla quale siete invitati anche voi a collaborare. Partiamo da un fatto, piccolo o grande, e in poche righe descriviamo il fenomeno e poi, a seconda del buono o cattivo effetto sulla società e sul mondo di quell’azione, indicheremo la direzione verso la quale siamo destinati.

E, tanto per cominciare, il primo (piccolo) fenomeno è:

 

“La freccia”!

Il codice della strada prevede l’obbligo di azionare l’indicatore di direzione (freccia) per ogni cambio di corsia o di svolta. Da un po’ di tempo a questa parte, dal nord al sud del paese, ben pochi usano questo strumento, necessario, va detto, ad evitare di “intuire” dove vanno gli automobilisti che non lo usano e scongiurare quindi possibili incidenti.

Che è successo ai guidatori? E’ una regola che non si studia più alla scuola guida? O è come fermarsi al semaforo rosso di qualche città italiana che considera questa elementare norma un “consiglio”?

Oppure i conducenti vorrebbero farlo, ma mi viene il dubbio, visto che ormai nessuno lo fa, che siano le nuove auto a non esser provviste di “indicatori di direzione”, un opzional desueto e meno utile dei tanti navigatori satellitari, telefonini bluetooth e marchingegni vari.

No, è forse solo maleducazione pensare che sulla strada ci siamo solo noi e gli altri non contino assolutamente nulla. Della serie, andiamo avanti così, facciamoci del male…

5 pensieri su “Indicatori di direzione: “La freccia””

  1. Io non so se l’incidente capitato questa sera ( 16 gennaio ) alla nuova rotonda di Corso Dante a Calolziocorte, vada attribuito al mancato utilizzo dell’indicatore di direzione; è però diventata consuetudine non utilizzare questo strumento ed entrare nella rotonda con un atteggiamento un po’ spavaldo ed un po’ incosciente. L’altra considerazione è che, dopo il proliferare delle rotonde, molte persone non ne conoscano le regole e dovrebbero fare un passaggio in Scuola Guida per apprendere i rudimenti del loro funzionamento ( chi da la precedenza a chi? ). Buona rotonda a tutti!!!
    vedi link foto dell’incidente https://www.unpaeseperstarbene.it/wp-content/uploads/2014/01/DSC_3384-w-.jpg

  2. In effetti è questione di “coscienza” e di cultura verso la propria coscienza. Come dice Marilena, “anche quando giro nella mia via solitaria metto la freccia” perchè sai che la tua coscienza (Dio ti vede) te lo impone. Certo “qualche volta” può succedere di trasgredire per le motivazioni elencate da Giuseppe, ma almeno non dovrebbe essere per abitudine e come “diritto acquisito” a causa del malo esempio degli altri….

  3. forse è quel senso diffuso di crisi leggero e al tempo stesso pesante come la nebbia che ci disorienta e ci fa assorti in noi stessi. A me comunque non succede mai, anche quando giro nella mia via solitaria metto la freccia: Dio ti vede!

  4. Vorrei tanto poter dire che a me non capita mai ma, vuoi una volta per pigrizia, vuoi una volta per distrazione, ci sono occasioni in cui purtroppo rientro anch’io nel novero dei “non utenti della freccia”; a mia (molto parziale) discolpa posso solo dire che prendo immediatamente coscienza dell’errore. Come per tutte le nostre azioni, spesso, più dell’errore in sè, è l’esempio negativo quello che provoca i danni maggiori, al punto che ormai si va diffondendo l’idea, pericolosamente perniciosa, che se un’infrazione viene commessa da tutti, non è più un’infrazione… non è una bella deriva!

  5. E’ un’ottima riflessione e potrebbe davvero essere il primo buon proposito per noi tutti all’inizio del nuovo Anno…E’ presuntuoso pensare che migliorando noi stessi, miglioriamo anche gli altri intorno a noi??
    Proviamo ad incominciare, ognuno di noi, iniziando proprio dalle “piccole” cose e forse chissà qualcosa otterremo.
    BUON ANNO a tutti.

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