Indicatori di direzione: “Se ciò accade c’è speranza”
L’infinito orrore che si aggira per il mondo, di strage in strage, ci angoscia perché non riusciamo a comprenderlo.
Se è una guerra chi sono gli schieramenti in campo? Chi è il nemico, se dopo aver ucciso Saddam Hussein, Osama Bin Laden, Mu’ammar Gheddafi e altri, gli episodi armati di crudeltà aumentano e si estendono? Qual è il teatro di guerra sul quale sganciare le bombe a difesa della democrazia: New York, Baghdad, Kabul, Damasco, Sydney, o magari domani Roma, Londra, Parigi?
Ma soprattutto, come si può cominciare una controffensiva in grado di farci vincere la guerra (se guerra è), se anche i pochi segnali positivi che pur ci sono vengono sistematicamente ignorati dai media del nostro paese, indaffarati a districarsi tra il raccapriccio delle decapitazioni e l’ultimo twitter dei politichini italiani?
La foto che segue avremmo voluto vederla in apertura di ogni telegiornale e con titolo ad otto colonne sui giornali. Invece, niente di niente.
Il segnale di direzione è comunque di colore verde per l’evento documentato, avvenuto alcuni giorni fa. La didascalia dice: “Sono arrivati da più di ottanta Paesi per discutere su come arginare la deriva integralista che da decenni ormai ha preso piede in diverse parti del mondo: non si tratta di capi di Stato europei e americani; bensì di esponenti religiosi sunniti e sciiti. Riunitisi a Qom, in Iran ( ex residenza di Kohmeini e città santa per i mussulmani sciiti). Obiettivo principale della discussione, la strategia da adottare contro lo Stato islamico (Is).”
foto di Zoheir Seidanloo/AP/LAPRESSE
Dopo tanti (troppi) “indicatori di direzione” negativi (frecce rosse), Angelo scova un elemento positivo e condivido la sua speranza.
La pubblicazione di questa notizia, davvero poco pubblicizzata dai media, coincide con l’altra, clamorosa, storica ed inattesa, del disgelo, dopo 55 anni, dei rapporti tra USA e Cuba, con la mediazione del Vaticano e di Papa Francesco.
Insomma finalmente buone notizie. Ce n’era bisogno.