Non ci vuole molto, per uscire dalla crisi
A seguito del post “Gustavo, un campo di farro ed una piccola mietitrebbia” (https://www.unpaeseperstarbene.it/2014/gustavo-un-campo-di-farro-ed-una-piccola-mietitrebbia/) mi sono imbattuto in due articoli molto interessanti.
Sul Corriere della Sera (http://www.corriere.it/economia/14_luglio_28/crisi-pesche-appello-ue-7a837634-1679-11e4-a64f-72b5237763b1.shtml) si legge “Crisi delle pesche, appello alla Ue”: l’industria delle pesche si trova di fronte ad un grosso problema di sovrapproduzione e chiede all’Unione Europea di intervenire ritirando la frutta in eccesso, magari redistribuendola alle associazioni no-profit. I produttori lamentano inoltre una crisi di redditività, nonostante il prezzo al consumatore sia sempre più alto.
Sul Fatto Quotidiano troviamo invece una bella notizia (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/30/consumi-di-cibo-biologico-in-italia-173-nei-primi-cinque-mesi-del-2014/1076621/) che anche Marilena, diretta interessata, ha condiviso sul suo profilo Facebook: “Consumi di cibo biologico in Italia: +17,3% nei primi cinque mesi del 2014”.
L’analisi congiunta dei tre articoli conferma che esiste una possibilità per uscire dalla crisi (non solo economica) in cui ci troviamo: occorre smettere di difendere a tutti i costi il principio per cui occorre produrre e consumare tanto, senza curarsi degli impatti sulle persone e sull’ambiente. Mi spiace, non funziona più.
Bisogna avere il coraggio di innovarsi e i numeri ci dicono che lo sviluppo si può trovare nella piccola produzione di qualità, maggiormente redditizia per l’intero sistema economico e rispettosa dell’ambiente.
Il teorema è applicabile in tutti i campi, non solo all’agroalimentare che comunque rappresenta il comparto in cui l’Italia può e deve eccellere. Pensiamo all’energia, dove i grossi impianti a carbone o gas (inquinanti e per niente efficienti) potranno essere dismessi proseguendo con lo sviluppo dell’asse rinnovabili-immagazzinamento-condivisione. O pensiamo all’edilizia, dove le grosse lottizzazioni speculative potranno essere sostituite da mirati interventi di efficientamento. O pensiamo ai rifiuti, dove discariche ed inceneritori potranno essere sostituiti da riciclo e recupero.
Una visione di questo tipo permetterebbe una maggior democratizzazione di tutti i processi economici e un superamento della logica per cui il grande manager ha uno stipendio 80 volte superiore ad un suo dipendente. Per dirla alla Rifkin, il potere laterale affosserà quello verticale: torniamo a dare potere alle persone, torniamo ad avere delle idee, torniamo ad ascoltare la natura e a rispettarla.
Non ci vuole molto, per uscire dalla crisi.
oi buongiorno a tutti i lettori naviganti
anche io condivido lo scritto sopra
e condivido anche:
“Milano, in volo sulla torre più alta d’Italia
Un panorama mozzafiato a 360 gradi sulla città di Milano. Vi proponiamo un viaggio in volo sul cantiere della Torre Isozaki che, con i suoi 50 piani e i 202 metri d’altezza, non solo svetta nello skyline della metropoli, ma è il grattacielo più alto d’Italia. Sarà inaugurato nella primavera del 2015 e potrà ospitare fino a 3800 persone, su una superficie di 50mila metri quadrati”
effettivamente ci mancava e ci voleva
mi piace il senso di impotenza che si può provare quando il giorno prima leggo di gustavo e la sua mietitrebbia e il giorno dopo migliaia di tonnellate di cemento bello si si .
buona giornata a tutti
condivido il pensiero concreto di Daniel e la sua analisi in pieno