Un pallone di cuoio di 52 anni fa…
C’era una volta – oltre mezzo secolo fa – un piccolo prato verde dietro il vecchio municipio di Monte Marenzo, occupato abusivamente da noi ragazzi per giocare memorabili e interminabili partite di calcio. Le porte erano pali di castagno contorti (di reti non se ne parlava), che minacciavano di schiantarsi ad ogni tiro finito sulla traversa. In poche settimane di gioco frenetico il manto di soffice erba venne pressato e al suo posto restò un fondo polveroso e duro come pietra durante le stagioni secche, fangoso come un acquitrino nel periodo delle piogge.
Tanti nomi, Osvaldo de Agustina, Osvaldo de Meca, Pino Muntalì, Silio, Sergio, Tino, Mario pustì, Roberto ol nigher, Gerolamo, Gino, Franco, Giglio, Elio grande e piccolo, Sandro , Miglietto, Dario, Ferruccio, Pierino, Gianni… e tanti altri che ora non ricordo, a contendersi il primo pallone di cuoio del paese. Un pallone nel senso numerico del termine, in quanto ne avevamo uno solo: sdrucito e rammendato più volte, camera d’aria bucata e rattoppata in più parti, usato sino alla completa consunzione.
Eravamo la disperazione dei genitori perché stavamo sempre in questo angolo di paradiso a dispetto dei compiti scolastici e degli obblighi familiari e, per chi aveva i fondi a mezzadria, anche a dispetto del lavoro nei campi. Non solo. Ancora siamo dispiaciuti delle incursioni devastanti che facevamo nelle coltivazioni limitrofe per recuperare il pallone calciato ben oltre le linee (inesistenti) di fondo.
Così è nata da noi l’epopea calcistica, in questo modo ha preso le mosse la gloriosa Polisportiva di Monte Marenzo.
Tutto questo ci è tornato in mente per l’inaspettato e graditissimo regalo che ci ha voluto fare l’amico Sergio Bianco: uno dei palloni di cuoio a cui abbiamo dato i primi calci in quel periodo, datato 1962/63.
Lo consideriamo un trofeo prezioso che esibiremo in tutti i bar di Monte Marenzo, a partire da sabato 28 giugno per una settimana ciascuno: Bar Pizzeria Patrunzì, Bar Caffè la Fornace, Caffetteria Pizzeria Gilly, Bar Free Time, Bar Oratorio. Al termine verrà depositato nella segreteria della Polisportiva, affinché in questa sfera di cuoio consunta, color terra, ognuno di noi ritrovi il gusto di rivivere un periodo d’oro della nostra comunità.
Angelo Fontana
Ho letto con grande piacere l’articolo del 24 luglio c.a. “Un pallone di cuoio di 52 anni fa” e ho notato che avete scordato, nell’elenco dei nomi citati, il mio (Mario Bianco), quello di Natale, di Lino Fumagalli e di Amilcarino (un oriundo di Villimpenta, provincia di Mantova). Mi è parso simpatico segnalarlo. Riguardo al famoso pallone di cuoio di 52 anni fa, ricordo di averlo acquistato personalmente in un negozio di articoli sportivi di Lecco. Tale “cimelio” è stato utilizzato moltissime volte, non solo nel cortile retrostante il Comune, ma anche in alcuni tornei di calcetto con le squadre dei paesi vicini (in particolare a Erve, Rossino, Sala, Calolziocorte e Carenno) e in quelli notturni di Chiuso dove, con grande orgoglio, giocavo come ala destra. Negli anni 60 la prima squadretta di calcio, battezzata dal sottoscritto “Primula Rossa”, aveva vinto in un torneo una coppa d’argento, chissà che fine avrà fatto! In seguito nacque la Polisportiva di Monte Marenzo della quale conservo ancora gelosamente la tessera. Il vostro articolo mi ha fatto rivivere quei bei momenti e ricordare tanti cari amici. Per questo ringrazio sentitamente Angelo Fontana e mio fratello Sergio che, insieme, hanno offerto questo brillante “Amarcord”.
Mario Bianco