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Giovanni Bonacina ci spiega come ha realizzato la bonifica di una discarica nel veronese

Domenica mattina faccio un salto al supermercato (sì sono aperti anche la domenica, purtroppo, o per fortuna) e incrocio tra le corsie Giovanni Bonacina. Con Giovanni abbiamo condiviso la stesura del programma amministrativo di Monte Marenzo del 2009 con la lista di “Un paese per star bene”. Eletto Consigliere Comunale, ha svolto il suo mandato per cinque anni, due dei quali in maggioranza che ha lasciato nell’aprile del 2011. I rapporti con noi di UPper sono stati sempre cordiali e abbiamo continuato a stimare Giovanni per la sua competenza e franchezza.

Quando i nostri carrelli della spesa si avvicinano Giovanni mi dice: “Tu che sei un ambientalista, domani nell’inserto del Sole 24 ore, ci sarà un articolo sulla bonifica di una discarica nel veronese fatta dalla Società per cui lavoro”. Continua spiegandomi brevemente di cosa si tratta e mi invita ad un incontro (magari anche in sito) se sono interessato.

L’indomani (lunedì 27 aprile) compro il “Sole” e, a pagina 19 dell’inserto “Eventi” N. 16, trovo l’articolo che mi ha anticipato Giovanni. Così scopro che la Società “Progeco Ambiente”, di cui Giovanni è Amministratore Delegato dal luglio del 2008, ha proceduto alla bonifica di un’area nella pianura veronese che era contaminata anche nella falda freatica ed ora, si legge nell’articolo, “lepri, fagiani e anatre frequentano la zona”.

Una bella cosa, mi dico, e l’articolo spiega che circa 40mila metri quadrati sono stati recuperati a verde nell’ex discarica di Ca’ Vecchia a San Martino Buon Albergo, in provincia di Verona. L’area, agli inizi degli anni ’60, è stata interessata da un’attività estrattiva, una cava per fornire ghiaia e sabbia per la realizzazione degli insediamenti residenziali ed artigianali/industriali della zona. Poi, negli anni ’70, una volta dismesso lo sfruttamento del giacimento, la depressione venutasi a creare fu utilizzata per lo stoccaggio abusivo di rifiuti. Infine, a partire dagli anni ’90, l’area fu oggetto a delle campagne di indagine per individuare le cause dell’inquinamento della falda freatica ed avviare un progetto di bonifica.

Leggo sommariamente la parte tecnica dell’intervento fatto da Progeco e accolgo l’invito a casa di Giovanni per capire di più.

Sul tavolo stende planimetrie e foto, documenti e articoli di giornale. Non sto qui a descrivere nel dettaglio la tipologia e le tecniche adottate (anche se sarebbe interessante farlo ma rischierei di fare un trattato e, in questo spazio del sito non mi sembra proprio il caso).

IMG_9111wQuel che invece voglio sottolineare è quello che Giovanni mi racconta sulla necessità di trattare i rifiuti (visto che continuiamo a produrli, anche se dovremmo tendere a farne meno), cercando di recuperare il più possibile e, una volta che una parte è destinata in discarica, bisogna (è la sua filosofia), lavorare al meglio e con materiali di qualità per impedire che i rifiuti inquinino l’ambiente, sia verso il basso (e qui ci sono accorgimenti all’avanguardia per isolare i rifiuti dalla falda freatica e trattare l’acqua di falda), sia verso l’aria. A vederlo dalle foto aeree sembra proprio che il risultato sia raggiunto.

INE_0366wGiovanni mi spiega come sia stato difficile individuare dove erano i materiali inquinanti e di come abbia passato un mese e mezzo negli Uffici della Provincia a Verona per capirlo, anzi, per avere l’intuizione di dove operare e come farlo.

Giovanni è dal 1988 che si occupa di rifiuti e discariche, ha acquisito le sue competenze sul campo e ritiene fondamentale lavorare con persone capaci come i sui collaboratori (l’Azienda ha 15 dipendenti tra personale dirigente specializzato ed operai e 5 tecnici di laboratorio di una Società esterna).

E’ a tutti loro che manda il primo messaggio lunedì mattina con un SMS, mentre è in viaggio da Monte Marenzo alla sede di Verona (si alza ad ore antelucane tutti i giorni), per informarli dell’articolo apparso sul supplemento del “Sole” e per ringraziarli tutti del lavoro che hanno svolto, un modo, mi dice, per condividere questa soddisfazione e valorizzare il lavoro di tutti.

Giovanni mi fa vedere un articolo di giornale (l’Arena) con una foto che lo ritrae con 45 studenti di ingegneria dell’università di Padova, corso di laurea magistrale in Ambiente e territorio, e mi spiega che il loro impianto è aperto a chiunque voglia informarsi che impianti di questo genere, se ben gestiti, possono essere accettati dalla popolazione e portare beneficio al territorio.

IMG_9191wE le lepri? Gli chiedo. Eccola, e mi mostra la foto di una lepre che ha fatto la tana e i piccoli proprio lì dove c’è stata la bonifica.

 

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