I bambini di Monte Marenzo ad un appuntamento con il mondo
Venerdì 22 maggio i bambini della scuola primaria di Monte Marenzo sono andati a EXPO 2015.
Abbiamo chiesto a Ilaria Bonaiti, una delle loro Insegnanti, di raccontarci come è andata. La ringraziamo per il prezioso contributo che ci ha inviato che non è solo la cronaca di una “gita” ma anche una considerazione sul ruolo della scuola, sul mondo e sul cibo e tanto altro ancora.
Davvero grazie. E a voi buona lettura.
Raccontare dell’Expo dal punto di vista di una maestra che ci accompagna i suoi scolari, specie se piccoli come i miei, è come pensare di parlare dell’oceano descrivendone una goccia: una visione assolutamente parziale e molto limitata… Ma non c’è singola goccia di un oceano che sia priva di significato e orgogliosamente possiamo dire che per un giorno l’Expo sono stati anche i bambini di Monte Marenzo.
Una giornata molto intensa, ricca di esperienze e di incontri diversificati in base alle età degli alunni. Ogni classe ha visitato padiglioni diversi; tutte hanno poi vissuto esperienze laboratoriali o ludiche in cui hanno ripreso concetti affrontati nel lavoro a scuola.
Nel percorso tanti incontri: artisti, artigiani, animatori, volontari, addetti alla sicurezza, forze dell’ordine… Tutt’intorno decine di scolaresche in visita, dai bimbi della scuola dell’infanzia a ragazzoni altissimi… Come tanti piccoli recipienti, ciascuno dei nostri bambini è tornato a casa con contenuti diversi, in proporzione alla propria “capacità”, ma tutti sicuramente colmi di emozioni e di stimoli.
A noi maestre piace pensare di aver accompagnato i nostri alunni non tanto a Milano, quanto piuttosto ad un appuntamento con il Mondo: padiglioni di Paesi dai nomi sconosciuti e stranissimi, persone abbigliate in fogge particolari, lingue diverse da quelle che sono abituati a sentire… In un clima gentile, di amicizia, divertimento e sorrisi.
All’ Expo i bambini hanno avuto la percezione di un mondo bello, pieno di musiche e colori, di cose nuove e affascinanti che meritano di essere scoperte. In uscita dal padiglione del Kazakistan è stato molto piacevole sentirli ringraziare dicendo: “E’ bellissimo il vostro Paese!” O anche: “Siete stati bravissimi a fare queste cose!”
Nel futuro i nostri ragazzi saranno chiamati sempre più a confrontarsi non con una piccola realtà locale, ma con sfide planetarie addirittura: promuovere in loro una percezione positiva di ciò che è “altro” da sé per noi significa lavorare perché diventino un domani giovani adulti forti che guardano con apertura e fiducia al mondo.
La più pressante delle sfide del futuro sarà proprio quella di garantire a tutti il diritto al cibo. Lungo l’anno i bambini hanno riflettuto su questa tematica e in questo senso è stata loro tradotta e semplificata la “Carta di Milano”. Anche noi l’abbiamo voluta sottoscrivere durante la visita, con i nostri nomi digitalizzati sui tablet insieme a quelli di tante personalità della politica, della scienza, della cultura, dello sport… Speriamo che il ricordo di questa firma un po’ tremolante resti ben radicato nelle coscienze dei bambini, come un impegno a operare per la vera giustizia, senza la quale il mondo non troverà mai pace.
E legato a questo tema, un altro significato forte del nostro essere presenti all’Expo: un significato vorremmo dire di impegno civile… Tanta paura intorno all’Expo: dopo gli attentati, le stragi, le minacce degli ultimi mesi, era giusto esporre i bambini ai rischi per la sicurezza che un evento di tanto richiamo comporta?
Sul tema c’è stato il giusto confronto tra noi insegnanti. Ne sono usciti rafforzati alcuni principi che abbiamo condiviso.
Siamo tutti “arruolati” nella guerra contro il terrorismo, che lo vogliamo o no e probabilmente non lo vorremmo proprio. La nostra parte non consisterà nell’imbracciare le armi, ma piuttosto nel continuare a vivere da donne e uomini liberi nelle scelte, rifiutando di piegarci alla strategia della paura. Questa è la convinzione che noi insegnanti abbiamo sentito fortemente nel momento in cui ci siamo consapevolmente assunte la grandissima responsabilità di accompagnare all’Expo figli non nostri. Abbiamo percepito le legittime ansie di molti genitori, abbiamo capito le motivazioni che hanno indotto alcuni di essi a non far partecipare i figli alla gita e rispettiamo le scelte di tutti. Ma agli altri genitori vogliamo dire “Grazie!” per aver superato con noi tante paure, per essersi fidati di noi e per averci affidato ciò che di più prezioso possiedono, i loro bambini. Siamo convinte che l’entusiasmo dei ragazzi e la loro voglia di tornare all’Expo saranno contagiosi!
Un altro “Grazie!” particolare è per la maestra Nadia, che in qualità di coordinatrice del progetto “Exponiamoci” si è fatta carico anche dell’organizzazione di una gita molto complessa, che ha richiesto decine di mail, telefonate, stesure di progetti e richieste varie, e in definitiva ore e ore di lavoro extra, ovviamente non pagato…
Infine, l’ultimo, sentitissimo ringraziamento va alle nostre preziosi collaboratrici scolastiche Daniela e Jaqueline, che hanno utilizzato un giorno di ferie per accompagnarci in gita, a loro spese, mettendosi al servizio delle classi per vigilare, aiutare, consigliare. Daniela e Jaqueline sono il valore aggiunto della nostra scuola, che ancora e nonostante tutto continua a sentirsi una piccola comunità in cui il legame principale resta quello dell’affetto reciproco.
Leggendo il bellissimo articolo di Ilaria, che bene descrive la forte esperienza vissuta dai nostri bambini in visita all’EXPO, viene il desiderio di cercare la “morale” di questa giornata da favola. Probabilmente ce n’è più d’una, ma a me piace pensare a questa.
Riprodurre l’EXPO di Milano in scala 1:1 rispetto al Mondo, dove ogni padiglione è un Pese, un popolo, una regione, che vivono in pace una accanto all’altro, offrendo il meglio di sé in termini di bellezza e armonia. E tutti, ragazzi e adulti, girare da un padiglione all’altro liberamente, senza veti e passaporti, per godere dei frutti della terra nella misura necessaria e lasciarne sempre in eguale quantità per quanti verranno dopo di noi. E quando usciamo da un padiglione/Paese/popolo/regione, dire: “E’ bellissimo il vostro Paese! Siete stati bravissimi a fare queste cose!”.