I pensieri dei bambini sono sottili
I pensieri dei bambini sono sottili, a volte così affilati da cogliere con immediatezza l’essenza delle cose, tocca a noi adulti coglierne la freschezza, la lucidità e la profondità degli insegnamenti che a volte spiazzandoci ci offrono.
A proposito dell’iniziativa proposta da Radio Popolare di sabato 14 febbraio Sebastiano e Francesco scrivono a quattro mani:
Sabato siamo andati a Milano con la nostra famiglia e dei nostri amici. All’inizio non avevamo tanta voglia di andare ma poi siamo andati perché ci siamo convinti che era la cosa giusta da fare.
Le sensazioni che abbiamo provato sono state il freddo nello stare sdraiati per terra, la scomodità dell’essere tutti ammassati su un pavimento duro … un po’ le sensazioni che provano le persone che partono.
Dopo ci sono venute tante domande, anche sulla canzone: perché arrivano in barcone e tornano in aereoplano? Perché non possono prendere navi sicure oppure l’aereo? Anche i genitori di Sidic, Adama e Moahmed sono arrivati così? Perché no?
Alla fine l’orgoglio di essere andati perché l’abbiamo fatto per i morti, per chi prova ad arrivare, per chi non ci riesce, per il Mar Mediterraneo perché deve essere un mare dove ci si diverte e non un mare dove si muore, non una gigantesca tomba per migliaia di persone.
https://www.youtube.com/watch?v=1jqrcImFu6w
https://www.youtube.com/watch?v=lyxQ9kkA4uA
https://www.youtube.com/watch?v=hBPbjVbxoKE
E’ vero, i pensieri dei bambini sono sottili.
Fanno domande semplici, alle quali sarebbe bello rispondere con un sì o con un no.
E pongono domande vere.
Per loro l’assurdità di barriere, confini, diversità, diversa razza e religione non sono comprensibili.
Incomprensibili se tutti i giorni giocano o studiano accanto a bambini che per loro sono solo compagni di gioco o di studio.
In questi giorni con echi di guerra sempre più vicini all’Europa ho pensato molto a come i Governi degli adulti affrontano i conflitti in atto.
Ho anche percepito una diffusa indifferenza in molte persone o la disinformazione di come in pochi anni Paesi ospitali siano diventati un pericolo per chi ci vive e per noi.
Oggi in TV ho visto con stupore una classe di liceali rispondere Sì’ alla domanda della giornalista conduttrice se ritenevano giusto o sbagliato intervenire in Libia con le armi da parte dell’Italia.
Sul nostro sito c’è una sorta di rubrica, l’abbiamo chiamata “indicatori di direzione” dove cerchiamo di dare una nostra personalissima visione di come stia andando il mondo giudicando piccoli o grandi episodi di cronaca. Sono pessimista di natura e mi accorgo che le frecce che abbiamo tracciato finora su quella virtuale mappa tende inesorabilmente verso il basso.
Poi ci sono piccoli momenti di speranza, come le parole di Sebastiano e Francesco che però non sono nella stanza dei bottoni al posto di quegli adulti che sono responsabili di tanti disastri.
Bravi comunque per quelle parole e per aver compiuto, con i vostri genitori ed amici, un piccolo grande gesto dimostrativo.