Il primo Open Day per lo sport nel Carcere di San Vittore con la Polisportiva Monte Marenzo
Milano 14 giugno 2015
Lo sport nel Carcere di San Vittore
Grande Sport nel carcere di San Vittore, in campo la Fondazione Cannavò con la collaborazione della Polisportiva Monte Marenzo.
Presenti circa 500 detenuti coinvolti nell’open day; Calcio, calcetto, pallavolo, corsa, ping pong, bocce, palestra e ginnastica, sono le attività proposte sotto gli occhi dei campioni pervenuti per solidarietà.
Tanti concetti vitali per la nostra società, anche se poi il senso più vero e profondo si coglie entrando in un carcere controverso come quello di San Vittore, a Milano, con circa mille detenuti (molti giovani).
Un messaggio questo fortissimo e diretto, che nemmeno la forte pioggia ha potuto attenuare. All’interno della casa circondariale, per un giorno, c’è il presentatore Cesare Cadeo, c’è Billy Costacurta che dà il calcio d’inizio. Mentre la capitana della Nazionale femminile Melania Gabbiadini, Gennaro Gattuso e Luis Suárez Miramontes premiano i vincitori, e così tutti si mettono in gioco; i giornalisti scrivono, filmano e fotografano tutto (o quasi).
Il quadrangolare di calcetto assegna la coppa Cannavò e la “maratona” (1,25 chilometri da ripetere 8 volte) che si svolgono all’esterno nonostante il diluvio. Infine per trovare le altre attività sportive, invece, si entra nella pancia della struttura: area femminile, centro clinico, III e V e raggio.
Le celle sono aperte, detenuti e polizia penitenziaria si mescolano nei tornei e nelle palestre: una giornata impegnativa in termini di attenzioni e sicurezza, ma appagante più di molte altre.
Ci sono gli arbitri del Csi a far rispettare le regole, ma più di tutto prevale la voglia di divertirsi e poco male se la partita finisce perché anche l’ultimo pallone è passato di là dal muro, nel cantiere.
Già, San Vittore resta fatiscente e inadeguato in alcune sue parti, ma lo sport porta colore, spazi aperti, evasioni di poche ore dal trattamento penitenziario.
Ogni giorno, qui, arrivano tutti gli arrestati sul territorio di Milano e della provincia, come se fosse una grande stazione internazionale dalla quale prima o poi si riparte. Per capire, oltre il 60% dei detenuti è straniero.
Cosa può fare lo sport in tutto questo? Unire, con il suo linguaggio universale, ma anche distinguere, come hanno spiegato bene i detenuti vincitori della Coppa Cannavò: “Perché per un giorno non siamo stati un numero, ma persone”.
Alla fine della giornata all’interno del Carcere sono avvenute le ultime premiazioni, medaglie a tutti i vincitori dei vari tornei offerte dalla Polisportiva. Angelo Fontana, responsabile della Polisportiva Area Sociale, è intervenuto dicendo “Veder in prima persona tante persone impegnate in diverse discipline, con tanto entusiasmo e agonismo (sapendo delle difficoltà e della fatica quotidiana per quanti vivono questa realtà), è la prova di come lo sport non è solo gioco, non è solo esercizio fisico. Ma è soprattutto misurarsi con se stessi e con gli altri in modo leale, è primeggiare nel rispetto di regole condivise, ma anche partecipare e arrivare ultimi è degno di ammirazione”.
Dopo il suo breve intervento il Cav. Fontana ha premiato il Comandante Commissario Capo Manuela Federico dell’Ufficio Comando, con una targa ricordo sulla memorabile e insolita giornata. All’interno di essa vengono riportati i ringraziamenti agli ufficiali all’Ufficio Comando, il Direttore Dr.ssa Gloria Manzelli, la Fondazione Candido Cannavò, l’area pedagogica, il Csi, l’Asl, il volontariato, a tutti gli operatori, ma soprattutto agli oltre 50 agenti di custodia e agli ospiti della Casa Circondariale, che sono stati l’anima di questo open day.
Al termine della serata un’inaspettata premiazione da parte del Comandante Commissario Capo Manuela Federico in onore di Angelo Fontana: una preziosa targa al merito per gratitudine e per l’amicizia che lega il Cavaliere ormai da 13 anni all’ambiente penitenziario.