Il viaggio di Mamas e famiglia
Quest’estate Monte Marenzo perderà ancora qualcosa. Mamas e la sua famiglia hanno deciso di andare in Francia, non è stata una decisione condivisa con le persone amiche di qua, ma anzi, annunciata prima dalle bambine per un saluto e una “festa d’addio”l’ultimo giorno di scuola. Così, quindi, l’ho saputo anche io. Cosa dire, dopo la chiusura della fonderia la Cascata un marito da tre anni senza lavoro, una vita con le spese ridotte al minimo cercando di arrangiarsi come si può, tra piccoli lavori e qualche aiuto. Una vita faticosa ma sempre con il sorriso.
Per me e per la mia famiglia Mamas e la sua famiglia hanno voluto dire tanto.
Una bella amicizia nata al parco giochi vicino a Casa Corazza qualche anno fa, quando i bambini erano più piccoli e ci vedevamo lì spesso. Lei all’inizio un po’ schiva e in disparte per timidezza, poi amica di tutte le altre mamme frequentatrici del parco, sempre pronta a regalare un sorriso e a dare una mano a guardare i più piccoli. E poi un bel rapporto di aiuto fra donne.
Lei mi ha aiutato tanto, i miei bambini sono stati da lei infinite volte mentre ero al lavoro, anche quando tornavo tardi potevo contare su di lei e sulla sua accoglienza, una squisita merenda fatta in casa per tutti e tante volte anche la cena. Senza di lei non sarei riuscita a fare l’assessore all’istruzione e cultura. Da lei stavano i bambini mentre ero in Giunta e quando non mi vedeva arrivare in tempo aggiungeva senza chiederlo due posti a tavola, e quando arrivavo finalmente a prenderli aveva tenuto un piatto in caldo anche per me. Tutto con una semplicità e una disponibilità disarmanti: “… tanto io sono a casa“.
Io non ho fatto altrettanto: un po’ di vicinanza e di aiuto con le bimbe quando è nata la sua più piccola, tre mesi prima del termine, tutte due rischiando di perdere la vita; la condivisione di esperienze che facevamo già, sulla neve a Valcava, un bagno al lago o in piscina, una piccola vacanza; un po’ di aiuto per lo studio e per i compiti.
Abbiamo imparato tanto. I bambini, in modo naturale, la confidenza con una cultura e una religione diversa, io ho respirato aria di Marocco, accoglienza, ospitalità e il saper sorridere anche nelle difficoltà.
Mi piange il cuore, le bambine le ho sempre sentite delle nipoti, soprattutto Loubna, che ho visto di più crescere perché era piccola quando lavoravo meno perché anche i miei erano piccoli.
Con Mamas un’amicizia fatta di poche parole ma di gesti.
Ma penso che oltre le persone amiche più vicine, anche Monte Marenzo perde qualcosa, un esempio di integrazione e di scambio. Mamas è sempre stata una colonna portante della linea rossa del piedi bus, ha sempre partecipato attivamente ad iniziative promosse dal comune che promuovessero la conoscenza del Marocco: i pani del Mediterraneo, merende a tema, ha fatto assaggiare e portato il suo pane a tante famiglie di Monte Marenzo, le sue figlie hanno sempre partecipato alle diverse iniziative per i bambini e ragazzi del paese, come quelle di Mosaico.
Hanno dimostrato che la conoscenza, lo scambio, l’integrazione sono una realtà possibile, bella e arricchente per tutti.
Questa sera con un gruppo di famiglie che in questi anni hanno stretto un rapporto speciale con loro faremo una festa d’addio. Mi viene il magone al solo pensiero.
Avrei voluto scrivere qualche settimana fa appena avuto la notizia, quando le bambine speravano ancora che riuscissimo a far cambiare idea ai loro genitori. Volevo fare un appello sul sito perché qualcuno offrisse un lavoro al loro papà. Poi mi sono detta che forse avevano ponderato la loro decisione e dovevo accettarla per quello che era e non era mio diritto complicare le cose.
Adesso so solo che oggi Mamas mi ha portato il pane per l’ultima volta e ci siamo asciugate le lacrime insieme, che settimana prossima si trasferiranno e mi mancheranno tanto e che spero di riuscire a mantenere quest’amicizia a distanza, nonostante si fondasse sulla quotidianità.
So anche che il nostro paese, quello piccolo e quello Grande perde quattro cittadini italiani, di cui le tre più piccole nate e cresciute in Italia, e due quasi cittadine, so che perde un pezzettino della sua storia più recente e un po’ di speranza e fiducia nel futuro.
Auguro a loro tanta fortuna.
Cinzia Mauri
Grazie a Cinzia.
Aggiungo solo due parole di riconoscenza, anche da parte mia, verso Mamas e la sua famiglia, che ci ha dato la possibilità di un incontro da vicino con un mondo, in particolare femminile, a noi geograficamente lontano.
Per me è stata di sicuro formativa l’esperienza, pur breve, (anni fa, con Carla e Antonella, con Comune e Les Cultures) di aiuto all’apprendimento della lingua italiana a donne straniere, conclusa con una non dimenticata mattinata di pane fatto in casa, (anzi, di pani diversi fatti in casa), ospiti di giovani mamme ivoriane, senegalesi e maghrebine: nella cucina, una grande finestra spalancata sull‘Adda.
Qualche giorno fa, andando a portare un saluto a Mamas e alle bambine in vista del loro prossimo viaggio, mi sono avviata, disorientata per la calura e altri pensieri.
Eppure sapevo bene dentro di me che là, da loro, mi avrebbero comunque accolta sorridendo e trasmesso, nonostante il momento per loro difficile, tranquillità e simpatia.
Devo dirlo: contavo sul tè alla menta di Mamas, per riportarmi alla realtà. E così è stato.
In verità l’ha preparato Loubna, e versato come si deve, e non so quanti bicchieri me ne sono bevuti, ridendo o consolando le bambine e parlando con la mamma e le grandi fino a dopo, quando è arrivato anche il papà e ci son stati nuovi tè di menta e nuove considerazioni sulla scelta di lasciare l’Italia… Le ragazze impareranno ancora un’altra lingua!
Poi sono arrivati Erica e Beppe, con abbracci (di lunga data) e vaschette di gelato: e tutto è ricominciato…
Buona fortuna ragazzi, bonne chance!
Cristina
Oggi, o meglio ieri, alle 20 circa è partita la famiglia di Mamas, quest’ultima settimana tante, veramente tante, persone di Monte Marenzo e non solo sono andate a salutarli. Tante persone che erano legate alle bambine o a tutta la famiglia. Tanti occhi lucidi, tanti sorrisi e tante lacrime. A loro ha fatto veramente tanto piacere essere circondati da quest’affetto. Grazie.
grande Cinzia per questa testimonianza: non voglio dire altro, non ce n’è bisogno