Martiri
Martiri 1
Un paio di giorni fa vado a restituire le chiavi della chiesa di Santa Margherita a Don Giuseppe dopo aver guidato alcuni bambini della scuola primaria di San Gottardo. Lo trovo seduto sulla soglia della canonica, intento a leggere al sole.
Un po’ mi dispiace interrompere quella lettura, tanto più dopo che scopro che sta leggendo il “breviario”, anzi, come mi precisa subito, la “liturgia delle ore”, quello che tutti i preti prendono in mano più volte durante la giornata per leggere i salmi.
Mi spiega il meccanismo di quella lettura e la conversazione diventa pretesto per parlare di tante altre cose: del mondo che ci circonda, della bellezza della natura (o del creato) con quel bel sole che ci riscalda e la pazzia degli uomini.
E’ sempre un regalo conversare con Don Giuseppe, alla fine lo lascio, grato per quello scambio di opinioni.
Non faccio a tempo a ritornare all’auto che lo sento chiamarmi e mi dà un piccolo libro. Oltre al dono della conversazione (quando invece avrebbe potuto continuare a leggere), anche questo libro che leggo di un fiato il giorno dopo.
Si tratta di “Sandali che profumano di Vangelo” scritto da don Arturo Bellini (ed. 2015), che ripercorre la vita e la morte di Don Sandro Dordi, prete bergamasco ucciso in Perù nel 1991 da alcuni militanti di “Sendero luminoso”.
Papa Francesco il 3 febbraio 2015 ha promulgato il decreto del martirio e Don Sandro sarà beatificato insieme a due sacerdoti polacchi uccisi in Perù e a Oscar Arnolfo Romero l’arcivescovo di San Salvador che a causa del suo impegno nel denunciare le violenze della dittatura militare del suo paese, fu ucciso da un cecchino di estrema destra, mentre stava celebrando la Messa.
Don Sandro Dordi non volle abbandonare il suo popolo anche se sapeva che avrebbe pagato con la vita il prezzo della sua fedeltà e del suo impegno a favore dei campesinos.
Martiri 2
Nei giorni che precedono la Pasqua sono via per qualche giorno e non ho l’occasione di scrivere per il nostro sito (come avrei voluto fare subito) un commento sul massacro nell’università di Garissa, in Kenya. I terroristi di matrice islamica hanno fatto irruzione nelle aule e fatto una selezione religiosa: i musulmani liberi, i cristiani uccisi. Almeno 147 morti (bilancio non definitivo visto che all’appello mancano ancora decine di studenti cattolici). I racconti dei superstiti sono drammatici: molte le esecuzioni sommarie, con decapitazioni e ragazzi sgozzati davanti a tutti.
Il luogo che dovrebbe essere il posto per affrancarsi culturalmente (l’Università), diventa la tomba di giovani che hanno la sola colpa di credere ad un Dio diverso dai loro carnefici.
Una strage lontana dall’Europa e subito dimenticata. Non ci sono state mobilitazioni. Forse, come ha amaramente rappresentato Angelo in una vignetta pubblicata in quei giorni, “L’amore per il prossimo è inversamente proporzionale alla loro distanza” https://www.unpaeseperstarbene.it/2015/lamore-per-il-prossimo/
Martiri 3
Gli ultimi martiri in ordine di tempo (se non accade nulla in queste ore), ma che non saranno gli ultimi in assoluto visti i tempi bui ai quali stiamo assistendo, sono i 12 cristiani migranti gettati in mare da musulmani (pure loro migranti), da un barcone partito dalle coste libiche con a bordo 105 persone (provenienti dalla Nigeria, Ghana, Costa d’Avorio, Senegal, Malawi, Guinea Bissau), in fuga dall’Africa alla ricerca di pace e lavoro.
L’orrore è che in mare muoiono migliaia di uomini, che siano cristiani, musulmani o atei, ma qui c’è anche l’aggravante che si uccidono persone ancora una volta “nel nome di Dio”.
E già politici locali ed europei, attenti al proprio consenso elettorale, soffiano sulle braci della xenofobia ormai diffusa e prendono a pretesto questo orrore per nascondere il proprio fallimento di politica economica e sociale.
Ancora più odioso se pensiamo e leggiamo un po’ di storia: quei paesi africani sono stati tutti sfruttati dal colonialismo europeo che se ne è fregato di religione e di progresso sociale e poi alimenta le guerriglie vendendo armi a tutti i contendenti.
Forse è meglio ascoltare le parole di Papa Francesco che a proposito dei martiri ha detto che sono “Un esempio che può ispirare tutti gli uomini e le donne di buona volontà ad operare in armonia per una società più giusta, libera e riconciliata, contribuendo così alla pace e alla difesa dei valori autenticamente umani nel mondo intero”.