Monte Marenzo riciclone
Anche quest’anno il comune di Monte Marenzo è stato inserito nella lista dei comuni ricicloni promossa da Legambiente. Il sindaco Paola Colombo ha ritirato l’attestato il 7 luglio presso l’Hotel Quirinale di Roma.
Il nostro comune, sugli 89 della Provincia di Lecco, si è classificato al 10° posto con un indice di 48.90 punti, mentre al primo posto troviamo Monticello Brianza con un parametro di 57.18.
Sono dati importanti che però lasciano ampi margini di miglioramento, soprattutto se li confrontiamo con l’indice di 79.63 totalizzato da Ponte nelle Alpi, il comune della provincia di Belluno primo classificato in Italia.
Per stilare questa graduatoria Legambiente applica ben 23 parametri, che spaziano dalla produzione pro capite di rifiuti alla raccolta differenziata per singole materie, dal regime tariffario alla presenza o meno di piattaforme ecologiche per il conferimento.
Da un’occhiata alla scheda di Monte Marenzo scopriamo che i punti di forza sono la produzione di rifiuti per abitante (abbastanza contenuta), la raccolta del verde e del legno. Mediamente buono l’indice relativo alla frazione organica, al compostaggio domestico, per la dotazione di un’area ecologica, per la raccolta del sacco multimateriale. Giudicati invece negativamente il metodo di pagamento del costo del servizio, non ancora approdato alla tariffa di quanto prodotto effettivamente da ogni utente, e la mancanza di raccolte specifiche per plastica, alluminio e acciaio.
In sostanza, un servizio buono e mediamente superiore alla media, che innanzitutto fa onore ai comportamenti virtuosi degli abitanti e, come si diceva, con ampi margini di miglioramento. In che modo?
Certamente mantenendo nel tempo la dimostrata capacità degli utenti di conferire correttamente, certamente continuando l’attenta gestione del servizio esercitata in questi anni dal comune, ma in gran parte facendo fare al nostro Piano provinciale dei rifiuti quel salto di qualità già realizzato in altre aree del nostro Paese, che ha dimostrato di ridurre ulteriormente la produzione dei rifiuti, di incrementare la differenziata, a costi per l’utente ragionevoli.
Sarà un caso che a livello nazionale i primi dieci comuni ricicloni appartengano tutti alle province di Treviso, Udine, Belluno?