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Hai presente Giovanna… Giovanna Ceribelli?

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foto Stefano Cavicchi, corriere.it

L’altro ieri giornali e TV hanno aperto con l’ennesima notizia della presunta ruberia ai danni della sanità pubblica in Lombardia. Ai giudici il compito di stabilire le responsabilità, a noi di riproporre il caso con una annotazione in più: conosciamo bene una delle protagoniste.

Il fatto. 21 indagati, alcuni agli arresti, tra questi il consigliere regionale leghista Fabio Rizzi, braccio destro di Roberto Maroni e fautore della riforma sanitaria lombarda, con l’accusa di aver intascato tangenti per i servizi odontoiatrici convenzionati con alcuni ospedali. I carabinieri di Milano hanno trovato nella sua abitazione 15 mila euro in banconote durante le perquisizioni successive all’arresto, 5 mila franchi svizzeri in una busta e 1900 euro nel congelatore. Quest’ultima variante bizzarra al più tradizionale nascondiglio sotto la mattonella, probabilmente come precauzione contro l’imperversare dei ladri d’appartamento.

A far scoppiare tutta la buriana che sta travolgendo la sanità della nostra regione, apprendiamo sempre da giornali e TV, è stata Giovanna Ceribelli commercialista di Caprino Bergamasco. Spulciando conti e registri dell’azienda ospedaliera di Vimercate, come richiede il suo ruolo di componente del collegio sindacale, e mettendoli in relazione ad alcuni appalti in altri ospedali, ha intuito qualcosa di torbido e segnalato il tutto in procura.

La dottoressa Ceribelli la conosciamo bene avendo svolto l’incarico di revisore del conto a Monte Marenzo nella prima metà degli anni ’90. La ricordiamo intransigente e tenace nel verificare la correttezza della gestione economica-finanziaria del comune. Lei stessa si definisce rompi scatole per professione, perché solo in questo modo è possibile far bene il mestiere di controllore di una società pubblica.

Una cosa è certa. Se le centinaia di revisori e sindaci delle società e delle istituzioni pubbliche fossero come la “rompi scatole” Giovanna Ceribelli, probabilmente l’Italia non starebbe più al vergognoso 61° posto dei Paesi più corrotti, su 168 nazioni censite (dato 2015 di Transparency International, l’organizzazione non governativa che ogni anno stila la classifica mondiale sulla corruzione pubblica).

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