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Questa vita non è la mia. Presentazione del primo libro di Benedetta Castelli

Autunno 2010.

Liceo artistico Medardo Rosso.

Lecco.

Mi ero seduta sulla poltroncina rossa, quella mattina. Quella vicina all’aula uno e al cestino, quella sempre vuota che ogni mattina aspettava me. E io con le spalle appoggiate a quella semplice seggiola, osservavo gli studenti che entravano pronti ad una delle tante giornate liceali e quelli che già uscivano con la sigaretta in bocca.

Quella mattina da quella porta scricchiolante entrò una ragazza che mi colpì all’istante. Un dettaglio che mi rimarrà impresso nella mente a vita, furono gli stivali che indossava: anfibi color verde fluorescente. Inoltre, come si suol dire “a pelle” mi era particolarmente simpatica.

Non avrei mai immaginato quella mattina che la ragazza dagli anfibi verdi fluo, altresì Benedetta Castelli, soprannominata Benny sarebbe diventata una delle mie migliori amiche.

 

benny 1Oggi, venerdì 24 ottobre 2016 Benny ha presentato per la prima volta al monastero del Lavello il suo primo libro: “Questa vita non è la mia.”

La piacevole serata è cominciata con due interventi da parte di due suoi amici.

Il primo, facendo dei semplici lavori di manutenzione in casa Castelli la conobbe leggendo i pensieri, le frasi, le poesie, le parole, scritte da lei sul soffitto della sua camera. Pensieri che lo colpirono.

Quelle parole che a distanza di anni ci fanno tornare indietro nel tempo; rivivendo le piccole cose vissute quel preciso giorno, in quella precisa ora, in quella data circostanza.

benny 2Il secondo intervento, di Federico, amico dell’autrice, ci porta indietro negli anni, dall’asilo fino ai giorni nostri: definisce Benny un libro aperto.

Conoscere Benedetta è come essere catapultati alla scoperta di un altro mondo, è come fare un’ immersione in un pianeta che non sapevi esistesse. Un pianeta che spazia dall’arte, i tatuaggi, la passione per la scrittura fino ad arrivare a quella della musica. E’ una donna in continua evoluzione.

Benny è generosa, molto. E’ buona. E’ l’amica che tutti i 24 dicembre, a mezzanotte, quando tradizionalmente mi trovo alla S. Messa in paese mi manda il messaggio di buon natale. Tutti. Non ne ha mai mancato nessuno.

benny 3E’ l’amica della cioccolata invernale del giovedì sera al Commercio, sedute fuori ad ammirare la Piazza XX Settembre, anzi più che ammirare il panorama … a spettegolare! Le serate che ritornano ai tempi del liceo…

L’amica della granita estiva che mi racconta i suoi mesi trascorsi a Bellaria.

Benedetta è schietta, coraggiosa, ti mette di fronte la realtà dei fatti, ma contemporanemente è docile, apprensiva, dolce.

 

benny 4Benny scrive da sempre, da quando era bambina.

Il libro che oggi ha presentato con orgoglio e commozione è da quando ha quindici anni che è sopra il suo comodino. Lo scriveva, lo abbandonava, lo sistemava. Poi a diciotto anni lo ha rispolverato, non la convinceva più: con costanza lo ha riscritto.

Ora è al tavolo, seduta che firma le mille copie che l’attendono, una dopo l’altra. Non ha un attimo di tregua.

Come già specificato la sua passione per la scrittura comincia da bambina, nel corso degli anni non tutti gli insegnanti che l’hanno accompagnata nel suo percorso scolastico hanno saputo apprezzare la sua grafia, mentre altri come Suor Marta (presente con noi questa sera) l’hanno sostenuta, valorizzata.

benny 5Suor Marta interviene commossa dicendo: <<Sono in piena emozione. Sei cresciuta sì, ma sei sempre la bambina di un tempo, quella che amava scrivere poesie. Correggere i tuoi testi, i tuoi racconti per me era un momento di ricchezza. Sono commossa. Ti auguro il bene più grande e ti ringrazio. Ti ringrazio perché attraverso questo libro tu sei d’aiuto a tanti ragazzi, adolescenti.>>

Scrivere per lei equivale a condividere qualcosa con gli altri, come i cantanti condividono la loro musica, lei vuole condividere con il pubblico le sue parole, i suoi pensieri.

E oggi, alcuni le chiedono: ma come si fa a scrivere un libro?

<<Scrivere non è facile>> confessa l’autrice.

Continua: << Bisogna avere un’idea, saperla coltivare. Poi è importante informarsi sulle questioni che si vogliono trattare, perché quando si parla di realtà, di concretezza, non si può inventare, non si deve inventare. >>

benny 6Benedetta ribadisce che il suo libro non è un’autobiografia.

La storia tratta tematiche diverse, spaziando dall’anoressia, al bullismo, l’alcool fino ad arrivare alla droga. In più la tematica che alimenta il suo capolavoro è l’amore. L’amore fiabesco, quello che ti trasporta alla ricerca del principe azzurro e ai batticuori adolescenziali, quello falso fatto di inganni e di bugie che ti divora, ti distrugge, l’amore famigliare che ti scalda il cuore, ti tiene al caldo, quello di cui non hai paura e infine l’amicizia.

L’autrice conferma che il suo romanzo è molto crudo, non è adatto ai bambini, lei si rivolge agli adolescenti e agli adulti. Ai ragazzi per far capire dov’è il limite, dove devono fermarsi ad un certo punto della loro vita e ai genitori per aiutare i figli e far capire a loro come i giovani vivono le paure, i disagi, le diversità. Benny vuole entrare nella vita sociale, penetrare in essa attraverso descrizioni, avvenimenti, fatti, problematiche che colpiscono la gioventù di oggi.

benny 7Una delle tecniche originali che Benedetta ha adoperato nel suo libro è che i personaggi descritti nella sua opera non hanno nomi.

Perché?

Per due motivazioni spiega l’autrice.  Innanzitutto il libro è narrato in prima persona per vedere la protagonista come una trasformazione sia dal punto di vista fisico che mentale; come una continua evoluzione di sé stessa. Inoltre lei non ha voluto assegnare nomi ai personaggi per dare voce agli “invisibili”.

 

 
Benedetta ha creato una pagina Facebook dedicata al suo libro: Elly Bennet Questa vita non è la mia https://www.facebook.com/scrittrice92/?fref=ts aperta a tutti coloro che le volessero lasciare un commento, una frase, una critica, quello che ciascuno pensa sia bello e non. Per lei è molto importante, perché anche le critiche, anzi, soprattutto le critiche servono per migliorare.

cover castelliInfine ringrazia coloro che l’hanno aiutata a portare a termine il suo capolavoro oggi, come Federico, Marco, Danila, Maddalena che ha ideato la copertina, Giulia che ha creato l’immagine, Andrea, e infine i suoi genitori.

Conclude infatti: <<Grazie mamma e papà perché mi sostenete e sopportate le mie idee, le mie follie. Oggi sono la persona che sono solo grazie a voi.>>

Grazie Benny per avermi catapultata nella tua splendida vita, per regalarmi ogni giorno quel qualcosa che mi fa sempre sorridere.

Ti auguro il meglio.

La tua amica, Rachele.

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