Su quella barca a vivere come i migranti una millesima parte dell’esperienza “In alto mare”
L’invito ai lettori di UPper è quello di andarci.
Sei su una piccola barca capace di contenere a stento 15 persone. Sotto di te non c’è il mare ma rifiuti sparsi ovunque. Davanti a te scorrono le immagini tratte da storie vere che la Guardia di Finanza, la Guardia Costiera e la Polizia di Stato hanno realizzato durante le operazioni di soccorso in mare.
Il rumore è assordante, lo stesso (ma forse qui è meno forte del reale) che ascolti in mare, in balia delle onde. E qui non c’è la terribile sensazione che si prova quando le onde del mare ti sollevano per metri e poi ti fanno ricadere. Qui non ci sono le onde che ti inzuppano e ti fanno morire di freddo…
Immagini (perché qui lo puoi solo immaginare), la paura di morire ogni secondo che passa, per tutta la durata della traversata del mare, che dura ore e giorni e qui dura solo pochi minuti…
Poi, finalmente, vedi i soccorsi. L’elicottero è lontano e arriva sopra di te, con il rumore assordante delle pale che scuotono la superfice del mare e ti fanno ballare ancor di più…
E poi, quando vedi i soccorsi arrivare, quando credi che fra un po’ tutto sia finito, basta poco perché la barca si rovesci perché tu e i tuoi compagni vi siete alzati tutti assieme e vi siete spostati verso l’imbarcazione che vi sta soccorrendo…
Nel volantino di presentazione era scritto ben chiaro che queste sono solo in millesima parte le sensazioni che sente una persona in fuga dal proprio paese. Ma anche quella piccola parte è sufficiente per capire cosa si prova sulla propria pelle quando ci si mette nei panni di chi affronta il mare per fuggire da guerra e miseria e sperare in un futuro.
Si è inaugurata ieri e rimarrà aperta fino a sabato 23 aprile (quindi dovete affrettarvi), “In Alto Mare”, uno stand esperienziale pensato per sensibilizzare giovani e adulti sul tema della migrazione di popoli e persone. Lo stand è allestito presso Informagiovani di Lecco in via dell’Eremo 28 ed è stato realizzato in collaborazione con la Caritas Ambrosiana e la Caritas Zonale di Lecco.
Ieri pomeriggio ho avuto la fortuna di vivere l’esperienza con due operatrici di Informagiovani e poi ho avuto la possibilità, con calma, di fare alcune domande su questa installazione la cui scenografia è stata curata da Officina Giuseppe Villa.
Ci sono panni stesi e oggetti di vita quotidiana a ricordare la vita che i migranti affrontano poi ai margini quando arrivano in Europa.
Martina Locatelli è del Servizio Civile per la Caritas di Lecco e Giovanni Valsecchi è del Servizio Civile per Informagiovani. Con loro (ma mi dicono di citare i loro colleghi Irene Colombo per la Caritas e Andrea Pirri per Informagiovani e il Direttore Luca Pedrazzoli) e con Marta Tessari, operatrice di Informagiovani percorro l’installazione che inizia in uno spazio comodo, davanti ad un video, dove scorrono le frasi della quotidianità razzista ormai diffusa, tra la gente sui social e sui media. E quelle parole sono in stridente contrasto con quello che poi si vive su quella barca, anche solo per finta, anche solo per pochi minuti…
E’ previsto anche un appuntamento nella serata di giovedì 21 aprile, alle ore 21 si terrà “I luoghi del Nemico”, istallazione teatrale a cura della compagnia teatrale ilfilo2.0.
Qui gli orari di apertura:
Andateci e raccontatelo in giro…