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“Tutto il nostro sangue”. Sara Taylor alla Libreria Volante di Lecco

“Tutto il nostro sangue”

di Sara Taylor

(ed. Minimum Fax)

foto-presentazione-1“Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare.” (Il gioco dell’angelo, Carlos Ruiz Zafòn)

Lecco. Presso La Libreria Volante. Sabato 15 ottobre 2016.

Raggiungo a piedi la Libreria Volante, camminando lentamente e gustandomi passo per passo i tipici tratti di una giornata lecchese dipinta da toni autunnali. L’aria è pungente, fredda, mi fa capire che il trench primaverile che indosso è da archiviare, minimo fino ad aprile, anzi: marzo.

Vedo in lontananza la libreria, e già da quel poco che percepisco (non indossando i miei occhialoni da talpa) mi incuriosisce assai.

E poi quando apro quella porticina ed entro in quel regno magico mi sento come Mary Lennox (la protagonista del libro “Il Giardino Incantato” di Burnett) quando viene a conoscenza per la prima volta del giardino dei suoi sogni: incuriosita ed incantata.

Ho pensato molto in queste ore ad una definizione per descrivere in poche parole la Libreria Volante, dire così tanti, curiosi, affascinanti, dettagli in un piccolo insieme di sillabe, morfemi e fonemi uniti tra di loro.

Dopo ore di riflessione penso di essere arrivata alla scelta migliore: il mio angolo di paradiso.

Si decisamente, la libreria Volante è il mio angolo di paradiso.

Quel profumo di libri, di carta pronta per essere sfogliata, anzi letta, miscelato con la fragranza di bebè, e poi di pulito e di accogliente, di un luogo dove ogni cosa, ogni libro, ogni piccolo dettaglio è incastonato, immortalato nel suo spazio preciso e ideale: ogni cosa è al suo posto.

La mia curiosità in primo luogo viene attirata da due oggetti: una valigia rossa riempita di libri appoggiata sul bancone e la deliziosa installazione sul soffitto di libri che sembrano volare, estremamente originale!

La proprietaria della libreria Serena Casini, mi spiega il significato della valigia rossa. Ogni editore mensilmente riempie la valigia pensando di portarla con sé in un’isola deserta inserendoci i libri che hanno segnato in modo particolare la loro vita. Penso già ai titoli di libri che avrei inserito io …

Sharon, la libraia volante mi invita ad ascoltare la presentazione del libro di Sara Taylor: “Tutto il nostro sangue”.

Mi fa accomodare nel salone delle conferenze dove io, annotando sul mio taccuino rosso ogni minimo dettaglio che colpisce la mia attenzione, attendo l’arrivo della scrittrice.

Tre signore sedute davanti a me, si confrontano sfogliando il libro della Taylor, c’è chi l’ha già letto e chi invece l’ha appena acquistato, chi attende con ansia la firma dell’autrice sulla prima pagina di quel capolavoro e c’è invece chi lo sta leggendo silenziosamente.

Ed ecco che puntuale come un orologio svizzero, la giovanissima Sara Taylor appare nel salone, con i capelli raccolti in un elegante chignon, il suo sorriso smagliante, il volto luminoso così come i suoi occhi pieni di gioia e di emozioni vissute da raccontare.

E’ accompagnata da Nicola Manuppelli, noto scrittore e traduttore di autori americani ed irlandesi, e Mabel Morton.

Si parla subito di un libro molto interessante, ma soprattutto è stato definito un libro potente, dalla sua eccellente maestria data dal saper giocare con più voci, infatti non si parla di un romanzo ma di un capolavoro dove più racconti, più voci formano un’unica storia.

Oltre che saper giocare con le voci, Sara descrive un tempo che va dal lontano 1855 ad un postapocalittico 2143, un tempo dove si intrecciano le storie, le vite di personaggi, le conseguenze, le azioni.

Uno dei tanti caratteri distintivi  della giovane autrice è quello di scrivere a mano i suoi libri, perché scrivere a mano per lei vuol dire prestare maggiore attenzione, un aumento notevole nello sforzo della concentrazione, mentre scrivere al computer ti distrae maggiormente.

Dice infatti: “ Scrivere a mano ti obbliga ad andare dritto, a continuare.”

Nel libro un’altra curiosità che emerge è appunto quella della femminilità dei personaggi che si associa alla potenza della natura.

In “Tutto il nostro sangue” il riscatto dei personaggi non è solo intimo, cerebrale ma è associato e supportato dalla potenza della costa orientale dell’America.

La zona descritta è molto esposta e quando Sara abitava lì, aveva imparato e conserva tutt’ora i segreti di come si legge e si interpreta la natura, ad esempio la marea, acquistando nel corso del tempo questa capacità e conoscendo così, persone che attraverso dei simboli, delle percezioni riuscivano a capire l’operato di madre natura.

Il libro è stato definito “gotico americano”, soprattutto al femminile che si lega appunto al concetto della donna vista come strega (nel senso positivo); ovvero la stregoneria come rivendicazione delle donne.

La scrittrice risponde che è molto felice di questo aggettivo, è assolutamente contenta che la sua opera è considerata gotica, in quanto il gotico è anche una tradizione del sud della Virginia, terra in cui lei è nata, cresciuta e conosce molto bene.

“Il sud America è strano, è rimasto anche indietro, ha tempi lenti, molto lenti e non ha ancora recuperato del tutto dalla guerra civile. Le persone credono nelle stranezze, nella magia.” afferma Sara.

Contemporaneamente la magia per la scrittrice è saper utilizzare le parole per creare qualcosa che non c’è o che modifica positivamente quello che già c’è ed esiste.

La magia è anche quando l’autore non sa mai quello che potrebbe capitare all’interno della sua storia.

Durante la presentazione emerge che i luoghi descritti hanno una notevole dose di fantasia.

Sara afferma che lei scrive e descrive un posto vero, lei si è innamorata dei luoghi dove ha vissuto la sua infanzia. Quando poi sapeva che sarebbe presto giunto il momento di abbandonare questa terra, ovvero lasciarla per andare a vivere in Inghilterra con la sua famiglia, non sapeva come portarsela con sé e l’unico modo possibile per farlo era continuare a scrivere di questo posto magico ed indimenticabile che segnò gran parte della sua vita. Indubbiamente poi, inserisce quel pizzico di fantasia che rende l’opera eccezionale.

Alla domanda: che autori ti hanno ispirata, quali sono quelli che tieni maggiormente come riferimento, lei ci confessa che tiene una lista di libri che ha letto dove specifica tutti gli autori, che in effetti sono decisamente troppi, ma l’autore che l’ha maggiormente colpita, emozionata, quello che ha più apprezzato tra tutti è Italo Calvino.

“Italo Calvino è stato quello che ha influenzato il mio modo di scrivere più di qualunque altro.” ammette Sara.

E progetti per il futuro?

Sara a soli ventotto anni ha già pubblicato il secondo romanzo in inglese in Inghilterra e ha finito la bozza del terzo romanzo.

Afferma che secondo lei il problema della letteratura oggi è che si insegna allo scrittore come si deve scrivere, come nelle università è tutt’ora insegnato.

Gli scrittori oggi tendono ad imitare ed imparare da coloro che sono arrivati prima, attraverso metodi già utilizzati precedentemente e in questo modo il loro metodo non è per niente originale.

La lingua continua ad evolvere giorno per giorno e gli scrittori che rendono la letteratura interessante oggi sono quelli che non hanno imparato le regole, soprattutto quelli che non hanno deciso di seguirle ed impararle!

 

Rachele Isacco.

 

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