A Pontida si discrimina: Parcheggi NON vietati ai disabili, ai gay e ai visigoti…
Un bambino guarda un cartello fuori dal negozio. Sul cartello c’è scritto: “Vietato l’ingresso agli ebrei e ai cani”. Il bambino chiede al padre:
Giosuè: Perché i cani e gli ebrei non possono entrare babbo?
Guido: Eh, loro gli ebrei e i cani non ce li vogliono. Eh, ognuno fa quello che gli pare Giosuè, eh. Là c’è un negozio, là c’è un ferramenta no, loro per esempio non fanno entrare gli spagnoli e i cavalli eh, eh… e coso là, c’è un farmacista no: ieri ero con un mio amico, un cinese che c’ha un canguro, dico “Si può entrare?”, dice “No, qui i cinesi e i canguri non ce li vogliamo”. Eh, gli sono antipatici oh, che ti devo dire oh?!
Giosuè: Ma noi in libreria facciamo entrare tutti.
Guido: No, da domani ce lo scriviamo anche noi, guarda! Chi ti è antipatico a te?
Giosuè: I ragni. E a te?
Guido: A me… i visigoti! E da domani ce lo scriviamo: “Vietato l’ingresso ai ragni e ai visigoti”. Oh! E mi hanno rotto le scatole ‘sti visigoti, basta eh!
Questo è il dialogo drammaticamente comico che nel film “La vita è bella” di Benigni, avviene tra il bambino e il suo papà che cerca di spiegargli senza turbarlo gli assurdi episodi razzisti che stanno prendendo piede con l’ascesa del nazi-fascismo.
Nel 1938 l’Italia fascista emanava le leggi razziali, leggi che, tra mille divieti, impedivano anche l’iscrizione dei ragazzi ebrei nelle scuole pubbliche. Prima dei fascisti italiani ci avevano pensato in Germania nel 1933. Poi sappiamo come è andata a finire: milioni di morti nei campi di concentramento e nelle camere a gas. Tanti furono gli ebrei, i dissidenti politici, i rom, gli omosessuali che perirono per la folle teoria della “razza pura”. Prima della “soluzione finale”, però, il regime nazista si “esercitò” sui disabili, ritenuti indegni di vivere, un peso economico per la società e un pericolo per la salvaguardia della popolazione “sana”.
Ecco… i disabili, i gay…
Egregio Sindaco di Pontida (e relativa Giunta e Consiglieri della Lega Nord, donne comprese), riteniamo che l’art. 4 del nuovo regolamento comunale per la gestione dei parcheggi, approvato durante la seduta del 2 settembre scorso (con 8 voti favorevoli e 2 contrari), nel quale si determina che i parcheggi rosa, per le future mamme nell’anno della gravidanza sono riservati “…esclusivamente alle donne appartenenti ad un nucleo familiare naturale e cittadine italiane o di un paese membro dell’Unione Europea“ (tradotto: se sei extracomunitaria o lesbica in quei parcheggi rosa non puoi posteggiare, anche se sei in dolce attesa), sia un atto discriminatorio. Perché allora non eliminare gli appositi parcheggi riservati ai disabili? Perché non vietare i parcheggi ai gay e ai visigoti?