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Cronaca di una visita a Muccia (Mc)

In partenza per le vacanze oggi ho avuto modo di recarmi a Muccia (il comune in provincia di Macerata colpito dal terremoto lo scorso anno dove,  lo ricordiamo, vennero mandati dei fondi da parte del nostro Comune e dei libri da parte della biblioteca).

https://www.unpaeseperstarbene.it/2017/il-grazie-del-comune-di-muccia-a-monte-marenzo/

Varie sono state le sensazioni e le emozioni provate ma tre di queste sono state maggiori.

In primo luogo mi ha molto colpito la disponibilità del Sindaco, dell’assessore all’istruzione e alle politiche giovanili Raffaella Trojani (nostro collegamento ufficiale col Comune) e del consigliere comunale che ci hanno pazientemente atteso, offerto il pranzo presso la mensa e fattoci da guida per le vie del paese, permettendoci di entrare in zona rossa, raccontandoci anche eventi a loro quotidiani, accogliendoci quindi a braccia aperte.

In secondo luogo mi ha stupito la loro capacità di mantenere il sorriso di fronte a questa calamità naturale.

Infine la cosa che più mi ha colpito è stato il paese stesso. Non tanto per i segni distruttivi del terremoto, quanto la “normalità nell’anormalità”.

Mi spiego: se ognuno di noi dovesse descrivere gli effetti di un terremoto parlerebbe, probabilmente, di case danneggiate o distrutte. E quindi il vedere queste immagini non ci colpirebbe particolarmente. E così,  sotto alcuni aspetti, è stato per me (per quanto, vi assicuro, sia impossibile restare insensibili di fronte a certe scene, anche se te le aspetti). Che ti colpisce invece sono quei segni della quotidianità che sono rimasti lì, fissi e indelebili, da quei giorni, e che spuntano all’improvviso quando meno te lo aspetti. Potrei citare, ad esempio, i panni che sono ancora oggi stesi, o le biciclette poggiate ai bordi strada o l’orologio ancora funzionante nell’asilo o, all’interno dello stesso, il rubinetto che perdeva acqua. Insomma, segni di una vita quotidiana comune in un luogo che di comune non ha niente.

Ci sarebbe forse tanto altro da dire (e forse lo diremo) ma, ad ora, ogni altra parola mi sembrerebbe scontata e superflua.

L’unica cosa che mi viene da dire (forse scontata) è che spero di poter tornare presto a Muccia e di vederlo rinato.

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