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Io, Riccardo Gatti, sono migrante…

“Siete grandi! La serata di oggi al circolo ARCI “Spazio condiviso” mi ha mostrato il vostro calore e la vostra energia, che danno vento alle nostre vele, spingono i nostri motori e mi fanno sentire appoggiato e fortemente supportato, specialmente nei momenti un po’ difficili. Abbiamo raccolto 330 euro, che arriveranno direttamente a bordo.”

21150407_10212176572402527_4500061577448951579_nCosì Riccardo Gatti ringrazia i presenti alla serata del 28 agosto a Calolziocorte, organizzata da Nuvola Rossa, Associazione Comunitá “Il Gabbiano”, Qui Lecco Libera, Associazione “L’Altravia” e moderata da Duccio Facchini, che ha visto un’ampia partecipazione allo Spazio Condiviso di Piazza Regazzoni, con la presenza anche di amministratori locali.

Riccardo ritorna a raccontare la sua esperienza come comandante della nave della ONG spagnola ProActiva Open Arms, dopo la serata del 13 maggio scorso a Lecco, ospite di Quileccolibera e la serata a Calolziocorte dell’autunno scorso,  ospite dell’Ass. L’Altra­via (di cui oggi Riccardo è socio… e lo ricordiamo con orgoglio).

In questo incontro Riccardo si è concentrato, nel suo racconto, sugli sviluppi di questo ultimo periodo: l’attacco alle ONG, l’allarme vissuto in mare con le minacce, gli spari e il tentativo di sequestro da parte della Guardia costiera libica, che – dice Riccardo – é  di fatto una milizia – seppure addestrata ed equipaggiata da Eunavfor Med e dalle istituzioni europee – essendo la Libia un paese allo sbando, senza governo.

Spiega che Open Arms ha firmato il codice di condotta, richiesto dal Governo italiano, che contiene regole di comportamento che la ONG già rispetta nelle sue modalità operative e che, d’altro canto, non può superare le convenzioni internazionali che prevedono che il naufrago debba essere condotto nel porto più vicino e sicuro.

Racconta poi della presenza in mare dell’imbarcazione di Defend Europe , che conduce azioni di sabotaggio nei confronti delle ONG, (accusate di agevolare l’azione dei trafficanti e gli sbarchi di migranti) in modo patetico e stupido, giungendo a mettere in atto manovre di disturbo per attaccare il loro adesivo sull’imbarcazione della ONG.

Risponde alla domanda di Duccio sul caso della nave della piccola associazione Juventa, bloccata dalle autorità non avendo sottoscritto il codice di condotta.

Riccardo, con la passione che conosciamo, conclude con alcune riflessioni sulla realtà  dei migranti oggi, affermando che è difficile distinguere tra richiedenti asilo e migranti economici, essendo persone che restano per mesi o per anni in Libia, o in viaggio verso la Libia e che subiscono violenze e torture, con percentuali impressionanti.

Ciò che facciamo, dice, si ispira al principio del rispetto e dell’affermazione dei diritti umani, ciò a cui assistiamo é la violenza contro persone che scappano e che cercano una vita possibile… e io, dice Riccardo, sono migrante… (Riccardo da molti anni vive a Barcellona).

La riflessione finale, che presiede ad ogni altra argomentazione: “in fondo in Africa stanno male perché noi stiamo bene …”, forse la riflessione fondamentale che troppo spesso non ricordiamo: ciò che sta avvenendo sotto i nostri occhi e che non sappiamo fronteggiare é  frutto di complessi processi storico-politici, in cui la società occidentale ha avuto un ruolo determinante, di cui ha beneficiato e continua a beneficiare…

Margherita Rondalli – Associazione L’Altravia Calolziocorte

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